04 Marzo 2014
Con Cristiano Ronaldo, Benedikt Howedes, Carlitos Tevez, Fernando Llorente, Matias Vecino, Agim Ibraimi, Stefano Sturaro, Ibrahima Mbaye, Pepe Reina, Carlos Carmona, Stefano Okaka, Domenico Berardi, Pino Lorenzo e molti altri: ecco servita nei migliori bar una settimana di calcio distillata in 5 punti.
1. IL CAMPIONE E IL PICCHIATORE. Il primo tempo deve ancora finire, ma l’ottavo di finale di Champions fra Schalke 04 e Real Madrid può dirsi già virtualmente deciso: gli spagnoli sono infatti già avanti per due a zero (finiranno per vincere 6-1, rendendo inutile la partita di ritorno). Cristiano Ronaldo, che per il momento ha colto solo un palo (alla fine farà due gol) è fermo al limite dell’area, fronteggiato da un difensore tedesco. Senza toccare il pallone, il portoghese si produce in uno dei suoi plateali giochi di gambe, sembra quasi voler irridere l’avversario, poi lo supera con un rapido dribbilng. Ma un altro giocatore dello Schalke, Howedes, esce dalla difesa schierata e punta dritto alle gambe di CR7, schiantandolo a terra. Come è giusto, l’arbitro fischia la punizione per il Real e ammonisce Howedes. Ma il pubblico neutrale si divide, palesando due opposte concezioni del calcio: c’è chi si sdegna per il fallaccio e invoca maggiori tutele per quella spettacolare macchina da gol fresca di Pallone d’Oro, e chi invece solidarizza col mastino teutonico, pensando che ,per un’antica legge non scritta, Ronaldo quel calcione se lo sia meritato.
2. DERBY EUROPEO. Tre italiane passano il turno in Europa League. Due di queste sono Fiorentina e Juventus, che negli ottavi di finale si incontreranno in un match doppiamente infuocato, perché non solo è fra connazionali ma fra due club divisi da una grande rivalità (e da infinite polemiche). La Juve sta dominando il campionato, ma il suo cammino in Europa è stato al di sotto delle aspettative. Nella competizione nazionale, inoltre, l’unica squadra che è riuscita a batterla è stata proprio la Fiorentina. E non fu una sconfitta qualsiasi, ma un 4-2 in rimonta con il poker viola servito in appena un quarto d’ora. Una di quelle mazzate in grado di mandare in crisi molte squadre. Non la Juve, però, che anzi da quel momento ha preso la rincorsa e non si è più fermata. Insomma, l’Europa League non avrà il fascino della Champions, ma il 13 e il 20 marzo ci sarà da divertirsi.
3. IL BALLO DEI DEBUTTANTI. In campionato, delle prime in classifica, vince solo la Juventus. Analogamente, nella graduatoria dei cannonieri, fra i bomber più prolifici vanno a segno solo Tevez e Llorente. Per il resto, è la giornata dei goleador esordienti: hanno gonfiato la rete Vecino, Ibraimi e Sturaro (a cui, volendo, si può aggiungere anche Mbaye, che ha propiziato l’autogol di Reina), tutti alla prima marcatura in assoluto in Serie A, e poi anche Carmona e Okaka, al primo centro in questa stagione. Significherà qualcosa?
4. ALZARE IL GOMITO. Uno che di gol ne ha invece fatti parecchi, per una domenica è stato protagonista negativo. Domenico Berardi, ben 12 marcature all’attivo in stagione, si è fatto espellere per una gomitata appena 48 secondi dopo essere entrato in campo in sostituzione di un compagno. Ma il centravanti calabrese non è riuscito a primeggiare neanche nell’indisciplina. C’è un giocatore che in passato ha fatto “meglio” di lui. Si tratta del suo conterraneo Pino Lorenzo, anche lui attaccante, che nel dicembre 1990, durante un Parma-Bologna, si fece cacciare dopo soli dieci secondi, sempre per una gomitata. Record ancora imbattuto in Italia, ma superato nel 2008 da un calciatore inglese. Onore al merito!
5. COME È TRISTE MILANO. Per un weekend, le due squadre milanesi hanno avuto voce in capitolo nella lotta al vertice, ma solo come arbitre dei destini altrui, in quanto giocavano contro le prime della classe.
[caption id="attachment_21266" align="aligncenter" width="526"] Entrata di Leandro Castàn (Roma) su Rodrigo Palacio (Inter)[/caption]
A partite concluse, i punti in classifica di Inter e Milan sommati (76) sono solo di poco superiori a quelli conquistati dalla Juventus da sola (69). A guardare certe cifre impietose viene da prendere sul serio le provocazioni di chi vorrebbe una fusione fra i due club meneghini.
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A cura di Matteo Cioffi
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