25 Giugno 2015

L’apertura della seconda sede della Fondazione Prada (dopo Venezia) è stata uno dei fatti culturali più interessanti degli ultimi tempi a Milano. Il complesso, costituito da vari ambienti espositivi collegati da spazi all’aperto, è frutto della ristrutturazione di una distilleria dei primi del Novecento, che ha visto il restauro dei vecchi edifici e la costruzione di nuove volumetrie. In tale contesto, elegante e vagamente surreale, certo non sfigura il Bar Luce, punto di ristoro della Fondazione ma nelle intenzioni anche luogo di aggregazione del quartiere, progettato dal celebre regista Wes Anderson. Anderson (“I Tenenbaum, Grand Budapest Hotel…) è noto per l’impronta personalissima, sempre un po’ straniante e spesso dal sapore retro, che dà ai “mondi” creati per i suoi film. Alle prese con la progettazione di un bar, non si è smentito, ricreando l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano. “Credo che sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici” ha dichiarato il regista.
Per la verità il locale – che è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 22 – ha dimensioni e pretese abbastanza ridotte ma ugualmente (o forse proprio per questo?) l’esperimento estetico e gli obiettivi del servizio possono considerarsi compiuti. Sulla parte alta delle pareti e sul soffitto a volta viene riprodotta la Galleria Vittorio Emanuele, mentre gli arredi, le sedute, i mobili di formica, il pavimento, i pannelli di legno impiallacciato che rivestono la parte inferiore delle pareti e infine la gamma cromatica ricordano inequivocabilmente le atmosfere dei bar italiani degli anni 50 e 60. A questo salto nel tempo contribuiscono i due flipper (ispirati a film dello stesso Anderson) e il juke-box, tutti funzionanti con monete da cento lire che si possono chiedere gratuitamente al numeroso e cortese personale di sala, ma anche i liquori contenuti nelle vetrine inglobate nel banco. Liquori ancora in commercio ma indubbiamente evocativi di epoche passate.
L’offerta di cibi salati è sostanzialmente limitata ai panini: ve n’è una selezione già pronta (panini piccoli e semplici, ai salumi) e un’offerta più ampia da preparare al momento. I posti a sedere, riservati a chi ordina al cameriere, sono collocati in buona parte all’interno, e poi all’aperto in un piccolo ballatoio che dà su un camminamento scoperto interno alla Fondazione. Proprio su una specie di grande gradino presente su questo camminamento, si sistemano (col bel tempo) gli avventori che hanno acquistato la consumazione senza rivolgersi ai camerieri. Sul lato opposto, invece c’è il piccolo accesso indipendente rispetto a quello della Fondazione Prada, segnalato da una discreta e un po’ naif insegna “Bar” di neon verde.
Bar Luce
c/o Fondazione Prada
Largo Isarco, 2 (Ingresso indipendente da via Orobia)
Milano
www.fondazioneprada.org/barluce/
PANE E CULTURA
Una rubrica di Giuliano Pavone
A chi dice che con la cultura non si mangia rispondiamo proponendo settimanalmente un’esperienza che mette in relazione in modo profittevole e innovativo il mondo della cultura e dello spettacolo da un lato e quello del pubblico esercizio dall’altro. Format, eventi, libri e personaggi per cibare il corpo e la mente.
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