09 Dicembre 2015
La notizia è rimbalzata in questi giorni su web e carta stampata: la Commissione Europea ha avviato un’indagine formale sul trattamento fiscale di McDonald’s in Lussemburgo. La multinazionale è accusata di avere ricevuto un trattamento fiscale favorevole in violazione delle norme europee in materia di aiuti di Stato. In virtù infatti di due “tax ruling” (accordi fiscali preventivi) adottati dalle autorità lussemburghesi - spiega il Corriere della Sera - dal 2009 McDonald’s Europe Franchising non versa le imposte sulla società in Lussemburgo, pur avendo realizzato ingenti utili (più di 250 milioni di euro nel 2013). Tali utili, indica la Commissione, corrispondono alle royalties pagate dai titolari dei contratti di franchising che gestiscono ristoranti fast-food in Europa e in Russia per il diritto di utilizzare il marchio McDonald’s e i relativi servizi. «Un ruling fiscale per il quale McDonald’s non paga né in Lussemburgo né negli Stati Uniti le tasse sulle sue royalties europee va sottoposto a una disamina scrupolosa alla luce delle norme Ue in materia di aiuti di Stato: lo scopo delle convenzioni sulla doppia imposizione tra Paesi è evitare la doppia imposizione fiscale, non certo giustificare un doppio sgravio fiscale», ha indicato la Commissaria responsabile della Concorrenza Margrethe Vestager.
Nei mesi scorsi, McDonald’s aveva annunciato la chiusura di 700 ristoranti di cui 184 negli Usa: un piano reso necessario da un calo del fatturato globale del 2014 di oltre 1,3 miliardi di dollari (da 89,1 a 87,8 miliardi) che la multinazionale sta cercando di combattere adottando una svolta salutistica, come dimostra la decisione di bloccare in Usa l’utilizzo di carne di pollo allevato “con antibiotici”. E proprio in questo quadro - scrive repubblica.it - bisogna capire come mai il colosso americano voglia puntare sul nostro Paese per crescere: Mc Donald’s Italia ha infatti recentemente annunciato l’intenzione di creare nel Bel Paese quasi 7 mila nuovi posti di lavoro entro il 2020 (vedi articolo di Mixerplanet).
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A cura di Matteo Cioffi
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