27 Gennaio 2016
Una notizia inaspettata per il mercato. A due anni dalla vendita di Rancilio al Gruppo Ali, Giorgio Rancilio, Presidente e AD dell’Azienda di Parabiago, ha deciso di lasciare la guida della società. Ecco la sua testimonianza e i ricordi di una vita all’interno dell’Azienda che porta il suo cognome.
[caption id="attachment_94917" align="alignright" width="191"] La Regina, la prima macchina per caffè ideata, progettata e costruita da Roberto Rancilio nel 1926[/caption]
Quali sono state le tappe fondamentali nel percorso di crescita dell’azienda?
Sono state molteplici, ma direi che tutto ha avuto origine grazie a mio nonno Roberto che nel 1927 decise di entrare in un settore perlopiù sconosciuto in un territorio, quello di Parabiago, famoso per l’industria calzaturiera. Erano gli anni in cui le prime, rudimentali macchine da caffè entravano nei locali pubblici; probabilmente mio nonno, tecnico meccanico, individuò in questo settore la sua sfida personale. Da premiare, a mio avviso, la lungimiranza di affrontare da subito l’export, Svizzera e Francia in primis, scelta questa condivisa da mio padre Antonietto che, seguendo il percorso migratorio italiano, portò la cultura dell’espresso anche in Australia e negli States. Azzeccatissima la scelta altresì di puntare sul design e sul marketing.
Quanto ha contribuito in questo percorso l’acquisizione nel 2008 di Egro Coffee Systems?
Direi che è stato un volano per la nostra azienda. In un mercato che continuava a chiedere l’impiego di una tecnologia sempre più avanzata, la nostra risposta è stata l’acquisizione di una delle realtà più forti nel mercato delle superautomatiche con il risultato di aver fatto crescere i nostri volumi in maniera consistente.
Entrare nel 2013 in Ali Group è stato per lei un punto d’arrivo o di partenza?
Direi entrambi. Io credo più nella teoria dei cicli: prima che ne finisca uno, è cosa buona e giusta innestarne un altro virtuoso. Personalmente sono convinto che nel giro di 5-10 anni la geografia dei competitor sarà profondamente cambiata.
[caption id="attachment_94918" align="alignleft" width="300"] Egro BYO Bring Your OWN, offer la possilità di utilizzare il proprio device (Android o iOS) direttamente come schermo fisso[/caption]
Ricerca e sviluppo per voi rappresentano il nodo focale del vostro lavoro…
Abbiamo due distinti poli che operano nell’ambito della ricerca e sviluppo: Rancilio Lab a Parabiago e, in Svizzera Egro Lab.
Quali sono oggi i prodotti di punta dell’azienda?
Durante Host 2015 abbiamo presentato diverse novità di prodotto: la nuova Rancilio Classe 7 e Rancilio Classe 5 nell’ambito delle macchine da caffè tradizionali, mentre sul versante delle superautomatiche Egro BYO - Bring Your Own - ha lasciato la platea di Host letteralmente senza fiato. Abbinare la tecnologia Touch alle macchine da caffè superautomatiche è stata una nostra intuizione che in tanti hanno immediatamente cominciato a replicare. Oggi grazie alla superautomatica BYO diamo ai clienti l’opportunità di scegliere autonomamente il device che preferiscono come interfaccia operativa (Android o iOs) da utilizzarsi direttamente come schermo fisso oppure a distanza come strumento di dialogo con la macchina da caffè sfruttando la tecnologia bluetooth.
In una recente intervista ha dichiarato che avete innovato sull’acqua calda…
Si tratta di Xcelsius, una tecnologia progettata e brevettata per esaltare le caratteristiche organolettiche di ogni singola miscela o mono origine. Siamo riusciti a ottenere un controllo totale del circuito idraulico e oggi, nel corso dei 30 secondi che servono per erogare il caffè, le nostre macchine possono modificare la temperatura e possono quindi esaltare la vena creativa del barista che può ‘personalizzare’ la bevanda secondo i gusti dei clienti. Tutto questo senza cambiare la miscela o la macinatura, ci pensa la macchina a fare quello che deve essere fatto.
[caption id="attachment_94919" align="alignright" width="300"] Classe 11, il nuovo “punto zero” per gli appassionati del caffè[/caption]
Officina Rancilio è un patrimonio per la città di Parabiago. Come lo vive personalmente?
Lo vivo con orgoglio, sia da Parabiaghese, sia perché è un piccolo patrimonio della mia famiglia. Un progetto realizzato nel 2010 per valorizzare la storia di Rancilio e delle sue macchine proprio nei locali dove è nata l’azienda.
La famiglia Rancilio da sempre ha messo al primo posto la soddisfazione dei dipendenti. Una scelta lungimirante…
In azienda operano circa 240 addetti. Una dimensione importante, certo, ma che ti permette di avere quel rapporto familiare che talvolta aiuta in un mercato dove contano più i numeri che le persone. Noi siamo convinti che sia più importante partire dalle persone per poi arrivare ai numeri.
Recentemente ha dichiarato che a volte si sente osservato dal cielo da suo nonno, dal papà e dagli zii. Pensa siano soddisfatti di quello che lei ha fatto per l’azienda di famiglia?
Ho sempre sentito di aver ricevuto una importante eredità che non ho mai preso alla leggera. Abbiamo avuto il privilegio, assieme a mio fratello e ai miei due cugini, di nascere in questa famiglia raccogliendo una importante sfida che abbiamo portato avanti con serietà e orgoglio. Il bilancio credo sia positivo. Mi auguro che dall’alto siano soddisfatti!
Ora che sta per lasciare l’azienda, cosa augura Giorgio Rancilio a chi continuerà a operare in questo Gruppo?
Sono stati 20 anni intensi ed entusiasmanti durante i quali ho collaborato con persone eccezionali che ringrazio di cuore. Penso ci siano oggi le basi per un avvicendamento e per ridare nuovo slancio all’azienda. Colgo l’occasione per augurare buon lavoro a Giorgio Fortini che mi succederà nella conduzione del Gruppo Rancilio. Abbiamo collaborato insieme per diverse settimane e sono certo che il nuovo Amministratore Delegato saprà svolgere con grande passione, rigore e autorevolezza l’importante incarico portando avanti i programmi già in itinere e sviluppando strategie aziendali sempre più virtuose oltre che sostenibili. Un grosso in bocca al lupo a tutti per puntare ancora una volta al futuro, un futuro nel quale continuare a lasciare un segno indelebile, quella doppia erre che racchiude in sé maestria, prestigio e orgoglio.
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A cura di Matteo Cioffi
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