grappa
16 Aprile 2024E' tempo di rinascita per la grappa. Distillato italiano per eccellenza che, dopo l'approvazione in sede europea di un testo che per la prima volta aveva inserito tutte le produzioni del mondo dell’agroalimentare, del vino e delle bevande spiritose a Indicazione Geografica in un’unica base legislativa, ha visto la pubblicazione anche sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto di riconoscimento dei consorzi di tutela delle bevande spiritose.
A parlarne, durante un talk andato in scena a Vinitaly 2024 e moderato dalla direttrice responsabile di Mixer Rossella De Stefano, un parterre d'eccezione composto da Paolo De Castro (europarlamentare, Rapporteur Riforma delle Ig), Sandro Cobror (direttore Assodistil), Cesare Mazzetti (presidente Comitato Nazionale Acquaviti e Liguori Assodistil), Mauro Rosati (direttore Fondazione Qualivita), Sebastiano Caffo (presidente Consorzio Nazionale di tutela della grappa).
GRAPPA DISTILLATO MADE IN ITALY
“Il regolamento sulle Indicazioni Geografiche Ig relative a vini, bevande spiritose non può rappresentare un punto di arrivo – ha sottolineato De Castro -. Deve invece diventare la piattaforma da cui partire per dare slancio a una nuova fase di sviluppo delle filiere a Indicazione Geografica”.
Con le nuove disposizioni, infatti, i distillati come la grappa possono usufruire delle stesse prerogative di cui godono i vini e gli altri prodotti alimentari ad Ig, usufruendo della tutela e della promozione che consorzi riconosciuti (come il Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa) possono garantire per promuoversi sui mercati internazionali.
“La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto che detta le regole per il riconoscimento dei Consorzi è un importante traguardo che valorizza la nostra acquavite di bandiera ed è anche un nuovo punto di partenza che ci aiuterà a renderla sempre più presente all’estero, promuovendo l’autentica tradizione del beverage alcolico made in Italy”, ha rimarcato Nuccio Caffo, presidente del Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa, sottolineando come proprio la Grappa rappresenti una peculiarità nel mondo delle bevande spiritose, essendo esclusivamente italiana e pienamente in linea con le politiche europee di sostenibilità.
EXPORT IN CALO
E proprio a proposito di export, i dati dell'ultimo anno elaborati da Nomisma non sono stati particolarmente incoraggianti. Dopo gli ottimi risultati raggiunti nel 2022, nel 2023 le vendite di grappa hanno registrato rispetto all’anno precedente un +1,1% in valore e un +0,4% in volume, cui si accompagna una crescita complessiva dei prezzi pari allo 0,7%.
Considerando le esportazioni verso i principali mercati esteri, si sono registrate contrazioni rispetto al 2022 pari al -9% in valore e -8% in volume, in particolare, in Germania, mercato di riferimento per l’export della Grappa. Di contro, nel prossimo futuro si attende un lieve rimbalzo del mercato sia per i consumi interni sia per l’export estero con previsioni di consumo trainate da Canada e USA.
SOSTENIBILITA' E STORYTELLING
Last but not least, la questione sostenibilità. La grappa, infatti, costituisce un unicum nel panorama internazionale collocandosi al vertice delle produzioni che possono definirsi realmente sostenibili grazie alla valorizzazione delle vinacce ottenute dalla produzione del vino.
“Nel suo complesso, il settore distillatorio nazionale trasforma, valorizzandole, oltre 1,3 milioni di tonnellate di materie prime di origine agricola. Inoltre, le distillerie, grazie alla reale applicazione di processi circolari, garantiscono consumi energetici ridotti con largo uso di energia rinnovabile autoprodotta, (più dei 2/3 dei consumi totali), e un utilizzo di materie prime (vinacce e fecce di vino) che altrimenti diventerebbero scarti con conseguente risparmio di emissioni di gas clima-alteranti superiori a mezzo milione di tonnellate annue”, ha spiegato nel corso del dibattito Sandro Cobror, direttore di AssoDistil.
Un’ulteriore caratteristica, questa, da sfruttare nello storytelling di promozione del distillato vista la crescente attenzione e sensibilità da parte dei consumatori a questi aspetti senza dimenticare però il concetto di qualità. Per questo motivo, è l'opinione del direttore di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, la sfida è di organizzare il prima possibile, anche nel comparto degli spiriti ad Indicazione Geografica, i Consorzi di Tutela sul modello (vincente) di quanto si è fatto dell’agroalimentare italiano DOP IGP.
COSA PREVEDE LA RIFORMA
Rafforzamento del ruolo dei Consorzi: i Consorzi di tutela restano in mano solo ai produttori e agli operatori lungo la filiera produttiva con maggiori e migliori responsabilità, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del “turismo a Indicazione Geografica” (Turismo Dop).
Pprotezione on-line e nel sistema dei domini: tramite un sistema di geo-blocking, gli Stati membri sono obbligati a bloccare l’accesso a tutti i contenuti evocativi di una Indicazione Geografica.
Ig utilizzate come ingredienti: diventa obbligatorio, per i trasformatori, l’indicazione in etichetta della percentuale di prodotto Ig all’interno del prodotto trasformato e vieta l’utilizzo di altri prodotti comparabili alla Ig; quando esistono Consorzi riconosciuti, i trasformatori sono obbligati ad informarli per iscritto dell’utilizzo della Ig, e devono attendere un avviso di ricevimento che può includere indicazioni sul corretto utilizzo dell’Indicazione Geografica; gli Stati membri hanno la possibilità di rafforzare questo sistema, predisponendo una procedura autorizzativa a livello nazionale, come già avviene in Italia.
Protezione internazionale: è possibile per i Consorzi riconosciuti, la cui Ig abbia un mercato internazionale, essere registrati automaticamente all’atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona, che prevede una protezione rapida e indefinita in tutti i Paesi firmatari, anche extra-Ue; sono state eliminate le falle del sistema che consentivano di sfruttare indebitamente la reputazione delle Ig tramite norme tecniche nazionali (aceto balsamico sloveno e cipriota) o strumenti unionali quali le menzioni tradizionali (Prosek made in Croazia) chiarendo che queste non possono corrispondere o evocare Ig riconosciute.
Semplificazione: sono stati definiti tempi certi per l’esame delle richieste di registrazione e di modifica dei disciplinari da parte della Commissione, riducendoli a 6 mesi, estendibili di ulteriori 5 solo nel caso in cui la richiesta sia incompleta e debbano essere presentate ulteriori informazioni.
Sostenibilità e trasparenza: E' stata inserita la richiesta di elaborazione da parte dei Consorzi, inizialmente su base volontaria, di un rapporto di sostenibilità che spieghi ciò che svolgono in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di rispetto del benessere animale; è stata eliminata la delega alla Commissione di definire tramite le norme di sostenibilità in diversi settori e i criteri per il riconoscimento di quelle esistenti, che andrebbe contro la tutela delle specificità delle singole filiere; per una maggiore trasparenza verso il consumatore è stato inserito l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Ig il nome del produttore.
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A cura di Matteo Cioffi
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