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26 Aprile 2021Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, in un’intervista al New York Times rassicura che per i turisti americani vaccinati contro il Covid le colonne d’Ercole del vecchio Continente questa estate saranno aperte. A patto ovviamente che siano stati utilizzati vaccini autorizzati dall’Ema.
E di linfa internazionale il comparto turistico ha arci bisogno, come ci raccontano crudamente i numeri del Rapporto Assoturismo – Confersercenti sulla stagione 2021.
Il 2019, che aveva fatto registrare in Italia 436,7 milioni di presenze turistiche, è un ricordo ormai lontano. Il 2020 infatti, nonostante a gennaio sembrava confermare questo trend (+3,3 per cento le presenze rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), già da febbraio ha capitolato pesantemente, arrivando a chiudersi con un calo complessivo del comparto turistico pari al 53,3%, con punte del -70% per le presenze straniere.
Quanto a quelle italiane, dopo il parziale recupero estivo, la riduzione, pari al 36%, è quantificabile in 78 milioni. Il comparto alberghiero ha subìto le perdite maggiori: -57%, quello extralberghiero si è comunque visto mancare il 47% delle presenze.
Esaminando le categorie turistiche prevalenti il Rapporto indica un calo del 48,4% per i comuni marittimi; ammontano poi al 74,1% le perdite per le grandi città; al 34,6% quelle dei comuni montani e al 54,5% quelle dei comuni a vocazione culturale, storico, artistica. Inoltre la riduzione di fatturato è così ripartita -76,3% per agenzie e tour operatore e -42,5% per alloggio e ristorazione.
In pratica, precisa il Rapporto, la perdita economica per il settore (ovvero per il totale consumi turistici interni) è di circa 88 miliardi di euro, così ripartiti: 32 mld le perdite economiche della ricettività; 12 mld quelle dei pubblici esercizi, 3,5 mld per le agenzie di viaggio e tour operator e 10 mld i mancati ricavi dello shopping nei negozi.
E per il 2021, quali prospettive?
Alla fine dei primi quattro mesi di quest’anno, la situazione del settore turistico resta drammatica, a causa del blocco del settore nel primo quadrimestre.
Anche ipotizzando che l’estate presenti un’inversione, il rischio è che a fine anno si scenda al di sotto dei 190 milioni di presenze (-8,2%), con un ulteriore assottigliamento degli arrivi dall’estero (-14 milioni di presenza e -20,9%).
Un incremento delle vaccinazioni darebbe un assist importante: 300 mila vaccinazioni quotidiane potrebbero permettere di risalire a 272 milioni di presenze turistiche, con un incremento del 33% rispetto al 2020, mentre ipotizzando il miglior scenario possibile (ovvero 500 mila vaccinazioni al giorno) si potrebbero conquistare i 300 milioni di presenze (di cui 148 milioni straniere). Anche con questi ritmi, tuttavia, i livelli pre- pandemici si potrebbero realmente concretizzare solo nel 2022. Per questo, come indica la parte finale del Rapporto, il settore ha bisogno di sostegni mirati e ad ampio spettro.
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