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APRILE 2017 /

Mixer

81

Global Coffee

C

ambiamento è una parola che assume sfumature

diverse in base a chi la pronuncia. Nel mondo del

caffè italiano è girata in bocca a molti, ma non

sempre con le migliori intenzioni. Alcuni professio-

nisti che sono saliti sulle barricate della rivoluzione lo hanno

fatto esclusivamente per realizzare guadagni migliori, per

ricavarsi l’agognato posto al sole o per semplice necessità di

rafforzare la propria autostima. Molto diverso il caso di quei

giovani professionisti chedesideranodavveroun’innovazione

nel nostro settore. Recentemente ne ho incontrati diversi,

sono ragazzi tra i venti e i trent’anni: la nuova generazione

di torrefattori, spesso micro e non solo, ma anche baristi

e formatori. Ho letto nei loro occhi una sincera volontà di

migliorare il proprio ecosistema lavorativo.

IL CAMBIAMENTO CHE SERVE

Il mondodel caffè italiano ha un bisogno reale di cambiare. In

ogni business ci sono grandi professionisti e buoni operatori

ma anche mediocri se non addirittura pessimi improvvisati.

Finché questi ultimi sono una parte residuale del mercato,

quel business può sperare in un futuro promettente, ma in

Italia i finti professionisti stanno guadagnando una quota

che li rende tossici. E parlo sia di baristi, che di torrefattori,

che di consulenti. Gli anticorpi sono rappresentati da quei

giovani di cui sopra, quelli checercano l’evoluzione.Qualcuno

direbbe che sono un gruppo trasversale: da esponenti delle

nuove generazioni che prendono in mano la torrefazione

di famiglia, a giovani imprenditori che avviano una propria

micro-roastery, sino ai baristi che coltivano il gusto per la

formazione continua e la sperimentazione dietro il bancone.

Non è detto che questa generazione abbia bisogno di men-

tori, non vorrei che laquestioneassumesse toni paternalistici.

Ad ogni modo questi giovani professionisti possono essere

utilmente affiancati moralmente, e quando lo desiderano

anche operativamente, da chi è sulla scena da qualche anno

e condivide la loro stessa visione.

UNA PROSPETTIVA REALISTICA

Parliamo quindi di un’evoluzione del sistema del caffè ita-

liano, non di una rivoluzione. Un’evoluzione realistica che

miri a limitare quanto più possibile l’avanzare della parte

più bassa del mercato, quella degli improvvisati. Realistica

proprio perché consapevole che questa fascia di pseudo-

professionisti comunque sopravvivrà. E ci vorrà ancora del

tempo, qualche anno almeno, per immaginare un mercato

composto da più professionisti e meno ciarlatani. Una vo-

glia di cambiamento che non tenga conto di questo dato

si trasformerà quindi presto in frustrazione e quest’ultima

in rabbia, sentimento distruttivo per il settore. In definitiva,

il mio è un richiamo a quella potente miscela che è data

dalla pazienza unita alla determinazione. Oggi più che mai

possiamo sperare in un passo in avanti del caffè in Italia, ma

senza illuderci che sarà un cammino breve. La via comunque

è segnata ed è necessaria percorrerla se desideria-

mo davvero garantire un futuro al nostro espresso.

GLI ANTICORPI AI PROBLEMI SONO I GIOVANI ENTUSIASTI A CACCIA DELL’INNOVAZIONE

di Carlo Odello

L’autore è Consigliere dell’Istituto

Internazionale Assaggiatori

Caffè e Amministratore del

Centro Studi Assaggiatori

www.assaggiatoricaffe.org

M

CARLO ODELLO

Il cambiamento

che serve al settore