bevande

11 Settembre 2014

Buoni pasto, aumentarli per far ripartire i consumi


Buoni pasto, aumentarli per far ripartire i consumi

A una ventina di giorni presentazone della Legge di stabilità, il tema dei buoni pasto entra nelle stanze della politica. E lo fa dalla porta principale. Si è svolto ieri alla Sala Moro della Camara dei Deputati il convegno “Aumentare i buoni pasto per aumentare i consumi” organizzato da Anseb, Fipe, Confcommercio, Cittadinanzattiva, Adiconsum, Adoc, Federconsumantori, Movimento Consumatori, Cgil, Cisl e Uil.

In un clima di depressione dei consumi, anche quelli alimentari, l'aumento della deducibiliktà fiscale del buono pasto può avere riflessi positivi sui consumi. Perché? L'abbiamo chiesto al presdiente di Anseb Franco Tumino.

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Va ricordato che l’importo esentasse del buono pasto fissato nel 1998 (e da allora rimasto immutato) a 5,29 euro. Carlo Alberto Carnevale Maffè della Sda Bocconi ha calcolato che aumentare il valore di deducibilità fiscale del buono pasto ha ripercussioni positive immediate sul Prodotto interno lordo, sul valore aggiunto e sul gettito fiscale. Ogni euro aggiuntivo di deducibilità fiscale del buono pasto genererebbe infatti un aumento dello 0,1% di Pil, un incremento di valore aggiunto da 0,75 a 1,35 miliardi di euro, mentre il gettito aggiuntivo netto di entrate fiscali può arrivare fino a 330 milioni di euro.

Tutti d'accordo i partecipanti al convegno - politici, imprenditori, sindacalisti - sulla necessità di riportare alla realtà della  vita quotidiana il valore del buono pasto esentasse, anche se il sottosegrteraio all'economia Pierpaolo Baretta ha voluto arginare facili entsiasmi. Pur confermando che l'argomento è tra le questioni sul tavolo del Governo, ha ricordato che l'aumento di un euro del valore del buono richiede una sopertura di spesa di 36 milioni di euro e che  qalsiasi intervento va iconsiderato nel contesto generale delle decisioni dell'esecutivo.

Altri due i temi discussi. Il doveroso allargamento del sistema del buono pasto a tutti i lavoratori aventi potenzialmente diritto: i buoni pasto sono infatti distribuiti attualmente solo a due milioni e mezzo di lavoratori (1,6 ml nel settore privato e 900 mila nel settore pubblico). Di conseguenza anche il giro d’affari annuale diretto che si attesta attualmente a 2,7 miliardi potrebbe aumentare in maniera considerevole, creando un effetto traino per l’intera economia.

L'altro argomento è il sistema dell'aggiudicazione delle aste, dominato dalla pratica del massimo ribasso, che, ha sottolineato il vicepresidente di Fipe Aldo Cursano, «non dà valore allo strumento e penalizza chi usufruisce ed eroga il servizio». Dal nuovo codice degli appalti, ha annunciato il viceministro Riccardo Nencini, la pratica del massimo ribasso sarà eliminata.

TAG: BUONI PASTO

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