bevande
23 Settembre 2015Con la sua barba senza baffi, come un amish, e i suoi 77 anni, Mauro Mascarello ha un aspetto quasi ieratico: è un barolista illuminato. Il suo vino che arriva da una vigna cinquecentesca, il Barolo Monprivato, annata 2010, ha scalato la classifica dei 50 migliori d’Italia (qui le schede dei primi 20), nella quarta edizione del Biwa (Best Italian Wine Awards). Illuminato lui, luminosi i suoi Barolo. Solo i grandi vini sono luminosi. Che significa? Lo spiega Fabio Rizzari nel suo libro «Le parole del vino» (Giunti): il vino furbo parte deciso, poi si spegne con rapidità nel palato; il vino vero ha «un esordio quasi timido, incerto, ma una progressione implacabile e un finale lungo e luminoso».
Mauro Mascarello ha idee granitiche e semplici su come si crea un grande Barolo: «Si fa parlare la terra, tutto qua». Non vuole sentir discutere di modernismi in cantina, un dibattito che da anni si aggira tra le vigne delle Langhe e che ha formato scuole di pensiero opposte, i tradizionalisti e gli innovatori.
«Non mi sono mai interessate le innovazioni — spiega — le considero un passo indietro. Quei vini che hanno uno spiccato gusto di legno, con il colore dell’inchiostro, diretti a chissà quale mercato, sono magari buoni vini ma non molto di più, non possono chiamarsi Barolo perché non rispecchiano il territorio. Io voglio solo vini genuini e sinceri, vini veri».
Il Barolo Monprivato 2010, dice Luca Gardini, che ha ideato il Biwa assieme ad Andrea Grignaffini, «è lo specchio perfetto di una grande annata della zona vocata di Castiglione Falletto. Equilibrato ed elegante, con una grande longevità potenziale». A far salire il Monprivato sul podio è stata una giuria internazionale che a luglio si è riunita a Milano. C’erano Tim Atkin, Raoul Salama, Christy Canterbury oltre a Daniele Cernilli, Pier Bergonzi, Antonio Paolini, assieme a Gardini e Grignaffini. Il format dell’evento funziona: è stato già esportato a Bordeaux, Londra, Città del Messico, Hong Kong.
Per gli otto critici, questo è stato l’anno del Nebbiolo, il vitigno del Barolo al quale dedica due lunghi capitoli «Native wine grapes of Italy», il libro di Ian D’Agata premiato l’altra sera a Londra al Louis Roederer International Wine Writers’ Awards. Oltre a quello di Mascarello, ci sono altri due Barolo nelle prime 4 posizioni: al secondo posto il Brunate 2011 di Giuseppe Rinaldi, corrosivo poeta-filosofo, e il Parafada 2011 di Maurilio Palladino.
Un solo toscano si fa largo tra i giganti del Nord Ovest: è l’enologo Luca D’Attoma, con il suo Duemani 2012. In classifica poi ci sono altri 9 Barolo: Bussia Riserva 2006 di Parusso (8°posto), Ginestra 2011 di Diego Conterno (16°), Liste 2010 di Giacomo Borgogno (17°), Bricco Fiasco 2011 di Azelia (26°), Brea Vigna Ca’ Mia 2011 di Brovia (27°), Vigna Rionda Riserva 2009 di Massolino (39°), Cerequio 2011 di Michele Chiarlo (43°), Monvigliero 2011 di Burlotto (44°), Mosconi 2010 di Bussia Soprana (45°).
«La mia — racconta Mauro, che guida l’azienda Giuseppe Mascarello e Figlio — era nell’800 una famiglia di mezzadri per la marchesa Giulia Colbert Faletti di Barolo. Con 5,5 ettari, mio bisnonno Giuseppe ha iniziato ad imbottigliare i Barolo nel 1881. Nonno Maurizio ha prodotto anche Barbera e Dolcetto. Con mio padre Giuseppe siamo arrivati a 18 ettari. Usiamo solo uve nostre, potremmo arrivare a 112 mila bottiglie, ne produciamo 60-65 mila. Perché a me, e ai miei figli Giuseppe ed Elena, interessa la qualità, non la quantità».
In 134 anni di storia aziendale, «poco è cambiato», assicura Mauro: «Non pigiamo più con i piedi, abbiamo altre attrezzature, ma il faro resta la volontà di esprimere il territorio. Il nostro è fantastico, la dimostrazione che il Barolo (quello vero, non le brutte copie) ha molto spazio davanti per nuovi mercati e successi». Con un’aurea luminosa. Per descriverla Rizzari cita Theodor Adorno in Minima Moralia, sull’alba nella Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss: l’alba si offre «timida», come in un vino vero è nell’«innapariscenza di quella che sarà la luce più possente che si cela ciò che ci emoziona e chi commuove».
La Classifica
1 Giuseppe Mascarello E Figlio – Monprivato Barolo Docg 2010 Piemonte
2 Giuseppe Rinaldi – Brunate Barolo Docg 2011 Piemonte
3 Duemani – Duemani Costa Toscana Igp Cabernet Franc 2012 Toscana
4 Palladino – Parafada Barolo Docg 2011 Piemonte
5 Marco De Bartoli – Vecchio Samperi Ventennale S.A. Sicilia
6 Tenuta Le Potazzine – Brunello Di Montalcino Docg 2011 Toscana
7 Tenuta San Guido – Sassicaia Bolgheri Doc 2012 Toscana
8 Parusso Armando – Bussia Riserva Oro Barolo Docg 2006 Piemonte
9 Cantine Marisa Cuomo – Furore Bianco Fiorduva Costa D’amalfi Doc 2013 Campania
10 Valentini – Trebbiano D’abruzzo Doc 2012 Abruzzo
11 Ferrari F.Lli Lunelli – Giulio Ferrari Riserva Del Fondatore Trento Doc 2004 Trentino
12 Biondi Santi – Brunello Di Montalcino Docg 2010 Toscana
13 Podere Le Ripi – Lupi E Sirene Brunello Di Montalcino Docg 2010 Toscana
14 Poggio Di Sotto – Brunello Di Montalcino Docg 2010 Toscana
15 Roagna – Asili Vecchie Viti Barbaresco Docg 2009 Piemonte
16 Diego Conterno – Ginestra Barolo Docg 2011 Piemonte
17 Giacomo Borgogno E Figli – Liste Barolo Docg 2010 Piemonte
18 Tenuta Di Petrolo – Galatrona Toscana Igt 2012 Toscana
19 Casanova Di Neri – Tenuta Nuova Brunello Di Montalcino Docg 2011 Toscana
20 Santa Barbara – Mossone Marche Rosso Igt 2012 Marche
21 Argiolas – Turriga Isola Dei Nuraghi Igt 2011 Sardegna
22 Dal Forno Romano – Vigneto Di Monte Lodoletta Amarone Della Valpolicella Doc 2010 Veneto
23 Il Marroneto – Selezione Madonna Delle Grazie Brunello Di Montalcino Docg 2010 Toscana
24 Sottimano – Currà Barbaresco Docg 2011 Piemonte
25 Jermann – Vintage Tunina Bianco Venezia Giulia Igt 2013 Friuli Venezia Giulia
26 Azelia – Bricco Fiasco Barolo Docg 2011 Piemonte
27 Brovia – Brea Vigna Ca’ Mia Barolo Docg 2011 Piemonte
28 Ca’ La Bionda – Vigneti Di Ravazzol, Amarone Della Valpolicella Doc Classico 2010 Veneto
29 Torre Dei Beati – Bianchi Grilli (PER La Testa) Abruzzo Doc Pecorino 2013 Abruzzo
30 Monte Rossa – Cabochon Stellato Franciacorta Docg 2005 Lombardia
31 Castello D’albola – Il Solatio Chianti Classico Gran Selezione Docg 2010 Toscana
32 Lusignani – Vin Santo Di Vigoleno Doc 2004 Emilia Romagna
33 Tua Rita – Redigaffi Toscana Rosso Igt 2012 Toscana
34 Poderi Boscarelli – Il Nocio Vino Nobile Di Montepulciano Docg 2011 Toscana
35 Ca’ Del Bosco – Cuvée Annamaria Clementi Rosé Franciacorta 2006 Lombardia
36 Zidarich – Vitovska Venezia Giulia Igt 2012 Friuli Venezia Giulia
37 Fattoria Zerbina – Arrocco Albana Di Romagna Docg Passito 2012 Emilia Romagna
38 Ferghettina – Riserva 33 Franciacorta Pas Dosè Docg 2007 Lombardia
39 Massolino – Vigna Rionda Riserva Barolo Docg 2009 Piemonte
40 Tenute Cisa Asinari Dei Marchesi Di Gresy – Camp Gros Martinenga Barbaresco Docg 2010 Piemonte
41 Castello Di Monsanto – Il Poggio Chianti Classico Riserva Docg 2010 Toscana
42 Gianfranco Fino – Es Primitivo Di Manduria Doc 2013 Puglia
43 Michele Chiarlo – Cerequio Barolo Docg 2011 Piemonte
44 Burlotto Comm. G.B. – Monvigliero Barolo Docg 2011 Piemonte
45 Bussia Soprana – Mosconi Barolo Docg 2010 Piemonte
46 Florio – Donna Franca Marsala Superiore Riserva Doc S.A. Sicilia
47 Polvanera – Polvanera 17, Primitivo Doc Gioia Del Colle 2012 Puglia
48 Zýme’ – Riserva La Mattonara Amarone Classico Della Valpolicella Dop 2004 Veneto
49 Fattoria Di Fiorano – Fiorano Rosso 2010 Lazio
50 Ettore Germano – Hérzu Langhe Doc Riesling 2013 Piemonte
Fonte: divini.corriere.it
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