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04 Settembre 2015La responsabilità sociale d’impresa al servizio di nuovi modelli di business che favoriscano il commercio equo nei Paesi in via di sviluppo e nuove forme di impiego per i piccoli produttori locali, a partire dalle donne: questi i temi al centro della Conferenza Internazionale “Quale economia per nutrire il pianeta? – Responsabilità sociale d’impresa e cooperazione internazionale attraverso modelli di business inclusivo”, organizzata a Milano da Positive Planet, organizzazione no profit fondata dall’economista francese Jacques Attali, in collaborazione con il Gruppo Pernod Ricard, co-leader mondiale nel settore wine & spirits.
Il convegno, patrocinato da Expo, ha visto la partecipazione tra gli speaker di personalità istituzionali come Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del Lavoro, Università e Ricerca del Comune di Milano, Fabrizio Petri, Min. Plen. presso la Direzione Generale per la Mondializzazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e il Console Generale di Francia a Milano Olivier Brochet. Tra i relatori Jacques Attali, Presidente di Positive Planet, i vertici di Pernod Ricard Italia e Pernod Ricard, il Presidente di illycaffè Andrea Illy, i responsabili di PDS Organic Spices, cooperativa impegnata in progetti di sviluppo sostenibile per le popolazioni rurali dello Stato del Kerala, nel sud dell’India, di GIZ, agenzia federale tedesca che supporta il Governo tedesco nello sviluppo di progetti di cooperazione internazionale, e Larry Attipoe, Direttore dello Sviluppo Internazionale di Fairtrade International, organizzazione internazionale che attraverso il marchio di certificazione etica “Fairtrade” assicura migliori condizioni di vita e lavoro per i Paesi in via di sviluppo. L’evento è stato arricchito dalla testimonianza di Betty Joseph, vincitrice dell’International Micro-Entrepreneurship Award 2014, e responsabile del progetto Positive Planet-Ramazzotti per la sua comunità di agricoltori in Kerala.
Partnership pubblico-privato per il commercio equo: il progetto “Ramazzotti”. Al centro della discussione, i modelli di partnership pubblico-privato che, grazie anche all’impegno e alle attività di Corporate Social Responsibility delle aziende, possono favorire il commercio equo, un modello alimentare rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni locali, l’inclusione finanziaria e la creazione di ricchezza per i produttori locali, con particolare attenzione al subcontinente indiano. In India, infatti, Pernod Ricard con il suo celebre brand Ramazzotti, Positive Planet e GIZ hanno avviato un progetto di responsabilità sociale e commercio equo nello Stato indiano del Kerala. Ramazzotti, icona del gusto italiano, nato a Milano 200 anni fa, nel 1815, e ora uno dei brand di maggiore successo del Gruppo Pernod Ricard, custodisce la ricetta a base di 33 erbe e spezie che lo hanno reso l’amaro più noto al mondo e che lo avvicinano all’oriente. Legame che ha spinto il Gruppo a dar vita nel 2010 ad un progetto di commercio equo, dedicato a favorire l’imprenditorialità, rafforzare le capacità produttive e migliorare le competenze finanziarie dei coltivatori di spezie in India.
Il progetto, avviato nel 2010, prevede l’acquisto diretto di spezie (cardamomo, zedoaria e chiodo di garofano) da 500 dei 2000 produttori locali del Kerala della cooperativa PDS (PDS Organic Spices) garantendo loro un reddito dignitoso e un programma di formazione agraria, commerciale e finanziaria. Iniziato con Ramazzotti, il progetto ha fatto poi da “scuola” per altre filiali internazionali di Pernod Ricard, che sono state coinvolte nell’acquisto diretto di spezie dal Kerala. Grazie al progetto, 100 agricoltori del Kerala hanno avuto accesso ai mercati internazionali: le loro spezie sono infatti usate per la produzione di Amaro Ramazzotti nello stabilimento di Canelli, in Piemonte. L’iniziativa ha permesso agli agricoltori di diversificare la loro produzione agricola, introducendo altre colture come la zedoaria. Inoltre, 50 donne delle comunità locali sono state coinvolte nella coltivazione di vetiver e nella produzione di manufatti per creare nuove fonti di reddito per le loro famiglie. 502 agricoltori sono stati infine coinvolti in un programma di formazione per una migliore gestione finanziaria delle loro attività.
Ramazzotti Fairtrade: per i 200 anni, un’edizione limitata e “responsabile” del celebre Amaro.
Il convegno di Milano è stato anche occasione per presentare un’edizione speciale e “Fair Trade” di Amaro Ramazzotti: prodotta in occasione dei 200 anni del celebre amaro, “Amaro Ramazzotti Fairtrade” è un omaggio in edizione limitata che l’amaro milanese dedica ai valori di responsabilità sociale e ambientale che lo accompagnano fin dalla fondazione. Nell’anno di Expo, Ramazzotti ha quindi scelto il marchio etico più celebre, Fairtrade, per certificare lo zucchero della rinomata ricetta a base di 33 erbe e spezie: oltre alle spezie, acquistata in Kerala, per questa edizione limitata si è scelto di utilizzare solo zucchero Fairtrade proveniente dall’Isola di Mauritius, contribuendo a promuovere il riequilibrio tra grandi aziende produttrici e piccoli coltivatori.
“Sono felice di essere qui a Milano oggi per partecipare a questa conferenza, e dedicare l’attenzione che merita al progetto che abbiamo implementato, con il supporto e la collaborazione di Pernod Ricard in India, nel Kerala”, ha commentato Jacques Attali, Presidente di Positive Planet. “Oltre 2000 persone hanno beneficiato dell’impatto positivo del progetto, più di 500 piccoli agricoltori hanno imparato a gestire un’attività imprenditoriale e sviluppare competenze finanziare. Senza menzionare le donne, che, come Betty Joseph, hanno oramai un nuovo ruolo nella loro comunità e nelle loro famiglie, e gestiscono l’’attività di produzione di vetiver. Questo progetto è un esempio virtuoso di impegno di un’impresa responsabile e attenta al futuro delle generazioni future. La cooperazione tedesca ha capito l’interesse di questa iniziativa accettando di seguirci anche lei sul progetto. L’esperienza non si è fermata all’India, stiamo anche creando, insieme a Pernod Ricard, 20 cooperative di produzione di uva in Armenia. Spero che questo tipo di partenariato fruttuoso incoraggerà altri attori italiani, privati e pubblici, ad accompagnarci nella realizzazione della nostra nuova missione: creare un mondo migliore per le generazioni future”.
“Lo sviluppo e il supporto alle comunità locali dei Paesi in via di sviluppo è uno dei pilastri dell’attività di Corporate Social Responsibility del Gruppo Pernod Ricard” ha commentato Noël Adrian, Ad di Pernod Ricard Messico ed ex Ad di Pernod Ricard Italia. “Da anni siamo impegnati nello sviluppo di relazioni sostenibili e dell’imprenditoria locale con partner di diversi Paesi, e siamo particolarmente orgogliosi del coinvolgimento dell’Italia in questa iniziativa con uno dei nostri brand più importanti, Ramazzotti. Il progetto Ramazzotti è uno dei migliori esempi di come le partnership tra organizzazioni no profit, aziende private e comunità locali possano davvero supportare l’imprenditoria locale di Paesi in via di sviluppo, creando un modello per un’economia più sostenibile a livello globale”.
Pernod Ricard è il secondo player mondiale di vini e spiriti con un fatturato consolidato di € 7.945 milioni nel 2013/14. Creato nel 1975 dalla fusione di Ricard e Pernod, il Gruppo ha subito conosciuto uno sviluppo sostenuto, grazie sia alla crescita organica sia alle acquisizioni: Seagram (2001), Allied Domecq (2005) e Vin & Sprit (2008). Pernod Ricard detiene uno dei più prestigiosi portfolio marchi del settore: Absolut Vodka, pastis Ricard, gli Scotch Whiskey Ballantine's, Chivas Regal, Royal Salute e Glenlivet, l'Irish whiskey Jameson, il cognac Martell, il rum Havana Club, Beefeater gin, i liquori Kahlúa e Malibu, gli champagne Mumm e Perrier- Jouët, e inoltre i vini Jacob's Creek, Brancott Estate, Campo Viejo, Graffigna e Kenwood. Pernod Ricard impiega una forza lavoro di circa 18.000 persone e opera attraverso una organizzazione decentrata, con 6 "Aziende di Marchio" e 80 "Società di mercato" presenti in ogni mercato chiave. Pernod Ricard è fortemente impegnata in una politica di sviluppo sostenibile e sostiene un consumo responsabile. La strategia e l'ambizione di Pernod Ricard si basano su tre valori chiave che guidano la sua espansione: spirito imprenditoriale, fiducia reciproca e un forte senso etico. Il Gruppo Pernod Ricard è quotato all'Euronext (Ticker: RI; codice ISIN: FR0000120693) e fa parte dell'index CAC 40.
Pernod Ricard Italia, filiale italiana del Gruppo Pernod Ricard, è tra i leader nella vendita e distribuzione di vini e liquori. Il suo portfolio comprende alcuni tra i marchi più prestigiosi come ABSOLUT vodka, whisky scozzesi come Chivas Regal, Ramazzotti, The Glenlivet e Ballantine's, Jameson Irish whiskey, gin Beefeater, rum Malibu, il liquore al caffè Kahlúa e lo champagne GH Mumm. Pernod Ricard Italia promuove un consumo responsabile dei propri prodotti.
Nata nel 1998, Positive Planet (nuovo nome di PlaNet Finance) agisce principalmente per sviluppare l’inclusione economica, sociale ed ambientale in tutto il mondo, in modo equo e sostenibile. I suoi progetti hanno lo scopo di favorire al maggior numero di persone, e in particolare alle popolazioni più svantaggiate, l’accesso ai servizi finanziari, l’educazione, l’imprenditorialità, i mercati, la salute, l’alloggio, l’acqua e l’igiene e ad un’energia pulita. Obiettivo di Positive Planet è permettere a ognuno di realizzare le aspirazioni personali e sviluppare il proprio potenziale, a beneficio delle generazioni future.
Positive Planet Italia contribuisce alla mission di Positive Planet, attraverso la realizzazione di progetti in tutto il mondo. Per quel che riguarda l’Italia, in particolare, il progetto Micro² Milano offre un servizio di accompagnamento gratuito ad aspiranti microimprenditori, trasformando i loro sogni d’impresa in realtà.
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