29 Luglio 2013
È la consacrazione di un mito, la loro. La conferma che a volte una coppia non scoppia: anzi, regge il correre degli anni. Sono tornati alla ribalta, i Daft Punk. E come al solito, e come certi francesi, lasciano un segno (tangibile) nel tempo. Hanno iniziato a lavorare sull’album “Random Access Memories” nel 2008, nel loro studio di Parigi: cinque anni per immettere sul mercato qualcosa di stravolgente, innovativo ma nello stesso tempo conservatore e rassicurante. Un suono e un album capaci di scatenare imitatori e dare una ventata di freschezza al mondo dei club. Qui la potenza delle multinazionali del disco non c’entra: è da quando hanno emigrato dall’etichetta indipendente scozzese Soma al gruppo Virgin che i transalpini vanno a gonfie vele. Il passaggio a una nuova major come la Sony (Columbia Records, per la precisione) non cambia lo stato delle cose.
Con il loro mistero, con quei volti sempre celati dietro a maschere, con quella voglia di giocare a fare i robot, come ammaliati da una sindrome di Peter Pan, Guy-Manuel De Homen-Christo e Thomas Bangalter spiazzano, sorprendono, conquistano tutto e tutti. Consolidano il rapporto con i loro trasversali fan e annettono al proprio dominio una frangia di amanti della musica clubbing forse stanca di beat costruiti col computer. Già, perché i Daft Punk questa volta non si sono persi nel mare del campionamento, non hanno trafugato opere altrui, hanno fatto molto di più: sono andati a scomodare i grandi della discomusic.
E li hanno portati di nuovo nella nightlife.
Electrofunk e ritorno al futuro per i locali
Inserire in scaletta un brano dei Daft Punk, oggi, per i dj, significa selezionare e riproporre in chiave moderna la Disco degli anni Settanta, fatta di riff di chitarra, armonie, archi e mood, un suono elegante, un’alchimia capace di modificare anche il target degli avventori di un party. È un modo coraggioso di mettere in vetrina dei veri musicisti e rimettere in discussione la maggior parte della clientela che si è ramificata ormai in quattro precisi tronconi: quelli che amano il suono radiofonico; quelli che fanno gli alternativi a tutti i costi e parlano di underground; quelli che da veri integralisti vivono di pane, techno e trasferte; quelli che la house deve essere fashion e colonna sonora costante di una nottata fatta di champagne nei cestelli e belle donne. L’electrofunk, o comunque il funky dei Daft Punk e di imitatori del caso, mette d’accordo un po’ tutti: è il (quasi) nuovo che avanza, che celebra il mito e che fa muovere il sedere. Per “Random Access Memories” Thomas e Guy-Manuel hanno messo le mani sulle registrazioni di Michael Jackson, Herbie Hancock ed Eric Clapton.
È stato anche convocato Nile Rodgers, mente degli Chic, per un loop di chitarra ritmica.
Quel poco che circola delle loro ultime dichiarazioni
“I Settanta e gli Ottanta sono sempre state le annate più interessanti per noi. Non abbiamo voluto fare i futuristici a tutti i costi, in questa occasione, come è stato per la colonna sonora di Tron, abbiamo invece voluto flirtare col passato”, dicono i due. “Dopo tre dischi, è emersa in noi una forte voglia di ricerca di un suono per una produzione che in realtà non avevamo mai fatto.
I primi demo non erano all’altezza delle nostre aspettative. Abbiamo così deciso di fare quello che eravamo abituati a produrre con macchine e campionatori. Così abbiamo deciso di lavorare con strumentazione vera e musicisti capaci. Le uniche forme di elettronica che si presentano nell’album sono sotto forma di una massiccia presenza di sintetizzatori modulari, di vocoder d’annata e di outboard. L’uso dell’autotune (effetto per intonare le parti vocali, ndr), ormai sempre più in voga e immortale tra i produttori di EDM (Electronic Dance Music), non è più fine a se stesso”.
La musica delle discoteche, ormai sdoganata nei festival, sembra se la passi bene...
“La musica elettronica in questo momento è nel suo momento di stallo. Questo non è ciò che gli artisti sono tenuti a fare, in realtà. L’EDM è in piena crisi di identità: se uno ascolta una canzone a caso, non riesce ad associarla a nessun artista. Non c’è nessuna personalità in quello che circola nel mondo del clubbing. Skrillex (produttore discografico e cantante statunitense), ha avuto successo perché ha un suono riconoscibile: quando si ascolta un pezzo dubstep, anche se non lo ha fatto lui, si pensa sia suo”.
Pharrell Williams dei N.e.r.d., Julian Casablancas, Giorgio Moroder e Panda Bear degli Animal Collective. Grandissime star, tutte insieme. Pharrell spiega con precisione come è arrivato al duo: “Eravamo a una festa per l’ultimo album di Madonna e mi sono detto: questo cd lo avrebbero dovuto produrre loro (i Daft Punk, ndr). Perché non è successo? Madonna e i robot; sarebbe stata una cosa incredibile. Poi, (Thomas e Manuel) mi chiamarono”.
Prodotto nel loro studio di Parigi
L’album è stato concepito e inciso anche in sale di Los Angeles e New York e trasferito su nastri Ampex, e in seguito corretto negli studi di registrazione Electric Ladyland e Henson.
“Ci sono canzoni dell’album che hanno viaggiato da un capo all’altro del mondo, in cinque studi e per oltre due anni e mezzo. Oggi la musica elettronica è realizzata in aeroporti e camere d’albergo dai dj che sono sempre in viaggio. Ha un senso di movimento, la cosa, forse: ma non è la stessa atmosfera dell’entrare in questi grandi studi che contengono il materiale perfetto per fare della grande musica da discoteca”.“Non occorrono certo miliardi per fare della buona musica. Bastano buone idee”.
Quelle dei Daft Punk sono spesso superlative. “Certo è che siamo sicuri di una cosa: basta mettere un po’ di buona volontà in quello che ognuno produce, ed è facile che ne venga fuori una bella situazione. Ripetiamo, non ci vogliono studi costosissimi per fare quello che facciamo noi. I nostri album per esempio sono stati fatti in una camera da letto e sistemati in semplici sale di incisione; non per nulla il primo si chiamava ‘Homework’, perché ci sembrava, rinchiusi là dentro, con computer e altro, di fare un qualcosa che avesse a che fare con lo studio scolastico”. Lo studio di una nuova dance music. “Abbiamo sempre ascoltato pezzi Seventies, techno, house, disco, punk, ecco perché vengono fuori certe situazioni, certi sound. Ci è sempre andata bene. Ora va bene al pubblico e di seguito va bene alla casa discografica”. Soldi a vagonate. “È il frutto di tanta fatica”, dicono ridendo. E i soldi incassati dai remix, poi. “È un altro nostro grande impegno. Ne facciamo così pochi…”.
Riecco Moroder e una parte degli Chic
L’altoatesino Giorgio Moroder è il re. Colui che realizzò le hit di Donna Summer e non solo. Da anni si è trasferito a Los Angeles e da poco è stato chiamato in causa dai Daft Punk per il singolo “Giorgio by Moroder”. “I ragazzi hanno voluto fare qualcosa senza limitarsi a pigiare i tasti dei sintetizzatori per produrre suoni e accordi”, ha detto il produttore italiano.
“Il risultato è un disco bello e compatto, con un basso e una batteria che generano un suono molto caldo e completo.
Questo album segna un loro passo avanti”. A rincarare la dose ci si è messo anche Nile Rodgers, compositore, arrangiatore e produttore discografico newyorkese che con Bernard Edwards e Tony Thompson diede vita agli Chic.
L’apoteosi del marketing: Coca-Cola, Disney e...
Il duo parigino ha trovato un accordo con Hedi Slimane, direttore creativo di Saint Laurent. Dopo Courtney Love e Marilyn Manson, è la volta dei Daft Punk, che saranno i primi testimonial della maison a non mostrare il proprio volto. Gli eroi mascherati avevano precedentemente composto una colonna sonora per una sfilata della griffe. Tre anni fa, il tandem è stato chiamato dalla Disney per produrre la colonna sonora di “Tron”, la stagione seguente hanno firmato il design di due bottiglie di Coca-Cola, ovviamente in edizione limitata (prima in metallo e successivamente in vetro).
Altra mossa geniale: l’inviolabilità
L’album “Random Access Memories” è arrivato in Italia dentro a una valigetta arancione a prova di bomba. Protetto da un lucchetto a combinazione (una password poi arrivata via e-mail), un solid state audio player (quindi con hard disk) Denon DN-F400 da cui è impossibile copiare o comunque estrarre il suono se non in formato analogico. Una precauzione che ha creato non poche battute sarcastiche.
Altro primato: una comunicazione unica
La stampa francese e quella britannica non sono mai state così unite dai tempi dell’inaugurazione dell’Eurotunnel. “A noi interessa essere liberi in quello che facciamo, ci basta avere il controllo sulla nostra musica e sull’immagine che offriamo all’esterno, dopodiché i media si comportino come meglio credono. Sembra che ci apprezzino per il modo in cui mescoliamo fiction e realtà, verità e menzogna, comunque. ”.
Esegesi di un nome
Gli addetti ai lavori sentenziano: “la musica per le discoteche ha trovato da anni un nuovo punto di riferimento”. Sono quelli del “punk sciocco”. “Avevamo altri nomi prima di questo. Quando i giornali inglesi sentivano ciò che facevamo, sostenevano che fossimo solo autori di un… punk sciocco, cioè un… daft punk. Da lì il nome”. La miscela è certamente esplosiva, un abbinamento di ritmi trascinanti e suoni psichedelici, il tutto arricchito da un elemento insolito, un misto tra umorismo, spensieratezza e sarcasmo.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato sul mondo del fuori casa iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
20/12/2024
Espresso Gourmet è la nuova linea di capsule in alluminio Lavazza compatibili con le macchine Nespresso Original. Dopo le miscele Qualità Oro, Qualità Rossa, Crema e Gusto, ¡Tierra! For Planet e...
20/12/2024
Natale 2024 positivo per i ristoranti italiani. Le stime del Centro Studi di Fipe-Confcommercio parlano di 5,4 milioni (il 2% in più del 2023) di persone che celebreranno le...
20/12/2024
Parlerà di sostenibilità e circolarità lo stand di Unigrà alla prossima edizione del SIGEP, manifestazione in calendario alla Fiera di Rimini dal 18 al 22 gennaio 2025. Al Padiglione A5, Stand...
20/12/2024
Ha aperto nel cuore di Varese il primo store di Alice Pizza, brand simbolo della pizza al taglio, entrato in città tramite l'affiliato Stay Hungry Srl. Il locale si trova in via Morosini 17,...
I NOSTRI PORTALI
Quine srl
Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità
Tel. +39 02 864105 | Fax +39 02 72016740 | P.I.: 13002100157
©2024 - Tutti i diritti riservati - Responsabile della protezione dati: dpo@lswr.it
Privacy Policy