pubblici esercizi
30 Maggio 2017
Cresciuti all’ombra delle vittorie della nostra nazionale di calcio su quella tedesca, ci piace cullarci nell’idea di questa superiorità dell’Italia sulla Germania. E ogni tanto accompagniamo questa dolce memoria a una sciovinista autocelebrazione della nostra arte culinaria rispetto alla presunta barbara semplicità di quella teutonica. Arrivando sino al più classico dei luoghi comuni: la superiorità dell’espresso italiano perché, si sa, in Germania mica si può bere un caffè di qualità. E’ invece proprio su questo punto che i tedeschi si stanno prendendo delle belle soddisfazioni, dimostrando di essere uno dei mercati più vitali e prosperosi del vecchio continente. Ne ha dato conto Arkadius Michalczyk, segretario generale della Deutsche Roestergilde, l’associazione dei microtorrefattori tedeschi. Nel suo intervento al Cologne Coffee Forum dello scorso gennaio Michalczyk ha riportato infatti l’enorme crescita del numero dei torrefattori in Germania nell’ultimo decennio.
UN MERCATO EFFERVESCENTE
Ciò non sarebbe comunque di per sé sufficiente a scatenare grande entusiasmo se non fosse che la realtà dei fatti conferma un clima decisamente positivo. Ne ho avuta prova proprio nei giorni passati al Cologne Coffee Forum: il tempo speso a Colonia mi è stato utile per cogliere l’effervescenza del mercato tedesco. Che vi sia un numero importante di amatori del caffè è indiscutibile: in qualunque buona edicola è possibile trovare due o tre diverse riviste dedicate al tema. E all’interno di queste vi sono delle rubriche che affrontano le singole origini del caffè, articoli che guidano alla scelta della macchina o del macinadosatore per casa, recensioni di diversi microtorrefattori, riflessioni sui big del mercato. E tutto ciò, si badi bene, non destinato al B2B ma ai coffee lover. Gli operatori confermano: la gente si è fatta più esigente sul caffè, sta andando nella direzione dei sommelier del vino, sceglie sempre di più con cognizione di causa. C’è sul mercato un grande ritorno del caffè filtro, che qualche anno fa sembrava potesse soccombere di fronte all’avanzata vigorosa dell’espresso. Al contrario il filtro ha saputo riposizionarsi nell’immaginario collettivo: da bevanda stancamente legata alla tradizione a momento di scoperta del piacere del caffè (e dietro questa rivoluzione copernicana c’è stata indiscutibilmente la mano dei microtorrefattori).
COME SI GUARDA ALL’ITALIA?
L’Italia rimane nel sentire comune dei tedeschi una terra contradditoria ma di grande fascino anche sotto il profilo gastronomico. La Germania ci dà credito ed è sempre interessata a valutare quanto proponiamo. A onor del vero però l’immagine del caffè italiano si è coperta negli anni di una velata opacità: non sempre le miscele che abbiamo esportato in terra tedesca ci hanno rappresentato degnamente. È in questo senso necessario puntare su una nuova gamma alta di miscele per espresso, per poterci inserire nel trend positivo del mercato. Mi sento di ribadire ancora una volta che i
concorrenti del caffè italiano all’estero possono essere soltanto proprio le cattive miscele made in Italy.
L’autore è Consigliere dell’ Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e Amministratore del Centro Studi Assaggiatori.
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