pubblici esercizi
19 Febbraio 2018Il 2017 sarà ricordato come l’anno dell’abolizione degli studi di settore che hanno provocato tanti malumori tra i contribuenti. Al loro posto, dopo anni di gestazione, ci saranno gli “ISA” o Indici Sintetici di Affidabilità. Vediamo di seguito cosa cambia per gli operatori e se gli ISA riusciranno a non scontentare i contribuenti e a riappacificarli col Fisco.
STUDI DI SETTORE: STRUMENTO OBSOLETO
Come noto, gli studi di settore avevano l’obiettivo di far emergere le differenze tra il reddito dichiarato e quello presunto in maniera statistica dall’Agenzia delle Entrate, calcolo fatto prendendo in considerazione svariati parametri, non solo contabili. In teoria, per il legislatore gli studi dovevano servire per determinare il campione di soggetti da verificare; nella sostanza invece, sono stati usati anche come vero strumento di accertamento e controllo. Oggi, complice la crisi e l’enorme mole di contenzioso che hanno prodotto (spesso costringevano “ad adeguarsi” pagando, per evitare accertamenti), gli studi sono considerati superati e non più attuali con la moderna situazione economica.
ISA: COME FUNZIONANO
Introdotti con la Legge di Bilancio per il 2017, gli ISA non si baseranno più su un calcolo statistico uguale per tutte le attività ma con l’introduzione di specifici indici di affidabilità e l’assegnazione di un giudizio espresso su una scala da 1 a 10. La valutazione di affidabilità rileverà:
– per i gradi più alti, al fine di applicare un regime premiale;
– per i gradi bassi, per programmare i controlli.
Per il calcolo del livello di affidabilità saranno utilizzati non solo i ricavi, come avveniva in passato, ma anche il valore aggiunto ed il reddito di impresa. Inoltre, verranno analizzati i dati degli ultimi 8 anni, attingendo dalle dichiarazioni fiscali
e da tutte le altre banche dati in possesso dell’Amministrazione Finanziaria.
SOGGETTI ESCLUSI
Gli Isa non si applicheranno ai soggetti che:
– iniziano o cessano l’attività, nell’esercizio di inizio o chiusura;
– non sono in periodo di normale svolgimento dell’attività (es. in liquidazione);
– dichiarano ricavi o compensi sopra una certa soglia, al momento non ancora stabilita.
QUALI I BENEFICI?
Ogni contribuente riceverà una sorta di pagella, con voti da 1 a 10 e tanto maggiore sarà il voto finale, tanto migliori saranno le agevolazioni e le condizioni da un punto di vista dei controlli.
Le agevolazioni previste per i “bravi” contribuenti saranno:
– esonero dall’apposizione del visto di conformità per compensare i crediti fino a 50.000 euro per Iva e 20.000 euro per imposte dirette e Irap;
– esonero dall’apposizione del visto di conformità o dalla presentazione della garanzia per i rimborsi Iva entro i 50.000 euro annui;
– esclusione dalla disciplina delle società non operative (almeno che non vi siano fattispecie che obbligano alla denuncia penale);
– riduzione di un anno del termine di accertamento;
– esclusione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici;
– esclusione dalla determinazione sintetica del reddito complessivo a condizione che il reddito complessivo non ecceda i 2/3 del dichiarato.
SETTORI GIÀ SELEZIONATI
Con provvedimento del 22 settembre, sono stati definiti i settori dei primi 70 ISA che riguarderanno:
– attività economiche del settore delle manifatture (15);
– attività economiche del settore dei servizi (17);
– attività professionali (9);
– attività economiche del settore del commercio (29).
Per quanto riguarda il mondo del food & beverage, le attività selezionate a mezzo codici ATECO sono le seguenti:
Il dr. Walter Pugliese risponde alle domande inoltrate a: info@studiowpugliese.it che verranno pubblicate sui prossimi numeri del mensile. Chi volesse inviare le domande autorizza MIXER a pubblicare i suoi riferimenti (nome, cognome, indirizzo e-mail) a meno di esplicita richiesta contraria.
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