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27 Febbraio 2018
Dall’1 gennaio 2018, è stato sospeso il conio le monetine da uno e due centesimi, che continueranno a circolare solo fino al loro esaurimento.
Come regolarsi allora con i resti da corrispondere ai clienti? La legge – spiega Marina Crisafi sul sito Studio Cataldi - chiarisce che durante il periodo di sospensione del conio, quando il pagamento è effettuato in contanti, l'importo in euro che costituisce un autonomo importo complessivo da pagare deve essere arrotondato per eccesso o per difetto al multiplo di cinque centesimi più vicino.
In buona sostanza, accade questo: se la cifra complessiva da pagare è, per esempio, pari a 20,99 euro, si dovranno pagare 21 euro. Non così però se si utilizzano carta o bancomat: in tal caso, anche una volta sparite le monetine, l'importo addebitato sul conto dell'acquirente resterà esattamente quello dovuto (ovverosia, per fare l'esempio di prima, di 20,99 euro).
Molti potrebbero quindi pensare che presto potrebbero sparire le classiche offerte a 99,99 euro o simili, con un complessivo aumento dei costi per l'acquisto di beni e servizi. L'allarme, però, per ora sembra davvero infondato, posto che il Garante per la sorveglianza dei prezzi è stato investito del compito di verificare l'impatto della sospensione del conio delle monete da uno e due centesimi sulle dinamiche concernenti le variazione dei prezzi praticati ai consumatori finali. I risultati della verifica andranno poi riferiti su base semestrale al Ministero dello sviluppo economico, segnalando le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi rilevate.
Se tale rapporto mostrerà indici di allarme, il Ministro è incaricato di formulare apposite segnalazioni all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e idonee proposte normative per rimediare alle anomalie.
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