31 Dicembre 2014
Tovagliato in stoffa o in carta: qual è il più conveniente? Una querelle difficile da risolvere, almeno quanto quella dell’uovo e della gallina, che si trascina da quando la cultura dell’usa e getta e il progresso tecnologico hanno reso la performance “della carta” appetibile anche per una fetta più ampia della ristorazione. Stavolta il sasso nello stagno l’ha gettato Luciano Miotto, presidente di Expodetergo International (3-6 ottobre, Fiera Milano), manifestazione internazionale dedicata alle attrezzature e ai servizi per la lavanderia che, citando stime di Ambiente Italia, ha evidenziato la maggiore ecologicità del tessuto rispetto alla carta: dai dati, il tovagliato in tessuto consente un risparmio dell’80% di risorse materiali non rinnovabili, del 60% di risorse energetiche non rinnovabili, del 60% di acqua, del 55% di emissioni di gas a effetto serra e del 75% di rifiuti prodotti.
«Il progresso non è soltanto quello dato dall’innovazione delle tecniche e dalla crescente efficacia dei servizi, ma anche da una maggiore consapevolezza su scelte efficienti e money saving - spiega Miotto - per esempio, un anno di lavaggi di tovaglie di stoffa produce solo un decimo dell’anidride carbonica emessa durante il riciclaggio del tovagliato di carta utilizzato nello stesso periodo di tempo. Per questo come associazione promuoviamo una cultura dell’ecosostenibilità in ogni fase del processo, ma anche presso tutte le filiere con cui collaboriamo. Rappresentiamo un settore da oltre 4 miliardi di Euro di fatturato, ma interagiamo con numerose e importanti filiere a cui la nostra attività può offrire efficienza e risparmio». Per questo motivo Expodetergo International insieme ad Assofornitori, associazione che riunisce le principali aziende del settore, ha dato vita alla campagna “Notate la differenza?” tesa a promuovere l’uso del tessuto rispetto alla carta e a rimarcare il primato della stoffa, sotto il profilo della gradevolezza per il cliente ma anche del maggiore rispetto per l’ambiente.
Immediata la replica dei produttori di tovagliato usa e getta, che hanno contestato la fondatezza dei dati ed evidenziato come il progresso tecnologico abbia profondamente inciso sulla natura dei prodotti a base carta, migliorandone l’impatto ambientale e anche la resa tattile. I produttori di carta hanno colto l’occasione per picconare ulteriormente la cultura del tessuto che regna nella ristorazione italiana a tutti i livelli, dal più elevato al più semplice, un retaggio del passato che impedirebbe il corretto sviluppo dell’usa e getta così com’è avvenuto, e come sta avvenendo, in altri paesi più avanzati. «In Italia abbiamo ancora una forte cultura nell’uso del tovagliato di stoffa nei locali pubblici - spiega Ado Scantamburlo, titolare di Essebidue - nel resto d’Europa e nel mondo, invece, l’uso della carta è molto più sviluppato. Tanti tipi di carta con differenti caratteristiche, ma che hanno in comune la praticità, l’igienicità, il costo inferiore in termini reali rispetto al tessuto. Pensiamo al risparmio, in termini di costo e di impatto ambientale, nell’evitare il lavaggio. Noi produciamo ogni anno 5 milioni di tovaglioli e 1 milione di tovaglie, oltre ai rotoloni per uso professionale. Tutti da materia prima certificata Fsc, ossia proveniente da coltivazioni intensive pluriennali. Il mio rammarico è essere obbligato per legge a usare ovatta di cellulosa proveniente da materiale vergine, altrimenti potremmo realizzare eccellenti prodotti a base di materia prima riciclata, riducendo ulteriormente l’impatto sulle risorse». «Dall’analisi e dai dati presentati non si evince quale tipo di tovagliato monouso abbiano preso in comparazione - dichiara Stefano Gobbo, direttore commerciale RotoCart - tuttavia mi sento di confermare che non può trattarsi di una comparazione con i prodotti in carta di tipo tissue comunemente impiegata per igiene personale, pulizia e cura persona. Per la differenza di prodotto tessuto vs carta, il gap del prezzo è ancora significativo, ancor più perché la carta in cellulosa non raggiunge i valori di impatto comparati dall’analisi, nei confronti del tessile. Casomai inferiori, quando lavorati seguendo precisi standard di sostenibilità. Le aziende oggi sono giustamente giudicate non solo in base alla qualità dei loro prodotti e servizi, ma anche per il modo in cui agiscono nella comunità e nei confronti dell’ambiente. RotoCart., che già ha voluto sottoporsi alla valutazione che stabilisce l’idoneità a ricevere la certificazione di Responsabilità Sociale Aziendale in tutta la sua catena di fornitura e lavorazione, vanta importanti certificazioni lungo l’intera filiera».
Tra i tanti prodotti con caratteristiche molto diverse tra loro che compongono il mondo dell’usa e getta, la carta a secco ha caratteristiche di sicuro interesse per l’utilizzatore professionale: «Lavoriamo carta a secco - dichiara Luca Bortot, direttore commerciale Pierrot - realizzata con un processo industriale in assenza di acqua, quindi con un minimo impiego di risorse naturali rispetto all’ovatta di cellulosa, pur ottenendo un prodotto che permette di ottenere un materiale simile per aspetto e prestazioni alla stoffa. Notiamo un interesse sempre maggiore per i prodotti in dry paper da parte degli utilizzatori professionali, per la praticità e la concorrenzialità di costo rispetto al tessuto. Il tovagliato in dry paper può essere smaltito nel rifiuto secco, riduce i costi del noleggio dei prodotti in tessuto presso le lavanderie, inoltre ha un migliore impatto sull’ambiente, visto che sono annullati il consumo di acqua, di elettricità, di prodotti chimici necessari al lavaggio. Oggi le lavanderie industriali che finora hanno proposto il noleggio del tovagliato in tessuto, stanno inserendo anche la carta a secco tra i loro prodotti, a conferma dell’interesse crescente del mercato. Con i prodotti in dry paper, infatti, il ristoratore può contare su una varietà di colori infinita e su prestazioni, in termine di gradimento tattile da parte del cliente, del tutto analoghi a tovaglie e tovaglioli in stoffa. Offriamo tovaglioli, tovaglie e centrotavola in carta a secco, innovando l’offerta in base ai segnali provenienti dal mercato: l’ultima novità è il tovagliolo Pocket, che ha una tasca nella quale inserire le posate, soluzione funzionale ed elegante, pensata proprio per i ristoratori».
Le proposte
Il monouso diventa sartoriale
Sottopiatti, tovaglie, runner, tovaglioli e buste portaposate. Le proposte Fato di Lucart sono declinate in decine di colori e decori, così da permettere al ristoratore di rinnovare il look del locale semplicemente cambiando l’arredo della tavola. Ultima proposta in ordine di tempo è la linea The SoftAir, coordinati tavola in carta a secco (airlaid) caratterizzati dalla morbidezza del supporto e dalla consistenza simile al tessuto. Decori e forme di ogni stile, dallo chic al metropolitano, dal classico al contemporaneo, dal vintage al moderno, consentono al ristoratore di “vestire” la tavola con un coordinato ideale per ogni occasione.
Dalle mele, carta cucina e tovaglioli
Ridurre l’impatto dei prodotti usa e getta recuperando l’avanzo della lavorazione industriale della mela: RotoCart presenta Cartamela, carta tissue realizzata con polvere di mela omogeneizzata, ricavata dagli scarti di lavorazione, brevetto esclusivo per l’Europa, che diminuisce il ricorso a materia prima “da taglio”, migliorando l’efficienza.
La personalizzazione, un atout in più
Tovaglioli, tovagliette, tovaglie, buste portaposate con stampa fl exografi ca fino a 4 colori, mediante l’utilizzo di colori ad acqua atossici e inodori. Essebidue mette a disposizione di oltre 1500 clienti in Italia e all’estero una vasta gamma di prodotti in grado di soddisfarne le esigenze e le necessità. Come la personalizzazione con il marchio del locale o con frasi che ne caratterizzano il concept.
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A cura di Matteo Cioffi
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