05 Novembre 2015
Gogol & Company somiglia alle osterie milanesi di un tempo, in cui si entrava per bere qualcosa e si sapeva di trovare sempre qualcuno con cui scambiare due parole. A dirlo è stato l’antropologo Franco La Cecla, poco dopo l’inaugurazione, cinque anni fa. Il fatto è che la Gogol & Company è una libreria, o meglio così si è sempre voluta presentare, pur essendo, fra i format “libreria + caffè”, uno di quelli che danno dell’area food l’interpretazione più completa (in questo caso connotabile come vero bistrot).
“Trattiamo libri e cibo allo stesso modo” spiega Danilo Dajelli, il titolare insieme alla moglie Tosca Bua. “Gogol & Company è stato il coronamento di sogni da universitari, e della passione per la letteratura e il buon vino. Sognavamo un concetto di vendita del libro che contemplasse una lunga permanenza, dove si potessero seguire dei percorsi enogastronomici e letterari. A Milano non c’era niente di simile, e per ‘stazionare’ si sceglievano i ‘non-luoghi’ dalle grandi superfici, dove più che essere accolti ci si poteva nascondere senza che nessuno facesse troppo caso a te. Non abbiamo mai pensato di separare i libri dal cibo, ma a costruire un unico grande presidio socioculturale. E in un luogo di accoglienza non si può proprio fare a meno del cibo”.
Lunga permanenza, quindi, e un approccio di qualità e “slow”. “E’ il libro a dare il ritmo delle nostre giornate. C’è una serie di elementi, come le poltrone, il wifi gratis, i libri a portata di mano, o ancora l’assenza di un menù, che suggeriscono il tipo di fruizione che vorremmo. Una fruizione non da pausa pranzo da consumare in un quarto d’ora, ma da chi vuole avere tutto il tempo necessario per consumare una bella esperienza”.
Gogol & Company è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 22 e lavora in modo fluido: “Abbiamo sempre rotto i momenti convenzionali del consumo” prosegue Dajelli. “No a colazione, pranzo, aperitivo e cena ma ‘si mangia e si beve dall’apertura alla chiusura’. Riusciamo a gestirlo sempre, solo con un po’ di difficoltà il sabato e la domenica mattina, quando c’è un grande afflusso e si accavallano richieste diverse”.
La fluidità è un concetto che può essere applicato anche agli aspetti economici. A differenza di quanto accade in altre esperienze simili, non è il cibo a trainare la libreria. “Le due merceologie pesano mediamente il 50% ciascuna, con differenze nei vari periodi dell’anno: sotto Natale tira più il libro, in primavera il cibo”.
L’esperienza, nata in un quartiere periferico milanese (il Giambellino) ma in un contesto urbanistico nuovo e “gentrificato” (Piazza Berlinguer, fra via Savona e via Tolstoi), è pienamente sostenibile, tanto da dare un contratto a tempo pieno e indeterminato a nove persone. Abbinare pane e cultura si può, quindi? “Da noi funziona e anche parecchio bene” risponde Danilo Dajelli. “Ma funziona grazie a tanta fatica e a un piano imprenditoriale ben strutturato. E’ impensabile, come pure accade spesso, che la moglie del medico decida di aprire una libreria a tempo perso. Esiste una specie di selezione naturale in cui se lavori bene guadagni il giusto”.
Libreria Gogol & Company
Via Savona 101, Milano
www.gogolandcompany.com
PANE E CULTURA
Una rubrica di Giuliano Pavone
A chi dice che con la cultura non si mangia rispondiamo proponendo settimanalmente un’esperienza che mette in relazione in modo profittevole e innovativo il mondo della cultura e dello spettacolo da un lato e quello del pubblico esercizio dall’altro. Format, eventi, libri e personaggi per cibare il corpo e la mente.
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Pane e cultura. Il pop food di Davide Oldani in un libro
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A cura di Matteo Cioffi
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