pubblici esercizi
09 Febbraio 2018Anche nel 2018 Fipe presidierà i temi “caldi” del settore. Ad anticipare le linee guida dell’attività che scandirà i prossimi 12 mesi, è il presidente Lino Stoppani.
Nel 2017 il pubblico esercizio è tornato a fare registrare fatturati in crescita. Quali previsioni si possono tracciare per il 2018?
In un contesto economico complessivo caratterizzato da numeri e sentiment positivi, le previsioni per i consumi fuori casa vanno nella direzione della crescita. A questo si aggiunga che il 2018 è stato proclamato “Anno nazionale del cibo italiano”, un riconoscimento che promette di imprimere un’ulteriore accelerazione alla ripresa in atto. L’iniziativa rientra nel Piano Strategico del Turismo del Paese, all’interno del quale il cibo diventa uno strumento di soft power per il rafforzamento del marchio Italia, utile per le politiche di valorizzazione, promozione e commercializzazione delle nostre eccellenze, non solo eno-gastronomiche.
Quali sono le richieste e le aspettative che Fipe rivolge alle istituzioni politiche?
Auspichiamo siano messe in campo misure capaci di accompagnare la ripresa, nella consapevolezza che il nostro settore è un tassello strategico per l’economia italiana. Ci aspettiamo, inoltre, interventi sia sul fronte della semplificazione burocratica sia su quello della fiscalità. In quest’ultimo ambito, in particolare, sarà imprescindibile scongiurare l’applicazione della clausola di salvaguardia, che porterebbe l’aliquota Iva al 13% per il nostro settore, determinando quindi un aumento della tassazione di ben 3 punti percentuali, con intuibili effetti negativi per i consumi. Reputiamo inoltre importante che il pubblico esercizio possa godere di incentivi accordati in relazione all’innovazione: mi riferisco alla estensione della “tax credit” di cui hanno beneficato altri comparti, finora esclusa invece per il nostro settore. Infine, sul tema del lavoro, oltre ad esprimere qualche motivato ottimismo sulla prospettiva di rinnovare il nostro CCNL, speriamo possano essere introdotti strumenti di flessibilità simili al ridimensionato voucher.
Nello scorso anno Fipe ha lanciato l’allarme sull’abusivismo di bar e ristoranti “mascherati” da circoli culturali e sulle “finte” sagre. Qual è oggi la situazione?
È molto migliorata. Toscana e Lombardia hanno adottato provvedimenti efficaci per contrastare un fenomeno che produce concorrenza sleale. Provvedimenti che speriamo possano essere estesi al resto d’Italia.
Ogni anno Fipe concentra l’attenzione su un particolare tema, che diventa poi il focus dell’appuntamento assembleare. Qual è l’argomento scelto per il 2018?
Nel 2015 è toccato all’Expo; nel 2016 è stata la volta della rivalutazione dei centri storici come elemento di identità ed attrattività dei luoghi; nel 2017 abbiamo approfondito la centralità della persona nella buona economia; per il 2018 l’obiettivo sarà il rafforzamento del ruolo associativo. Cercheremo di mettere a sistema le tante eccellenze del nostro settore, che spesso si presentano scoordinate e poco organizzate nel sostenere l’intero comparto. Un comparto che deve invece essere in grado di valorizzare la propria importanza ed avere più forza nell’interlocuzione politica sui bisogni, le esigenze e le aspettative dei suoi operatori. Provvedimenti come quello relativo ai “Distretti del Cibo”, che escludono la ristorazione, non sono più ammissibili. Ed è per questo che va coordinata l’attività di tutte le componenti del nostro sistema, coinvolgendo e responsabilizzando meglio anche i nostri grandi cuochi.
Fipe: il dg Calugi anticipa gli appuntamenti da segnare sul calendario 2018
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