pubblici esercizi
05 Ottobre 2011La prima Manovra Economica predisposta dal Governo e approvata in fretta e furia a metà luglio dal Parlamento con la “collaborazione” dell’opposizione nasceva dalla preoccupazione di preservare il nostro Paese dalla “speculazione” internazionale e, quindi, dalla paura di finire come la Grecia.
Con la successiva Manovra di Ferragosto si è voluto anticipare al 2013 l’equilibrio di bilancio rispondendo a sollecitazioni in tal senso arrivate sia dalla BCE che dal Presidente Giorgio Napolitano. Come era facilmente immaginabile, nemmeno dopo il summit di Arcore tra PDL e Lega, il provvedimento ha assunto una fisionomia precisa, rassicurante e risolutiva per mercati, famiglie e imprese. Anzi, la situazione è divenuta ancor più problematica sotto la spinta di quella componente pubblica che più di altre si sentiva “toccata” (Regioni, Province e Comuni) e delle esigenze di elettorato (l’abolizione del superprelievo al ceto medio).
Risultato: ancor meno tagli e più tasse.
Fipe ha fatto un’analisi del provvedimento evidenziando i punti suscettibili delle ricadute più “dirette” sul Settore. Ecco quanto è emerso:
Liberalizzazione del settore
(art. 3 della Manovra): Fipe aveva sollecitato emendamenti al testo per cercare di ricollocarlo nell’ambito già noto (anche agli enti locali) e più “rassicurante” della Direttiva Servizi; che mantiene il principio di programmazione delle licenze, in un’ottica di “sostenibilità sociale ed ambientale”. Il tema è stato discusso e sono state portate alcune modifiche. Stato, Regioni e Comuni hanno facoltà, entro un anno dall’entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento, di modificare le proprie norme per adeguarle ai nuovi principi introdotti (che consentirebbero “discrezionalmente” di salvare autorizzazione e programmazione). Vi sarà in sostanza un anno massimo di moratoria per conservare la validità dei principi a suo tempo introdotti con il recepimento della Direttiva Servizi (in particolare l’art. 64 del D.lgs citato e derivati), scaduto il quale, se non saranno intervenute modifiche, di fatto il settore sarà completamente liberalizzato.
La strategia di Fipe al riguardo è quella di operare al centro come sul territorio per mantenere nel settore la programmazione di sostenibilità sociale ed ambientale e, con essa , la “governance pubblica del settore”.
Accorpamento delle festività
(art. 1, c. 24 della Manovra), da una prima versione “draconiana” (tutte le festività accorpate alla domenica), grazie alle pressioni fatte e all’intervento del Ministro del Turismo si è passati al recupero delle tre festività primaverili; restano fuori dalla “deroga all’accorpamento” le festività religiose.
Liberalizzazione degli orari dei negozi
(art. 6, c. 4 della Manovra): è stata cancellata l’estensione della liberalizzazione degli orari di apertura a tutto il territorio nazionale (che rischiava di consegnare la rete dei piccoli negozi agli immigrati); resta la libertà di orario anche per i PE nelle aree turistiche; non è invece stato possibile risolvere il problema dell’obbligo di chiusura settimanale dei Pubblici Esercizi previsto dalla Legge 425/1971 ancora non abrogata, ma si ritiene che per prassi regionale, tale obbligo di fatto venga normalmente superato.
Lotta all’evasione
(art. 2 della Manovra): in una logica di recupero delle risorse economiche senza tagli alla spesa pubblica, era quasi inevitabile che ci si accanisse (come fece a suo tempo maldestramente il Ministro Visco) contro i “soliti noti” che non fanno scontrini, criminalizzando un intero settore. Fipe condivide l’importanza che la lotta all’evasione (e all’elusione), venga attuata senza quartiere in tutti i Settori e anche in quelli “protetti” (sagre, circoli, agriturismi,ecc.). Chi evade fa male allo Stato, alla società e al mercato perché nasconde risorse e compete in modo sleale. In ogni mercato, in ogni Paese (e non solo in Italia) c’è evasione, ci sono mercati legali e mercati illegali. Ma in pochi Paesi lo scontrino (ora reso obbligatorio anche per i servizi di spiaggia degli Stabilimenti Balneari, che ne erano esentati per evidenti ragioni di funzionalità) ha valore fiscale.
Lavoro
pur apprezzando l’intenzione dell’Esecutivo di incentivare una contrattazione sempre più vicina alle imprese con la contrattazione di “prossimità”, Fipe ritiene che il Governo avrebbe dovuto mirare a favorire le relazioni sindacali e l’individuazione di soluzioni condivise.
Si è invece optato per una “normalizzazione” del “metodo Marchionne”. Questo provvedimento non serve alle piccole imprese (al di sotto dei 15 dipendenti) poiché a loro non si applica l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, la cd “tutela reale”, che comporta la reintegrazione del lavoratore illegittimamente licenziato nel posto di lavoro. In questo momento di estrema difficoltà economica-sociale l’intervento legislativo va a minare il difficile equilibrio raggiunto con l’accordo interconfederale del 28 giugno mettendo a rischio la ratifica stessa dell’accordo da parte della CGIL.
Aumento dell’IVA e altre...
L’elemento di novità introdotto nelle fasi finali della discussione sulla Manovra - in un primo tempo “congelato” e poi, di fronte alla necessità di fare cassa, rispolverato come “panacea” di tutti i mali - è stato l’aumento di un punto percentuale dell’IVA ordinaria che passerà dal 20% al 21%, un aliquota che pesa nell’economia del Pubblico Esercizio per circa il 20% dei beni e servizi venduti (fermo restando che l’attività di somministrazione sconta il regime ridotto pari, per ora, al 10%). Paradossalmente l’aumento riferito alla sola aliquota del 20% potrebbe in qualche modo “giustificare” un ritocco dei prezzi di beni e servizi ad aliquota ordinaria, ma non eventuali aumenti dei listini dei Pubbllci Esercizi e delle altre Imprese del Settore del Turismo.
è comunque fuor di dubbio che l’inflazione aumenterà e che i consumi ne risentiranno.
È poi stato reintrodotto il Contributo di Solidarietà, che verrà applicato nel periodo di imposta 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2013 sul reddito complessivo delle persone fisiche di importo superiore a 300.000 euro lordi annui, nella misura pari al 3% sulla parte eccedente tale importo.
Anche il Sistri è stato riesumato, definendone l’inizio con termine di entrata in operatività fissato al 9 febbraio 2012. Ma sappiamo che le procedure del Sistri non riguardano direttamente i Pubblici Esercizi, bensì le Aziende della Raccolta e del Recupero dei Rifiuti (in particolare degli oli di frittura).
Fipe: Il giudizio complessivo
Con le modifiche apportate alla Manovra, aumenta ancora di più il contributo delle Entrate. Arriverà fino al 90 per cento (contro il 10% dei Tagli) facendo salire la pressione fiscale di due punti di Pil e portando il rapporto fra Entrate e Prodotto Interno Lordo pericolosamente vicino al 50 per cento.
Come ben sappiamo, parte non trascurabile delle Entrate previste deriveranno dal punto di Iva in più e dalla lotta all’evasione (e all’elusione).
Fipe non si stancherà mai di stimolare comportamenti corretti degli Associati ma anche non lascerà nulla di intentato per illuminare il fenomeno “evasione/elusione” nel nostro Paese, sui diversi Settori in cui si manifesta e anche per richiedere ad ogni livello di eliminare quelle diffuse disparità di trattamento fiscale che oggi ci sono tra soggetti che operano in uno stesso mercato, ma con regole diverse.
Del tutto deludente è la Manovra nei confronti di uno sviluppo dei Mercati e delle Imprese (e, quindi, del PIL). Se pensiamo che tale “sviluppo” dovrebbe derivare dal superamento delle Autorizzazioni con la “Scia” (una forma semplificata di Dia, ndr), dalla liberalizzazione degli orari dei negozi nelle zone turistiche, dall’accorpamento delle feste religiose, dal superamento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, ci rendiamo conto che per i consumi, per il mercato e per il Turismo in particolare non c’è proprio nulla. Anzi, esiste anche una stretta sull’utilizzo del tirocinio formativo e di orientamento.
È vero che può essere fonte di abusi, però i vincoli che si pongono ora rischiano di vanificare uno strumento utile per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Allora prendiamo questo Provvedimento Bis per quello che è: una manovra per il pareggio di bilancio. Ma per la crescita c’è bisogno di ben altro, di riforme vere a cominciare dalla “madre” delle riforme: quella della spesa pubblica, che nessuno dei due schieramenti sembra voler aggredire.
Non è questo lo sviluppo che serve al Paese, non è questo lo sviluppo in cui crede la Fipe
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