pubblici esercizi

05 Ottobre 2011

Wi-Fi: è vero business?

di Maria Elena Dipace


Un cappuccino, un tablet, la propria casella di posta elettronica: uno scenario comune per migliaia di persone che, in tutto il mondo, approfittano di Bar e locali equipaggiati di punti d’accesso internet aperti a tutti. L’idea, prosperata negli Stati Uniti grazie alla diffusione della tecnologia WiFi, è sempre stata una specie di “arma speciale” nelle mani dei gestori: navigare gratis al tavolo significa più avventori, con la spiacevole conseguenza però che molti di questi posti si stanno trasformando in uffici.
Secondo un articolo apparso sul Boston Globe, l’arma del WiFi gratuito potrebbe trasformarsi in un boomerang per i suoi promotori. Un importantissimo fattore di cambiamento che sta modificando la struttura profonda, sociale e culturale, dei Bar e dei Caffè: da luoghi di ritrovo e socializzazione, moltissimi, come detto, assomigliano sempre di più ad uffici, senza alcun contatto umano tra i presenti. Per di più, da quando molti locali hanno deciso di puntare su Internet, trovare un tavolo libero diventa spesso impossibile.
 

Starbucks fa dietrofront
Come ha spiegato il portavoce del marchio Starbucks, Alan Hilowitz, alcuni locali della catena hanno deciso di staccare la spina, tornando alla tazza fumante, alla chiacchierata vecchio stile e soprattutto a tempi di permanenza accettabili, senza occupare un posto a sedere per ore per colpa della tecnologia.
Altri gestori americani hanno scelto di tappezzare i Punti Vendita con cartelli d’avvertimento, per spingere gli avventori a un uso “moderato” della connettività senza fili.
Una situazione che accomuna un po’ tutti i Paesi occidentali, persino in Italia, nella piccola Firenze così come nella gigantesca Roma: businessman chini sul tavolo del pub all’ora di pranzo, intenti a scrivere sulla tastiera del proprio laptop, oppure ragazzi e ragazze conducono videoconferenze ad alta voce, ignorando del tutto la voglia di tranquillità degli altri avventori.
 

Da usare con moderazione
Abbiamo sentito il parere di alcuni Esercenti sull’uso del Wi Fi.
Ecco cosa ci hanno detto.
“Ci vuole solo buonsenso e un po’ di spirito pratico per uscire dall’empasse – spiega Emanuele Tiberi, responsabile del Bar Friends di Roma – Il servizio di navigazione gratuito è stato un vero toccasana per il business del fuori casa.
Il nostro locale si trova a due passi dall’Università Americana. Ne consegue che tra i nostri avventori ci siano numerosi giovani, molti dei quali stranieri, abituati a trovare nel Pubblico Esercizio il servizio WiFi. Quello che è importante, è mettere dei paletti: no a tablet o pc all’ora di pranzo. I tavoli ci servono per servire da mangiare. Inoltre, come ci è capitato una volta, è bene che i clienti imparino a rispettare gli orari di chiusura. Tempo fa, una ragazza americana stava conversando su Skype con i suoi parenti alle 2 di notte (per via del fuso orario); abbiamo dovuto invitarla a terminare la telefonata. Un episodio isolato, certo, ma è bene mettere subito in chiaro con gli avventori che la navigazione è gratuita, ma con dei limiti oggettivi”.
 

Una panacea per gli affari
Dello stesso parere è Marco Bettio, titolare del Pub/Pizzeria Ae Oche di Mestre – “Abbiamo messo il servizio WiFi da circa 3 mesi all’interno del nostro Punto Vendita. Una scelta dettata dall’esigenza dei nostri più assidui clienti, informatori scientifici (il nostro locale si trova vicino all’Ospedale di Mestre), che per esigenze di lavoro avevano bisogno di potersi collegare a Internet. Com’è intuibile, il nostro giro d’affari è aumentato; tuttavia, per evitare l’abuso della rete, abbiamo messo una password che ci permette di gestire il ‘traffico web’ decidendo noi, in un certo senso, la durata del collegamento a internet e, di conseguenza, l’utilizzo dei tavoli”.
E se al Sud il problema si pone in maniera limitata per via della scarsa presenza nei P.E. del servizio WiFi, c’è chi invece ha scoperto da poco l’importanza di offrire ai clienti la navigazione free: “Noi siamo tra i pochi Bar di Sassari ad aver il servizio WiFi – spiega Giuseppe D’Amico proprietario del Caffè Montegrappa – A fronte di un investimento abbastanza limitato, la navigazione gratuita porta indubbiamente nuovi avventori. È importante tuttavia disciplinare l’utilizzo della rete. Noi abbiamo solo 6/7 tavoli, per cui abbiamo bisogno di una continua rotazione; quindi, Internet gratis sì, ma nei momenti giusti. Nella maggior parte dei locali italiani c’è il servizio al tavolo (a differenza di Starbucks), per cui è compito dei camerieri gestire con intelligenza l’utilizzo dei tavoli da parte dei clienti internauti”.
In definitiva, quella del WiFi al Bar è senza dubbio un’opportunità da cogliere assolutamente, anche se con le dovute precauzioni. n

TAG: CAFFè DIEMME,INNOVAZIONE

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