F
are il rappresentante di categoria offre
spesso straordinarie opportunità di con-
fronto e di ascolto, nelle quali dovrebbe-
ro poi fertilizzarsi anche competenze e
qualità sindacali. Tra queste, la recente
partecipazione all’Assemblea dei Cavalieri del
Lavoro,concentratodieccellenzeimprenditoria-
li. Nell’occasione il Cav. Ali Reza Arabnia, nato
a Teheran (Iran), Presidente e Ceo di azienda
italiana, leader mondiale in impianti di verni-
ciatura per il settore automotive, è intervenuto
con grande semplicità ed efficacia, portando
la sua esperienza di imprenditore di successo,
invitando i colleghi ad abbandonare una in-
concludente politica del lamento di fronte alle
difficoltà del Paese.
Comeimprenditorisièobbligatiadinvestire,per
migliorare e rafforzare le aziende e, portando la
sua esperienza, ha parlato di un investimento
importanteperlasuaattività,cheavrebbepotuto
fare facilmenteall’estero, senzaburocraziaecon
generosi contributi, che ha preferito realizzare
comunque in Italia, nonostante cioè i tanti pro-
blemi e le difficoltà che le imprese (e non solo)
lamentano, perché i giovani ingegneri di cui
ha bisogno li trova bravi e geniali soprattutto
in Italia. Detto da un italiano d’importazione
fa specie ed è emblematico dell’autolesionismo
che spesso ci caratterizza nel giudicare le nostre
qualità, ma anche della stima e della conside-
razione che, nonostante i nostri mali, ancora ci
accompagnanonell’immaginariointernazionale.
L’Italia e gli italiani scontano cioè un deficit di
autostima,checiportaasopravvalutareiproble-
mi e, parallelamente, a sottovalutare le capacità
e le qualità che ci appartengono.
Questo senso di inferiorità si è visto anche in
occasione delle polemiche che hanno accompa-
gnato la pubblicità della nuova banconota da 10
euro, promossa dalla BCE, affidata per l’Italia
alla sorridente immagine di una cameriera, che
prende soddisfatta la sua primamancia. Mentre
glialtriprotagonistidellospot-francesi,tedeschi
e spagnoli - vengono colti nel loro tempo libero,
l’italiano, invece, è ripreso durante il lavoro, e la
differenza è statadamolti considerataumiliante
per il nostro Paese.
Personalmentehotrovato,invece,assolutamente
calzante l’immagine per un Paese che fa del
Turismo uno dei suoi asset principali, dove il
cameriere - ealtreprofessioni simili - esprimono
al meglio i valori dell’ospitalità, dell’accoglienza
edella cordialità sui quali è consolidata lanostra
straordinaria offerta. La polemica dimostra la
scarsa considerazione che raccolgono iMestieri,
che allontana i giovani dalle nostre professioni,
ingrossando, però, i tassi di disoccupazione, che
hanno raggiunto livelli di allarme sociale.
Finché rimane il concetto che i lavori manuali
sono umilianti, poveri e poco gratificanti, non
andiamo lontani. Fare il cameriere, invece, offre
tanteopportunitàprofessionali, anchedi natura
economica, grazie anche alle vituperate mance!
È un lavoro di sacrificio, ma nella vita niente è
regalato;siconosconopersone,prodotti,culture,
si imparano lingue e tradizioni, si acquisisce
personalità e capacità relazionali, si coltivano
rapporti umani, si conosce il mondo.
Nel film “La vita è bella”, in un breve passaggio,
il grande Roberto Benigni ne fotografa i valori,
anche di natura sociale.
Non si diventa (forse) Cavalieri del Lavoro,
però ci si possono togliere tante altre soddisfa-
zioniesentirsicomunquepienamenterealizzati.
Lino Enrico Stoppani
Cavaliere e Cameriere
L’ITALIA E GLI ITALIANI
SCONTANO UN
DEFICIT DI AUTOSTIMA
CHE CI PORTA A
SOPRAVVALUTARE
I PROBLEMI E A
SOTTOVALUTARE LE
NOSTRE CAPACITÀ E
QUALITÀ
Il punto
del presidente FIPE
4
Mixer
DICEMBRE/GENNAIO 2015