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N

on di soli format

vive l

’Ho.Re.Ca

. ita-

liano. Come si è vi-

sto, uno dei punti

di forza dei nostri

operatori è proprio la gran-

de competenza sul prodotto.

Che nasce spesso anche dal

gusto e dalla passione di la-

vorare per se stessi, di “met-

tere la propria firma” sul

piatto, lo spuntino, il drink o

la tazzina di caffè che si pro-

pone al posto di un brand

magari più impersonale.

Nonstupiscequindi cheanche

il lato fornitori, a cominciare

da quelli delle materie prime,

stia contribuendo inmodo im-

portante alla elaborazione di

questa via italiana. In

Molino

Quaglia

ne sono così convinti

che, nel 2006, hanno voluto

creare un’

Università della

Pizza

fondandola sul Mani-

festo della Pizza Italiana Con-

temporanea. Valorizzazione

delle tradizioni dai territori,

espressione della creatività

del pizzaiolo, ingredienti ita-

liani d’eccellenza: sono solo

alcuni dei valori sostenuti dal

Manifesto.

“Abbiamo progettato Univer-

sità della Pizza con lo scopo

di far comprendere ai pizza-

ioli il ruolo importante che la

loro figura riveste nel settore

dell’alimentazione fuori ca-

sa” – spiega

Piero Gabrieli

,

Responsabile Marketing di

Molino Quaglia. Un proget-

to necessario, perché spesso

la pizzeria viene vista, sia in

Italia sia all’estero, come più

vicina al fast food che all’au-

tentica ristorazione. Se da

un lato si tende ad associare,

quasi sempre erroneamen-

te, i prezzi contenuti con la

basa qualità, dall’altra è pur

vero che manca talvolta negli

operatori un’adeguata cono-

scenza di come si realizza un

impasto, di una lievitazione e

maturazione corretta, odi una

messa a punto della ricetta.

Prosegue Gabrieli: “Siamo

stati i primi (e ancora oggi

gli unici) attori del mondo

produttivo italiano a trasfor-

mare l’avvicinamento della

pizzeria italiana contempo-

ranea al mondo della cucina

semplice, buona e sana in un

progetto didattico e di comu-

nicazione, capace di dare ai

pizzaioli strumenti effettivi

di crescita professionale e di

miglioramento del prodotto

finale.Oggi chi frequentaUni-

versità della Pizza ne esce con

unbagagliodi conoscenza che

non si esaurisce nella capacità

tecnica di realizzare i diversi

tipi di impasti e di lievitazioni,

ma comprende anche le no-

zioni che gli permetterannodi

gestire al meglio la relazione

con collaboratori e dipen-

denti, l’organizzazione della

produzione e della vendita, la

valutazione dei costi di una

ricetta, elementi di comunica-

OSSERVATORIO

Quando la

materia

prima conta

50

Mixer

APRILE 2015