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I

l tema del Contratto di Lavoro è di grande

attualità, non solo perché il settore non rie-

sce a rinnovare il proprio, scaduto dall’aprile

2013, ma anche per la discussione in corso

sul futuro dei Contratti Collettivi Nazionali,

con il Governo pronto ad intervenire.

Il dibattito è tra chi ne difende la validità e l’im-

portanza e chi, invece, li ritiene superati, propo-

nendo il Contratto Unico a livello nazionale, che

determini il salario minimo e poche altre cose, tra

le quali i nuovi meccanismi di concertazione tra

le Parti Sociali.

Entrambi gli orientamenti presentano torti e ragioni,

che la discussione in corso ha già ben delineato,

ma l’innesco all’approfondimento sul futuro dei

Contratti ha origine nelle difficoltà di decine di

categorie a rinnovare i contratti scaduti o in sca-

denza, tra cui quella dei Pubblici Esercizi.

La lunga crisi ha messo in difficoltà molte imprese

e la gravità dei danni è cosa nota: crollo dei con-

sumi, azzeramento della produttività, investimen-

ti impossibili per mancanza di risorse, crescente

mortalità delle aziende, tassi di disoccupazione,

soprattutto giovanile, da record!

La situazione ha imposto alle imprese

profondi

sacrifici, economici ed organizzativi, che non pos-

sono non riguardare anche i lavoratori, non solo

per la forte incidenza che il costo del lavoro ha

nella struttura dei costi delle imprese, soprattutto

in quelle di servizio come le nostre, ma anche per-

ché il recupero di efficienza delle gestioni passa

anche dalla revisione di alcuni istituti contrattuali

di natura normativa, che le Controparti Sindaca-

li sembrano a volte considerare “diritti acquisiti”,

intoccabili a prescindere dai mutamenti del merca-

to, dalla diminuzione delle risorse esistenti, dalle

condizioni di difficoltà in cui le singole Imprese o

interi comparti possono trovarsi, dalla variazione

dei sistemi produttivi.

Questo impone di affrontare seriamente il tema

della produttività delle imprese,

perché senza

risorse non solo non si remunera il capitale inve-

stito, ma non si investe nel miglioramento delle

aziende, destinandole ad un declino che spesso può

presentare dolorose cadute occupazionali, e non si

reperiscono i mezzi per soddisfare le pur legittime

aspirazioni dei lavoratori in tema di salario.

Se molti CCNL sono bloccati, c’è una ragione di

fondo generale, che non sta nel fastidioso tattici-

smo per forzare le trattative o indebolire le con-

troparti; è la gravità del momento, da affrontare

con scelte coraggiose ed innovative, che ridiano

fiato alle imprese, efficientino l’organizzazione del

lavoro, sappiano premiare i giusti meriti del lavoro

dipendente.

Con questo spirito, Fipe

ha ripreso responsa-

bilmente le trattative per il rinnovo del CCNL di

categoria, rimuovendo la disdetta/recesso dal Con-

tratto in vigore, considerata sindacalmente sgradita.

In aggiunta a questo forte gesto politico, ci mette

la serietà che il momento impone, caricandosi le

aspettative delle aziende, con il rispetto dovuto alle

Controparti Sindacali, obbligate insieme a ricercare

“nuovi equilibri” che devono rilanciare il settore.

C’è in gioco il futuro di aziende e famiglie, ma anche

la credibilità di Parti Sociali, che devono saper con-

trastare i rischi di una contrattualizzazione imposta

per Legge, ricercando contratti adeguati ai tempi

e ai bisogni delle Imprese e dei loro dipendenti.

Contratto di Lavoro:

quali nuovi equilibri?

Il punto

del presidente FIPE

Lino Enrico Stoppani

8

Mixer

OTTOBRE 2015

Cordialmente.