NEL 2016 ILMERCATO ITALIANO
È CRESCIUTODELL’8,3%RISPETTO
AL 2015, TOCCANDOQUOTA
9,5MILIONI DI SACCHI.
E LA TENDENZA, DICONO
LE PROIEZIONI DEGLI ESPERTI,
È DESTINATA A IRROBUSTIRSI
ULTERIORMENTE
di Chiara Bandini
Il nostro Paese
ha saputo
conquistare un ruolo
di primo piano
nella lavorazione
del caffè a livello
mondiale
SCENARIO
10 Mixer
/
COLLECTION
Importazioni & trading
nero
Non si ferma
la corsa all’oro…
L
a crisi? Per il caffè non sembra neppure ini-
ziata.Almenosesiosserval’andamentodelle
importazioni dallaprospettiva italiana. Il no-
stroPaese–cherappresenta il terzomercato
almondodietroaUsaeGermania–continua
infatti amettere a segnoperformance al rialzo. Adirlo
sono, nero su bianco, i numeri: secondo le rilevazioni
ufficiali Istat, infatti, nel 2016 il nostro mercato ha
assorbito qualcosa come 9,5 milioni sacchi: una cifra
davvero enorme se si considera che ogni sacco pesa
60 kg. La materia prima da cui si ricava l’“oro nero”
muove, insomma, un mercato importante che corre
peraltro a ritmi di crescita particolarmente brillanti:
il +8,3% registrato nel 2016 rispetto al 2015 è infatti
soltanto l’ultimoanellodi unacollaudataseriepositiva.
Un’accelerazione inpiena regola, fruttoper lopiùdella
spintaassicuratadall’export. Eanche inquestocaso la
prova viene dai dati. “Fino a 10 anni fa - spiega
Mario
Cerutti
, presidente del
Comitato Italiano del Caffè
,
Associazionedi settoredi
Aiipa
(Associazione italiana
delle industrie prodotti alimentari) – l’import italiano
si assestava tra i 7 e i 7,5 milioni di sacchi, di cui poco
meno di 6 milioni impiegati per il mercato interno.