anni per la tipologia “invecchiato”, più
ricercato e di conseguenza leggermente
più costoso.
VERSATILITÀ IN CUCINA.
«In effetti il balsamico di Modena
Igp invecchiato è un aceto di pregio
- dice
Antonio Bocchi
di
Ristogam-
ma
di Rubiera, in provincia di Reg-
gio Emilia - che non può mancare nel
nostro portfolio: ne abbiamo di tre
o quattro invecchiamenti differenti,
ma i consumi non sono elevati per
una ragione di costo, mentre della ti-
pologia non invecchiata i ristoratori
della nostra zona fanno un abbon-
dante uso, come condimento, con i
formaggi, ma anche in cucina. Si usa
sulle scaloppine, per insaporire un
riso o una pasta, sulle tartare… gli
impieghi sono i più svariati. Non a
caso abbiamo un formato da litro,
più pratico per chi deve cucinare e
quello da 250 ml da mettere in ta-
vola. In ogni caso mi sono accorto
che non sono solo i ristoratori della
nostra area ad apprezzarlo: da più di
10 anni, ho constatato che l’utilizzo
dell’aceto balsamico è andato via via
crescendo in tutta Italia, credo sia
per il minor punto di acidità rispetto
all’aceto di vino, sia per la sua versa-
tilità su molti piatti. E viaggiando mi
è capitato di vederlo in vendita dal
Giappone alle Americhe. Un bell’e-
sempio di Made in Italy da valoriz-
zare e tutelare, che qualifica chi sa
usarlo nel modo giusto».
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Un solo Consorzio per una maggiore tutela
Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena e il Consorzio Filiera Aceto Balsamico
di Modena hanno unito gli intenti per una maggiore incisività nell’attività di
tutela e di valorizzazione del prodotto, dando vita al
Consorzio di Tutela
dell’Aceto Balsamico di Modena
, che conta 50 soci rappresentativi di
oltre il 98% dell’intera produzione e contribuisce alla nascita del quarto polo
dell’agroalimentare italiano per valore e primo per l’esportazione.