vino
27 Luglio 2023Nel primo semestre del 2023 sono state 3.512.400 le bottiglie prodotte a marchio Etna DOC, pari a un imbottigliato di 26.343 ettolitri, con un incremento del 6,2% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022, quando la produzione si era attestata a 3.293.388 bottiglie, equivalente a 24.796 ettolitri.
“I dati confermano l’ottima accoglienza che il mercato continua a riservare ai vini della nostra denominazione” commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC. “Il primo semestre dell’anno scorso era stato molto positivo e l’ulteriore crescita dell’imbottigliato nei primi sei mesi del '23, nonostante la situazione economica complessiva sia sempre delicata, ci dona grande fiducia e certifica la maturità raggiunta dalla nostra denominazione”.
Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, si confermano anche quest’anno le ottime performance dei vini bianchi, a partire dall’Etna Bianco DOC (+19%) e dall’Etna Bianco Superiore DOC (+120%), tipologia riservata esclusivamente ai vini prodotti con uve coltivate nella provincia del Comune di Milo, sul versante est del vulcano.
La tipologia più imbottigliata della denominazione rimane comunque l’Etna Rosso DOC, con poco più 1,3 milioni di bottiglie, mentre si evidenzia la crescita dell’imbottigliato dell’Etna Rosso Riserva DOC. Continua ad esserci grande fermento anche sul fronte degli spumanti, che in questa prima metà dell’anno fanno segnare una crescita del 60% nella versione bianca.
Per quanto riguarda lo stato fitosanitario delle uve, quest’anno c’è massima attenzione sulla diffusione della peronospora. “L’andamento meteorologico in tutti e quattro i versanti è stato abbastanza regolare sino al mese di giugno quando, come un po’ in tutta Italia, abbiamo registrato abbondanti piogge - spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio - che ha comportato una difficile gestione per il controllo della peronospora, malattia non molto frequente alle nostre latitudini. La peronospora fortunatamente si è diffusa a macchia di leopardo e non ha interessato tutta l’area della doc. A livello generale, è molto probabile che non ci siano gravi rischi, ma l’allerta è elevata e il monitoraggio è continuo”.
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A cura di Matteo Cioffi
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