food
29 Aprile 2015A tre giorni dall’apertura di Expo 2015, Assofoodtec - Associazione italiana costruttori macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare - federata Anima, ha organizzato a Milano una conferenza stampa dedicata alla tematica delle tecnologie italiane per il food. Un comparto che, nonostante il ruolo chiave svolto dalla filiera tecnologica nello sviluppo del settore alimentare, non è stato considerato nel pay off dell’Esposizione Universale “Feeding the Planet, Energy for Life”.
Nel corso della conferenza, i vertici dell’associazione hanno illustrato come le tecnologie alimentari possano considerarsi a pieno titolo eccellenze del Made in Italy nel mondo. Accanto ai rappresentanti dei sette comparti di Assofoodtec è intervenuta anche Ucima in qualità di associazione complementare.
«Nonostante l’Esposizione Universale sembri essersi dimenticata del ruolo cruciale svolto dal comparto - afferma il presidente di Assofoodtec, Nicola Marzaro - è doveroso ribadire con forza che il mondo ha bisogno di attrezzature esattamente come ha bisogno di cibo. Questa necessità riguarda non solo i Paesi che devono ridisegnarsi diversificando le esportazioni e diminuendo la propria dipendenza dalle industrie estrattive, ma anche i Paesi dell’Africa e del Sud e Centro America, per i quali è importante sviluppare la propria capacità produttiva introducendo tecnologie aggiornate».
«Il settore dei costruttori italiani di macchine per confezionamento e l’imballaggio, costituito da circa 600 aziende con un fatturato totale di oltre 6,2 miliardi di euro, è da sempre una punta di diamante del nostro sistema industriale nazionale - dichiara il presidente di Ucima, Giuseppe Lesce -. Le nostre aziende, che realizzano all’estero mediamente oltre l’80% del proprio fatturato, operano da decenni su tutti i mercati mondiali e si contendono la leadership mondiale con i costruttori di macchine tedeschi; un ulteriore motivo di orgoglio per il nostro sistema industriale».
«L’Italia è il primo Paese esportatore per pastifici ed estrusi, ed il terzo per il settore molitorio - dichiara il presidente Ucma - Costruttori Macchine per l’Industria Alimentare, Claudio Maria Pollini -. I valori medi dell’export si attestano al 73% per le macchine e impianti per pastifici ed estrusi alimentari e all’89% per molini, mangimifici e sili; in Ucma convivono grandi e medio-piccole realtà che, pur se con minore capacità di internazionalizzazione, esportano il 50% della produzione, mentre i grandi gruppi arrivano in alcuni casi fino al 93-94%. Tra i Paesi di destinazione l’Africa ha avuto un netto recupero negli ultimi 3-4 anni nell’ambito di pastifici ed estrusi, mentre Asia ed Europa hanno fatto da padrone per il settore molitorio. Entrambi i settori hanno dimostrato invece una buona tenuta nei mercati “tradizionali”, ossia Centro-Sud America ed Europa dell’Est».
«Il comparto che rappresento ha sofferto nei primi anni di crisi, ma recentemente abbiamo registrato un trend positivo, con fatturati in crescita che oggi si aggirano sui 700 milioni di euro e un export pari al 70% della produzione totale - sottolinea il presidente del Gruppo Ucma costruttori macchine e forni per panificazione, Igino Sottoriva -. Grazie al grande sforzo fatto dalle imprese, oggi l’Italia è la prima esportatrice al mondo di macchine, forni e attrezzature per la panificazione e la pasticceria, un risultato che rende il comparto un’eccellenza italiana e un motivo di orgoglio per l’Italia».
«Non c’è nessun altro Paese al mondo che possa equiparare la sua offerta a quella del comparto del gelato artigianale e di produzione propria in Italia - commenta il Presidente Acomag - costruttori macchine arredamenti attrezzature per gelato, Vittorio Bartyan -. È pertanto lecito parlare di sistema italiano del gelato per descrivere un comparto in cui la grande professionalità, gli investimenti, le ricerche e l’innovazione hanno permesso al settore di crescere grazie al lavoro e al merito di tutti i suoi attori, facendo convergere chiunque abbia un interesse per il gelato artigianale sui prodotti, macchine, attrezzature e arredamenti italiani».
«Anche se il caffè espresso è un prodotto storicamente legato alla cultura alimentare italiana, stiamo assistendo a un’internazionalizzazione della domanda: oggi 3/4 della produzione nazionale viene assorbita dai mercati esteri e, se osserviamo la dinamica delle aziende associate ad Ucimac, questa quota va oltre l'80% - mette in luce il Presidente Ucimac - costruttori macchine per caffè espresso ed attrezzature per bar Maurizio Giuli -. Continuando a investire su innovazione e organizzazione, le aziende italiane sono riuscite a crescere nonostante il contesto economico sfavorevole dell’ultimo quinquennio, con un aumento del 12% della produzione e del 19,5% dell’export dal 2010 al 2014».
«Piuttosto che parlare del significato di Expo 2015 per il settore delle tecnologie per il food, possiamo descrivere l’offerta delle nostre aziende per la manifestazione e il suo importantissimo tema - dice il presidente costruttori affettatrici, tritacarne ed affini, Andrea Salati Chiodini -. Le imprese del nostro comparto innovano, investono, producono con l’obiettivo primario di evitare gli sprechi energetici e alimentari e assicurare la sicurezza dei lavoratori. Guardare sempre avanti senza dimenticare il nostro passato ci ha permesso di diventare la prima nazione al mondo nella produzione di macchine per la lavorazione di alimenti».
«Nel settore delle tecnologie per la refrigerazione alimentare l’Italia, con un valore di esportazione pari a circa 1,5 miliardi di euro su un totale di circa 21 miliardi di esportazione nel mondo, si colloca al terzo posto di un podio ideale a pari merito con Stati Uniti e Germania - afferma il presidente costruttori impianti frigoriferi, Marco Nocivelli -. Se, però, scendiamo a livello delle attrezzature frigorifere per il commercio, la quota italiana sul totale delle esportazioni raggiunge la ragguardevole percentuale del 20%. Expo sarà l’occasione per sottolineare come le macchine prodotte dalle società italiane siano capaci di coniugare bellezza e ingegno, merchandising e innovazione tecnologica, tradizioni secolari e consumi sostenibili, caratteristiche che le rendono leader nel settore e dimostrano che in Italia permane lo spirito d’inventiva rappresentato dall’inventore per eccellenza, Leonardo Da Vinci».
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A cura di Matteo Cioffi
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