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24 Maggio 2017Si sono tenuti due giorni fa presso l’Aula Magna del C.I.R.V.E. (Facoltà di Enologia di Conegliano) gli Stati Generali del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, un momento di riflessione e approfondimento sulla Denominazione che ha preso le mosse dall’ultima annata. Dopo i saluti di Vasco Boatto, preside della Facoltà di Enologia, e di Floriano Zambon, sindaco di Conegliano, Innocente Nardi Presidente del Consorzio di Tutela ha dato il benvenuto agli ospiti e ha aperto i lavori sottolineando l’obiettivo della giornata. “La nostra volontà è indicare e promuovere le caratteristiche peculiari del Conegliano Valdobbiadene perché diventino i parametri attraverso i quali valutare le singole annate, e in generale il prodotto” afferma Innocente Nardi, “al fine di permettere al consumatore di acquisire le coordinate precise per individuare e riconoscere un prodotto unico nel panorama enologico mondiale qual è il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG”.
Sulla base di questo approccio ha preso forma il confronto tra gli esperti al tavolo: Michael Edwards, giornalista, scrittore ed esperto di enogastronomia, Antonello Maietta, Presidente Associazione Italiana Sommelier, Hermann Pilz, caporedattore della testata tedesca Weinwirtschaft e Marco Sabellico giornalista e curatore della Guida Vini d’Italia, Gambero Rosso; insieme, nella giornata di domenica al Castello di San Salvatore a Susegana, hanno potuto degustare l’annata 2016 e sperimentare una verticale di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore allo scopo di individuare i tratti tipici di questo vino e poterli ritrovare e valutare nel corso delle annate successive.
L’analisi del 2016 ha trovato concordi i relatori, “un’annata in cui oltre all’impegno tenace del viticoltore e alla cultura enologica alla base di ogni bottiglia di Prosecco Superiore, si gode nel calice anche l’andamento climatico favorevole del 2016, ideale per il Prosecco Superiore” apre così il confronto Antonello Maietta. “Un 2016 di grande freschezza ed equilibrio, un’armonia d’insieme che rende particolarmente gradevole la beva. Le note fruttate, l’agrume in sottofondo, in generale, si trovano bouquet molto interessanti” prosegue Marco Sabellico.
Sui favori del clima 2016 tornano tutti i relatori che concordano nell’affermare che nonostante alcuni momenti di eccessiva piovosità e le temperature elevate, il 2016 è stato mediamente l’anno più caldo da quando si è iniziato a misurare la temperatura, si ritrovano nel calice quei sentori fruttati tipici del Prosecco Superiore. Ma la celebrazione del Prosecco Superiore non può che passare da quella del lavoro dell’uomo sottolineato da Michael Edwards “il 2016 è stata un’annata straordinaria per Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, ma oltre alla qualità del prodotto, in questi giorni trascorsi qui, ho potuto assorbire l’energia che anima questa zona di produzione. Molti parlano dei profitti generati da questo spumante, ma il suo prezzo non riflette la quantità e la qualità del lavoro che richiede”.
Quando si parla di peculiarità del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si ricorre alla classificazione delle tre tipologie tradizionali: Brut, Extra Dry e Dry e si analizzano le preferenze che il mercato esprime su ciascuna. Ma oggi questa analisi risulta riduttiva, soprattutto dopo il lavoro di valorizzazione delle diverse zone della denominazione. “Negli ultimi anni è cresciuta la preferenza del consumatore per il Brut, almeno per il mercato italiano, mentre non è così per quello tedesco” afferma Hermann Pilz, “in Germania persiste la preferenza per la versione extra dry. Ma è molto interessante il lavoro sulla zonazione sviluppato dal Consorzio perché esalta le peculiarità del prodotto, un lavoro sicuramente apprezzato dagli intenditori”. Infatti, l’individuazione di territori omogenei come le Rive, caratterizzati per la loro pendenza, consentono di distinguere più nettamente i tratti tipici del prodotto.
Infine, la degustazione della verticale proposta ai relatori ha fatto emergere che il Prosecco Superiore è un vino che, contrariamente a quanto si usa ritenere, può godere i benefici di qualche anno di invecchiamento, conservando le sue peculiarità in bottiglia. Per sintetizzare i temi affrontati e consegnare una sorta di guida all’analisi del prodotto i relatori e il Presidente Nardi, a nome del Consorzio di Tutela, hanno condiviso che quando si degusta un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, il filo conduttore distintivo dell’annata si ritrova nell’elegante aromaticità, nella freschezza e nella forza acida che mantiene giovane il prodotto. Lo spumante pur avendo una struttura proteica importante, indice di rotondità, opulenza, lunghezza e al tempo stesso piacevolezza, al naso si presenta intenso ed ampio, mentre al palato risulta essere un vino avvolgente, setoso con un perlage persistente.
Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG si impegna a proseguire l’analisi delle prossime annate perché si affermi la consuetudine a valutare il Prosecco Superiore secondo caratteristiche proprie di questo vino.
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A cura di Matteo Cioffi
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