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12 Giugno 2017Cuochi in festa, scatenati nelle danze. Questo il fermo immagine simbolico della serata che ha inaugurato la 6ª edizione di Cibo Nostrum, definita, a ragione, la “Grande festa della Cucina italiana”. La manifestazione, organizzata dalla Federazione Italiana Cuochi, si svolge dall’11 al 13 giugno tra Zafferana Etnea (Ct) e Taormina (Me) e ha preso il via con un grande party sul green del Naxos Beach Hotel di Giardini Naxos.
Padroni di casa, oltre a tutti i cuochi della federazione, Antonio Tommasi, direttore dell’Atahotel Naxos Beach, e Nico Scalora, chef executive dell’albergo. Hanno dato vita a una appassionata festa siciliana, che ha visto protagonista la gastronomia del territorio, dalle arancine al cous cous, alle grigliate di carne.
[caption id="attachment_126335" align="alignleft" width="270"] Rocco Pozzulo con Salvatore Bruno[/caption]
«Cibo Nostrum migliora di anno in anno. E siamo solo all’inizio», hanno sottolineato all’unisono Seby Sorbello e Pietro D’Agostino, cuochi di Zafferana Etnea e Taormina, veri pilastri della macchina organizzativa della manifestazione. Kermesse che oggi entra nel vivo con il convegno “Pesce azzurro: pesca sostenibile, cucina consapevole” e con l’attesissimo Taormina Cooking Fest. Lungo corso Umberto, 150 cuochi provenienti da ogni parte d’Italia esprimeranno la loro cucina in uno scenario unico, un viaggio straordinario nell’universo dei sapori arricchito dalla presenza delle più autorevoli cantine siciliane.
«Cibo Nostrum rappresenta per noi una grande manifestazione - ha commentato il presidente FIC Rocco Pozzulo - che ha avuto una grande evoluzione dalla sua prima edizione, sei anni fa: ha preso il via come semplice attività nel cuore della Sicilia per divenire poi evento nazionale con prospettive future internazionali. Si tratta di un'occasione per noi cuochi per stare insieme, e allo stesso tempo offrire ai tanti food lovers le cucine tipiche di ogni Regione d'Italia. È una vera e propria festa della Cucina italiana, tanto che a cucinare qui siamo quasi 200 cuochi, tutti volontari, che hanno lasciato affetti e ristoranti per questi tre giorni di cibo, di amore e di solidarietà. Infatti parte del ricavato sarà devoluto per la ricerca sul morbo di Parkinson».
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