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05 Aprile 2022Dopo una prima edizione nel 2020, svoltasi proprio a pochi giorni dall’inizio della pandemia, l’appuntamento ideato dal Consorzio Colli Tortonesi si è presentato quest’anno nel suo nuovo format aggiornato e completo di anteprima, masterlcass, banco d’assaggio, cene tematiche e visite in cantina, attirando sul territorio oltre trenta giornalisti dall’Italia e dall’estero.
“C’era grande attesa ed emozione per questa edizione di Derthona Due.Zero – commenta Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi. Per la prima volta si è svolta anche un’anteprima della nuova annata dei vini Timorasso, un banco di prova molto importante per i produttori. L’interesse nei confronti di questo vitigno è sempre molto alto e testimonia il grande lavoro che tutti i produttori stanno facendo per far emergere i tratti distintivi di un vino che mostra carattere e complessità, soprattutto con il passare del tempo, come i grandi vini bianchi del mondo. Dopo due anni di assenza, siamo finalmente tortati in presenza e oltre ad operatori del settore e wine lovers ci hanno raggiunto qui a Tortona anche tanti giornalisti con i quali abbiamo avuto il piacere di confrontarci”.
Ed è stata proprio la presenza sui colli tortonesi di alcuni dei più importanti critici internazionali del vino che ha confermato la potenzialità della vocazione vitivinicola del territorio, e ha fatto parlare dell’attuale momento d’oro del Derthona non come di un punto di arrivo, ma dell’inizio di un percorso che nelle previsioni unanimi degli intervenuti porterà il Derthona ad affermarsi tra i più grandi vini bianchi.
“L’Italia è conosciuta nel mondo per i suoi grandi rossi, ma il potenziale dei vini bianchi sta crescendo e un contributo sempre più importante per far affermare l’Italia come grande paese di produzione per questi vini arriverà anche dal Derthona” ha affermato Gianni Fabrizio, giornalista e scrittore, considerato il massimo esperto e conoscitore storico del fenomeno Timorasso.
La stampa estera è andata oltre e non ha avuto esitazioni ad avvicinare le diverse interpretazioni dei produttori tortonesi ad alcune delle migliori espressioni di vini francesi: lo svedese Anders Levander, una delle più autorevoli firme del Nord Europa ha aggiunto “I produttori dei Colli Tortonesi hanno tra le mani un tesoro, e per chi come me e gli altri colleghi della stampa estera presenti, gira il mondo, ed è spesso in Francia, non ha esitazioni a poter avvicinare il Derthona ad alcune delle migliori espressioni dei grandi vini bianchi della Borgogna".
Sotto i riflettori di Derthona Due.Zero l’annata 2020 di Timorasso, che ha contraddistinto i banchi di degustazione dei produttori presenti al Museo Orsi. “La stagione 2020 è stata caratterizzata da un’estate equilibrata e da un settembre che possiamo definire estivo – ha spiegato Davide Ferrarese, agrotecnico di VignaVeritas. La stagione vegetativa ha visto buone precipitazioni durante tutto il periodo, ma mai in modo eccessivo, aspetto che ha contribuito a non compromettere affatto la qualità complessiva dell’uva portata in cantina. Siamo certamente soddisfatti e, anche in prospettiva, ci aspettiamo ottimi risultati con il passare degli anni, perché è proprio nell’invecchiamento che questo vino sa dare il meglio di sé”.
Derthona Due.Zero è stata anche l’occasione per fare il punto sull’iter che porterà all’introduzione della futura sottozona Derthona, antico appellativo della città di Tortona, e che consentirà di unire con un unico nome territorio, vino e vitigno. Contemplerà tre tipologie: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva, e sarà dedicata esclusivamente al Timorasso. “Saranno circa 1 milione le bottiglie che in futuro recheranno in etichetta il nome Derthona: – conclude il presidente del Consorzio, è un progetto molto importante per tutto il territorio, che intende valorizzare la longevità del Timorasso spostando ad un anno la data di immissione in commercio, che sale a tre anni nel caso della versione Riserva. Inoltre vengono fissate delle altitudini minime di impianto differenti per ognuno dei Comuni presenti nel disciplinare per valorizzare le peculiarità di un territorio molto vasto e che non può essere uniformato perché comprende ben 6 valli con climi differenti al suo interno”.
Si tratta insomma di una scommessa vinta, sulla quale inizialmente hanno puntato pochi illuminati pionieri del territorio e che oggi è portata avanti da oltre 50 produttori. Una progressione importante che certifica il successo di un vino e di un vitigno che sono diventati il simbolo del Rinascimento dei Colli Tortonesi. Nel tempo è anche costantemente cresciuta la compagine sociale del Consorzio che ha raggiunto 76 soci, tutti impegnati nella promozione e valorizzazione dei suoi vini.
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