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13 Maggio 2024 Come si misura l'Italian Sounding? Ma soprattutto: di quanto è stato il danno subìto a causa sua dalle imprese del Made in Italy nell'anno appena trascorso? A dirlo, mostrando le sue implicazioni a livello globale e regionale, sarà la survey realizzata da The European House-Ambrosetti, che verrà presentata in occasione dell'ottava edizione del Forum “La roadmap del futuro per il Food&Beverage” (dal 7 al 9 giugno prossimi a Bormio). Forum chiamato come ogni anno – siamo alla terza edizione – a fare il punto della situazione su un fenomeno che, in tutto il mondo, definisce come italiani prodotti che in realtà non lo sono. E che, nel solo 2022, è costato circa 60 miliardi di euro.
LA FILIERA AGROALIMENTARE COME AMBASCIATRICE DEL MADE IN ITALY
Durante il Forum, ad accendere ulteriormente i riflettori sull'importanza della filiera agroalimentare tricolore, sarà anche la presentazione del nuovo Food Sustainable Index, pensato per svelare i progressi della ricerca sulla transizione sostenibile della filiera agroalimentare italiana e, in particolare, del Food&Beverage. Un asset, quello dell’eccellenza del Made in Italy, che si conferma strategico per la competitività del Paese, in crescita dal 2015. “La filiera vanta 251,1 miliardi di euro di fatturato, di cui 176,7 miliardi nel Food&Beverage, e 66,6 miliardi di euro di valore aggiunto agroalimentare, di cui 29 miliardi nel settore”, ha detto durante la presentazione dell'evento di Bormio Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House-Ambrosetti. “Il settore Food&Beverage conta 457.000 milioni di lavoratori, tra i 3,3 milioni di occupati in tutta la filiera agroalimentare. Inoltre, delle 1,2 milioni di imprese di tutta la catena, 60,444 appartengono al Food&Beverage”. La filiera ha mostrato una crescita anche per quanto riguarda le esportazioni. “Tra i 62,2 miliardi di euro di export, 53,4 miliardi di euro sono del settore”, spiega De Molli.
La filiera agroalimentare, inoltre, rappresenta il made in Italy nel mondo. Infatti, secondo un’elaborazione di The European House- Ambrosetti, l’Italia è il terzo paese in Europa per quota del settore agroalimentare sul Pil (3,8%), preceduto solo da Spagna (5,2%) e Francia (4,5%), e più alta della Germania (2,6%). Inoltre, attivando 30 macro-filiere da monte a valle, la filiera genera il 19% del PIL nazionale.
Per quanto riguarda i prodotti, il protagonista della filiera è il vino. “Nonostante la decrescita dovuta ai fattori climatici, l’Italia rimane il primo paese al mondo per produzione di vino, e secondo paese al mondo per le sue esportazioni (20%), dopo la Francia (26,1%)”, commenta il CEO. “Inoltre, è il primo paese in Europa per numero di prodotti certificati con 890 denominazioni - 564 legate alla produzione vitinicola e 326 a quella alimentare, per un fatturato totale di 20,2 miliardi di euro.”
Infine, anche dal punto di vista turistico, le produzioni agroalimentari e la tradizione culinaria italiana sono motivo di attrattività del Paese. “L’Italia è il primo paese al mondo per presenza di ristoranti nazionali nelle principali metropoli mondiali e la prima destinazione enogastronomica al mondo”, conclude De Molli.
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A cura di Matteo Cioffi
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