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31 Luglio 2024Non è un arrivederci Roma, bensì un vero e proprio addio. Lo ShowRum, in scena il prossimo 6 e 7 ottobre, saluta la Capitale e s’installa a Bologna. Un cambiamento storico per quella che sarà la decima edizione della manifestazione dedicata al distillato di canna da zucchero. Leonardo Pinto, ideatore di ShowRum, ha spiegato a Mixerplanet che cosa l’ha spinto a compiere questa scelta: «Bologna è un crocevia in Italia – ha detto Pinto –, facile da raggiungere e che permette anche una mobilità semplice in città. Un capoluogo nevralgico per l’ospitalità dunque, oltre che città molto attiva dal punto di vista dell’offerta di locali serali».
La nuova home sweet home dello ShowRum sarà dunque il Binario Centrale dello Spazio Dumbo, spazio di 1500 mq situato a due passi dalla stazione ferroviaria di Bologna. L’ingresso sarà a pagamento nella giornata di domenica (15 euro in prevendita, 12 sul posto), mentre libero il lunedì per quella che è la giornata dedicata esclusivamente a stampa e trade. Attualmente, oltre 60 aziende del settore spirits hanno già confermato la loro presenza come espositori, con l’obiettivo di aggiungerne almeno una decina in più come fa sapere Pinto.
Ricco il programma sviluppato nella due giorni. Intanto, il team organizzativo è stato ampliato. Oltre allo stesso Pinto e a Paolo Sanna, sono entrati nello staff due noti esponenti del rum in Italia, vale a dire Marco Graziano (membro dell’Iss, l’International Sugarcane Spirits, maggiore competizione mondiale dedicata al rum) e Gianni Zottola esperto bartender, formatore e consulente del mondo dei liquori e distillati caraibici. I tre insieme hanno messo a punto masterclass e tavole rotonde, alle quali è possibile iscriversi sul sito della manifestazione o direttamente al desk dell’accoglienza nei due giorni di evento. Previsti anche corner bar, per dare, in primis, ulteriore visibilità alla miscelazione, mentre torna la premiazione relativa alla Guida dei Migliori Bar Rum d’Italia, interrotta dall’edizione del 2020 con l’avvento nefasto del Covid. E non solo.
Confermata la Show Rum Tasting Competition, avvincente gara dove una giuria di esperti, affiancata da trenta giurati popolari, dovrà eleggere, con assaggio alla cieca, il migliore rum di questa decima edizione. Si segnala la sezione serale dell’evento, vale a dire la Drink Around che coinvolgerà alcuni noti cocktail bar felsinei che apriranno le loro porte a presentazioni e degustazione già alla vigilia della manifestazione. Da non perdere, poi, l’area tematica speciale dedicata ai distillati del Brasile, ribadendo la volontà degli organizzatori di proporre ai visitatori un focus su quei Paesi principali produttori di distillati che, oltre al rum, abbracciano anche altre tipologie di prodotti simili.
Proprio la varietà è uno degli aspetti sui quali lo ShowRum richiama l’attenzione. «Oggi il mercato è molto differenziato – spiega Pinto a tal proposito –. Si assiste, da un lato, a una fetta di consumatori che si avvicina al rum per la prima volta, lo scopre e se ne innamora, ma dall’altra rimane forte lo zoccolo duro di veri appassionati, alla costante ricerca di nuove proposte e che non si accontentano di referenze standard. Con un’offerta in continua fase di ampiamento si favorisce l’emergere incessante di trend di consumo, da quelli che premiano etichette con sapori più morbidi e più facili da approcciare, ad altri orientati verso prodotti più complessi e strutturati. Un lungo excursus di sensazioni organolettiche cha rappresenta la forza di base di questo incredibile distillato».
Distillato che, in Italia, sta cercando di ritrovare lo smalto di un tempo. I tempi del boom sono rimasti fermi al passato, ma nulla esclude un ritorno da protagonista del rum, in un mercato comunque dominato tuttora dal gin. «È vero che con l’avvento della pandemia, i consumi di rum (ma non solo) hanno subito un pesante arresto, mentre oggi la recessione rappresenta un ulteriore freno alla crescita delle vendite – riconosce l’organizzatore dello ShowRum –. Tenendo però in considerazione il macro sistema economico nel quale si muove il distillato di canna da zucchero, i segnali sono decisamente incoraggianti. Volendo fotografare l’attuale situazione nel nostro Paese, possiamo dire che i volumi di rum sono in calo, se ne beve meno, ma non si tende a risparmiare perché si preferisce qualcosa in più per godere di prodotti premium, caratterizzati da una qualità elevata. Fattore questo che rende lecito pensare che il rum possa recuperare il gap pero in questi ultimi anni».
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