21 Marzo 2014
Il discorso del Presidente, Maurizio Pasca, durante la terza convention nazionale dei presidenti provinciali del Silb tenutasi a Firenze.
“Da tre anni il Silb ha iniziato un percorso che vuole porre al centro dell’azione le imprese, le loro esigenze, i loro problemi; nonché fornire ai dirigenti nazionali e territoriali del Silb quegli strumenti utili al raggiungimento di tale finalità. Questa la motivazione che ci ha spinto ad organizzare un momento annualedi confronto su tematiche specifiche. Dedichiamo quest’anno i lavori della terza convention al divertimento sicuro e di qualità in contrapposizione a quello senza regole. Un tema particolarmente sentito dalle imprese. Da un lato le imprese che organizzano, nel rispetto della legge la loro attività, dall’altro situazioni che sfuggono ad ogni regola e forma di controllo. Un fenomeno quest’ultimo che si colloca nell’alveo più generale dell’abusivismo. Una forma subdola di concorrenza sleale ampiamente diffusa in moltissimi settori del sistema economico italiano, ma altresì fortemente presente nel nostro comparto: quello dell’intrattenimento danzante. Una forma di concorrenza irregolare che brucia sulla pelle delle imprese e che genera quella Black economy contro la quale tutti ci scagliamo, ma che spesso non viene adeguatamente contrastata. Un fenomeno che sta portando le nostre imprese alla chiusura, poiché sottrae ricchezza e linfa vitale a quelle vere: quelle regolari, quelle che per poter ricevere le autorizzazioni necessarie per poter svolgere la propria attività legalmente, si sono sobbarcate di costi onerosi per mettere in sicurezza i locali, quelle che pagano le tasse, i contributi ai dipendenti, i diritti musicali agli autori e così via. Quelle imprese che sono li, sul territorio, sempre presenti: da anni, da decenni (Space Firenze); gestite con responsabilità e professionalità senza improvvisazione. Insomma,quel tessuto imprenditoriale che è la fonte indispensabile, il tessuto connettivo che costituisce il volano all’economia del territorio con particolare riferimento a quella turistica. Basti pensare all’ingente ed imprevisto flusso di turismo che il ballo ha generato la scorsa estate nel Salento, ai problemi verificatisi poiché molto spesso non organizzato in spazi regolari. Desidero qui ringraziare il Prefetto di Lecce Giuliana Perrotta che ha accolto il mio invito a partecipare a questo incontro nazionale, che ha saputo gestire al meglio tale situazione anche con l’attivazione di tavoli di concertazione con tutte le istituzioni e le parti sociali. Sua eccellenza si è resa promotrice di una iniziativa che non ha simili in Italia. Ha fatto sottoscrivere ai Sindaci del Salento un protocollo d’Intesa con cui, di fatto, si impegnano al rispetto della legalità richiedendo a tutte le imprese turistiche quelle certificazioni che impediscono possibili infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale salentino. Ha fatto si che cessassero tutte quelle manifestazioni danzanti sulle spiagge che, di fatto le avevano trasformate in vere discoteche a cielo aperto. Ed è cronaca dell’altro giorno che il Sindaco di Gallipoli, in una riunione a cui ho partecipato, su precise indicazioni del Prefetto, ha informato tutte le Associazioni interessate che questa estate saranno vietati tutti gli intrattenimenti serali e notturni sulle spiagge. In un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo, dove il consumatore ha sempre meno disponibilità economica e che vede una continua contrazione dei consumi; dove le imprese hanno difficoltà a far quadrare i conti, in un momento come questo, tutti pensano di “sbarcare il lunario” attrezzandosi per fare intrattenimento: oramai si balla dappertutto. Vediamo così che, di sera, ristoranti, bar stabilimenti balneari,circoli privati si trasformano in discoteche o locali da ballo. Velocemente si spostano i tavoli e si improvvisa una pista dove ballare, si utilizzano sistemi di diffusione sonora e impianti luce, si contattano dei dj e .. voilà il gioco è fatto: la serata è servita. Si organizza così un prodotto di divertimentoche superficialmente potrebbe sembrare regolare e si invita poi il consumatore a fruirlo. Ma dove è andata a finire ad esempio la garanzia della sicurezza dell’incolumità pubblica? Nessuna uscita di sicurezza, nessun utilizzo di materiali ignifughi. Cosa accadrebbe se ci fosse un principio di incendio. Come sfollerebbero con calma le centinaia di persone che si accalcano in tali luoghi? Ma se una forma di irregolarità si cela nelle tipologie di locali sopra indicati, locali che tuttavia hanno comunque una autorizzazione per svolgere un altro tipo di attività, maggiormente e palesemente irregolare risulta essere quell’intrattenimento posto in essere dai sedicenti circoli privati che, con la scusa di offrire un servizio ai soci, in realtà si pongono come vere e propri luoghi di pubblico spettacolo sul mercato, praticando stessi prezzi e offrendo medesime performance, con la differenza sostanziale di poter fruire di tutte le agevolazioni, in particolar modo quelle fiscali, espressamente previste per le associazioni (si veda il circolo privato di Masera, Padova, con volume d’affari di circa 2 milioni di euro). È giunto il momento di dire basta. Basta con il divertimento mordi e fuggi. Le imprese del settore regolari sono sfinite, scarnificate, sfiduciate. Basta con l’abusivismo. Basta con il permissivismo. Basta con il buonismo. Non si può consentire a nessuno di fare macerie del nostro settore. Non vogliamo pagare il pesante prezzo dell’essere associati a coloro che organizzano trattenimenti abusivi, che creando problemi di ogni genere fanno ricadere poi sull’intero settore pesanti attacchi da parte della pubblica opinione. Crediamo nella certezza del diritto che è alla base di un qualsiasi sistema democratico. Se regole ci sono, devono essere rispettate da tutti. È impensabile che si permetta all’abusivismo di proliferare così velocemente; che si faccia finta di non vedere o di non sapere cosa realmente accade di fronte a noi. È impensabile che si possa chiudere un occhio” permettendo che si svolgano trattenimenti non proprio regolari presupponendo che non si faccia nulla di male… In fin dei conti si dà la possibilità di sopravvivere a molti. Ma così non è. Di mezzo ci sono la sicurezza dei clienti e la sopravvivenza stessa di quelle imprese che fanno di questa attività la loro fonte di reddito. Ognuno di noi si deve prendere le proprie responsabilità ed agire di conseguenza. Credo che sia indispensabile costruire insieme: istituzioni e imprese regolari un percorso che vada nel senso del rispetto delle regole. Questo lo stimolo che voglio fornire al confronto che seguirà ed al quale non voglio sottrarre altro tempo. Un confronto che vede la presenza di significative personalità del mondo delle Istituzioni e nel quale ripongo le mie più ampie aspettative. Un augurio a tutti di buon lavoro. Grazie”.
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