Due settimane fa avevamo parlato di “La cena di Natale”, film di Marco Ponti con Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, tratto da un romanzo di Luca Bianchini. “La cena di Natale” è solo l’ultimo di tanti film incentrati su una cena, dove la riunione dei convitati intorno a un tavolo assume a seconda dei casi la funzione di festa, resa dei conti, confessionale, eccetera. Ecco una carrellata di alcune delle “cene” più famose e interessanti della cinematografia italiana.

Inizio d’obbligo con “La grande abbuffata”, del 1973, diretto da Marco Ferreri, e con un cast d’eccezione: Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli e Philippe Noiret. Il cinema grottesco e provocatorio di Ferreri ci presenta una cena come teatro di un suicidio collettivo. I quattro protagonisti, infatti, tutti benestanti ma profondamente annoiati dalla vita, decidono di preparare una cena pantagruelica con lo scopo di mangiare fino a morire. Da notare il ruolo di Ugo Tognazzi: proprietario di un ristorante e grande chef, quasi come nella vita reale.

“La cena per farli conoscere” (2006), di Pupi Avati, pur essendo tutt’altro tipo di film, prende le mosse da premesse simili. Anche qui aleggiano un suicidio (ma solo tentato, e forse nemmeno vero ma inscenato a fini pubblicitari) e un certo senso di decadenza incarnato da Sandro (Diego Abatantuono), un attore di soap opera in declino.  In ospedale viene raggiunto dalle tre figlie, avute con tre donne diverse, tutte alle prese con problemi seri ma obbligate dalle circostanze a prendersi cura del padre. Quando la famiglia allargata si ritrova sotto lo stesso tetto, tutto lascia presagire un esito disastroso, ma le relazioni umane faticosamente si ricostruiscono, fino all’epilogo sorprendente (ma non troppo).

Infine il recente “Perfetti sconosciuti” (2016, regia di Paolo Genovese), con Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Edoardo Leo, Marco Giallini, Benedetta Porcaroli, Valerio Mastrandrea, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak, che ha fatto incetta di premi all’ultima edizione dei David di Donatello. In questo caso la cena vede sedersi allo stesso tavolo un gruppo di amici di vecchia data, quasi tutti accoppiati. Fin dall’inizio si intuiscono tensioni, frustrazioni, piccole crepe in situazioni apparentemente tranquille. L’atmosfera degenera quando un invitato ha l’idea di condividere fra i commensali tutte le telefonate e i messaggi che arriveranno sui loro cellulari nel corso della cena.

PANE E CULTURA

Una rubrica di Giuliano Pavone

A chi dice che con la cultura non si mangia rispondiamo proponendo settimanalmente un’esperienza che mette in relazione in modo profittevole e innovativo il mondo della cultura e dello spettacolo da un lato e quello del pubblico esercizio dall’altro. Format, eventi, libri e personaggi per cibare il corpo e la mente.

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