ricerche
15 Dicembre 2016di Giandomenico De Franco
amministratore unico Competitive Data
Competitive Data ha completato l’analisi dei bilanci di oltre 150 società di capitali appartenenti al settore Liquori e Distillati per il triennio 2013-2015. Ne traspare un settore che a fronte di ricavi sostanzialmente stabili ha saputo migliorarsi nell’efficienza gestionale e nella redditività, recuperando parzialmente le performance fatte registrare nel 2013.
RICAVI SOSTANZIALMENTE STABILI, SOFFRONO SUD E ISOLE
I ricavi complessivi rimangono sostanzialmente stabili (-0,2%), con le regioni del Centro Italia che mostrano la crescita maggiore, +1,80%, mentre risultano più lievi le crescite delle aziende del Nord Est (+0,36%), e Nord Ovest (+0,45%), in forte calo Sud ed Isole (-11,73%).
A livello regionale la crescita di fatturato più significativa spetta alla Puglia con +68,6%, mentre invece la flessione più marcata l’ha fatta registrare la Sicilia con una contrazione del 45,2%.
Se guardiamo all’EBITDA le differenze tra le varie aree territoriali sono ancora più marcate, con le aziende del Nord Ovest che crescono a tre cifre, +115,6%, mentre risultano in calo le aziende del Nord Est (-9,15%), le regioni del Centro registrano un aumento del +8,37%, è invece in forte calo il dato di Sud e Isole (-45,16%).
Raggruppando le aziende per classi di fatturato otteniamo una crescita maggiore nel cluster compreso tra 10 e 40 milioni di euro (+4,7%), lieve invece la crescita del cluster superiore ai 40 milioni di euro (+0,1%), in marcata flessione quello inferiore ai 10 milioni di euro (-10,5%).
AUMENTANO GLI UTILI
Per quando riguarda gli utili, il dato cumulato del 2015 è di 240.638.000 euro, in aumento del 22% rispetto al 2014. L’utile medio per regione vede la Lombardia segnare il valore più alto con 8.109.000 euro mentre la regione Sicilia registra una perdita media di 1.107.000 euro, ma in miglioramento rispetto al 2014 (la perdita media era di 4.789.000 euro).
L’incidenza degli utili sui ricavi è stata del 6,9% nel 2015, in crescita rispetto al 5,6% del 2014, ma ancora lontana dal 9,9% del 2013. Nel 2015 aumentano le aziende che chiudono l’esercizio in utile, pari a 127, mentre sono 19 quelle che hanno chiuso in perdita. Nel 2014 avevamo 116 aziende in utile, 2 in pareggio, 25 in perdita, e per 3 aziende il dato non era disponibile. C’è quindi un miglioramento complessivo della situazione che si è consolidato nell’arco del triennio.
GLI INDICI DI REDDITIVITA’
Aggregando i bilanci delle società che realizzano nel settore una quota superiore al 50% dei ricavi si ottiene il bilancio somma settoriale, dal quale vengono calcolati i valori medi di riferimento con cui confrontare le performance aziendali.
Migliora la redditività degli azionisti. Il ROE medio nel 2015 è stato del 9,71%, in crescita rispetto al 2014 (7,39%), ma nel 2013 è stato del 13,18%. L’indicatore, che misura il rapporto tra Utile e Patrimonio netto, rappresenta la redditività per i soci.
In miglioramento anche la capacità di generare redditività operativa. Il ROI, che misura la capacità di generare reddito operativo utilizzando al meglio, e in modo efficiente, gli investimenti, è stato pari al 6,28% nel 2015, in miglioramento rispetto al 5,35% del 2014, mentre era pari al 9,17% nel 2013. Tra i produttori italiani di dimensioni importanti è da segnalare il 30,4% di Distilleria F.lli Caffo S.r.l.
In ripresa i margini sulle vendite. Il ROS è il margine operativo sulle vendite. La media del 2015 è stata del 7,91%, in crescita rispetto al 6,07% del 2014, mentre nel 2013 era addirittura a due cifre, pari al 10,38%. L’EBITDA medio rispetto al fatturato è del 12,79%, in leggero aumento rispetto al dato del 2014, 12,49%, ma ancora inferiore al valore del 2013 (14,74%). Tra i top player è Campari S.p.A. a mostrare la redditività maggiore con un EBITDA margin del 30,78%.
RISCHIO FINANZIARIO IN CALO
Il rapporto di indebitamento, o leverage, rappresenta indirettamente la proporzione esistente tra risorse proprie e risorse di terzi utilizzate per finanziare gli impieghi ed è pari al rapporto fra totale capitale investito e il patrimonio netto. Nel 2015 il rapporto di indebitamento evidenzia un valore di 1,62 leggermente in flessione rispetto al 1,66 del 2014 ed 1,67 del 2013, il che delinea una situazione di equilibrio.
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