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10 Gennaio 2017Secondo l’EF EPI-c - unico indice, a livello mondiale, relativo alla competenza linguistica delle aziende, promosso da EF Corporate Solutions - i dipendenti del settore Food&Beverage presentano una conoscenza della lingua inglese di livello B1, con un punteggio di 57,19/100. Ma è sufficiente una competenza in inglese intermedio-bassa per esportare le eccellenze italiane all’estero?
Cristina Sarnacchiaro, Country Manager Italy di EF Corporate Solutions, risponde a questa domanda: “Il Food&Beverage è, tra tutte le Industry analizzate, quella che ha registrato il maggior incremento di competenza linguistica tra il 2014 e il 2016, raggiungendo un +22%”, e continua: “Tuttavia, questo aumento non basta per rendere le nostre aziende competitive sul mercato internazionale. Con un focus maggiore sull’Italia, infatti, appare evidente come le potenzialità di questo settore, considerato un punto di riferimento nel mondo, non siano state sfruttate appieno. Dopo tutto, l’Alimentare è una delle 4 A delle eccellenze italiane nel mondo, insieme all’Automazione, l’Arredamento e l’Abbigliamento, ed una padronanza dell’inglese di così debole livello può compromettere il successo delle aziende F&B che vogliono aprirsi all’internazionalizzazione”.
Lo studio, che valuta la padronanza dell’inglese nella forza lavoro di 40 Paesi nel mondo in 16 settori diversi, ha infatti evidenziato dati interessanti per quel che concerne l’indice di competenza linguistica nelle società del F&B, rilevando significative differenze all’interno dei reparti intraziendali. Nello specifico, a livello mondiale, l’industria alimentare, ad eccezione delle esportazioni, rimane focalizzata a livello locale. Ne risultano punteggi in inglese modesti, relegati nella fascia più bassa del livello intermedio. In aggiunta, la competenza linguistica del personale commerciale è risultata essere di livello A2, registrando un dato allarmante: questa scarsa padronanza della lingua può infatti rivelarsi una minaccia per quelle imprese che decidono di affacciarsi sul mercato estero. Dall’altro lato invece lo staff dei reparti HR, Amministrazione e Contabilità risulta avere una conoscenza dell’inglese intermedio-bassa, mentre è il personale degli uffici Marketing e PR a registrare prestazioni migliori con un livello di competenza linguistica superiore.
Quando l'eccellenza dei prodotti non basta - In tal senso, l’English Margin Report di EF, associato a questa ricerca, mostra come l’88% dei clienti sia disposto a pagare un extra a quelle aziende con una padronanza dell’inglese migliore, mentre l’81% prenderebbe in considerazione la possibilità di scartare partner con una scarsa padronanza dell’inglese. Nel caso dell’Italia, il basso livello di competenza linguistica si riflette inevitabilmente anche sulla percezione delle nostre imprese all’estero: per puntare all’internazionalità è infatti necessario investire prima nella formazione linguistica dei lavoratori.
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