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29 Maggio 2017Prende il via la stagione della decortica, “carezza” per l’ambiente, che permette alle querce di rigenerarsi staccandone la corteccia, le plance diventeranno poi la base da lavorare per ottenere i tappi in sughero. L’attività, che si svolge da maggio a luglio nelle sugherete del Mediterraneo, è infatti il lavoro agricolo meglio pagato al mondo: sono solo in pochi a possedere la manualità e le competenze necessarie, spesso tramandate di padre in figlio. L’abilità di staccare le scocche di sughero dalle querce richiede precisione tecnica e tutela della pianta, oltre che della corteccia stessa, materia prima dell’intera filiera.
L’INTEGRAZIONE SOCIO –LAVORATIVA - A svolgerlo sono così solo artigiani specializzati, 3mila tecnici esperti che vivono nella zona della foresta, che trovano in questa attività una preziosa opportunità di lavoro e sostentamento, dimostrandosi anche un’ottima soluzione contro la desertificazione sociale, problema che nell’area mediterranea va ad aggiungersi a quello dell'inaridimento ambientale delle foreste del nord Africa e del sud Europa. Un rituale che si rivela delicato e sensibile anche verso l’umanità, quindi, oltre ad essere il cuore pulsante di tutta l’attività Amorim, è l’operazione che permette di estrarre una materia prima preziosa per il mondo e sempre più anche per l’uomo. "Conoscere questo aspetto della produzione di tappi in sughero – dice Carlos Veloso dos Santos, a.d. di Amorim Cork Italia – consente di capire appieno il valore delle chiusure non solo in termini di performance tecniche, essendo le migliori nella conservazione delle caratteristiche organolettiche del vino, ma anche dal punto di vista degli aspetti ecologici e di integrazione socio-lavorativa. Ogni tappo in sughero Amorim è una scelta di consapevolezza e responsabilità verso il nostro futuro".
L’ATTIVITÀ DI DECORTICA - La decortica avviene solamente in questo trimestre di inizio estate, quando la linfa emerge tra il fusto della pianta e la sua corteccia, che è quindi possibile togliere agevolmente. Dalla semina della pianta alla prima operazione trascorrono 25 anni. Ma il primo sughero non è adatto alla produzione di tappi, può essere utilizzato solo per la realizzazione di articoli decorativi e prodotti granulati. Dovranno trascorrere altri 9 anni prima della seconda decortica e ancora altri 9 prima che dalla corteccia si possano realizzare tappi in sughero. 43 anni minimo per iniziare a produrre tappi in sughero: un ritmo cadenzato ogni 9 anni, un processo che può esser vissuto dalla stessa pianta per oltre 200 anni. La decortica è così un rituale che celebra, con pazienza, i ritmi della Natura.
L’ECOSISTEMA - Le foreste da sughero del Mediterraneo, sviluppate in un’area di 2,2 milioni di ettari, sono inoltre un sistema ecologico unico al mondo, in grado di assorbire più di 14 milioni di tonnellate di C02 ogni anno. Da esse dipende la sopravvivenza di numerose specie di fauna autoctona (24 specie di rettili e anfibi, 160 di uccelli, 37 di mammiferi), un ecosistema che include varie specie di formiche, api, farfalle, nonché la lince iberica, il felino a maggior rischio di estinzione (solo un centinaio gli esemplari ancora in vita) che nelle foreste di querce da sughero trovano cibo, riparo e possibilità di riproduzione. A ciò si aggiunge un’ampia varietà di uccelli, tra cui alcuni in via di estinzione come l’avvoltoio monaco, la cicogna nera e l’aquila imperiale. La preservazione della biodiversità crea una sinergia unica nel sughereto mediterraneo: da un lato, contribuisce al mantenimento del suolo, aumentando la capacità idrica e agendo come efficace barriera contro l’avanzamento della siccità, dall’altro lato, la produzione di tappi di sughero per vino crea migliaia di posti di lavoro ed è stimato che più di centomila persone nel Mediterraneo dipendano direttamente o indirettamente dall’industria del sughero.
Un vero proprio rito per Amorim Cork: una combinazione di valori che ispirano, a seguire, l’intera filiera e filosofia aziendale, in un’ottica di investimento per il futuro dell’umanità.
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A cura di Matteo Cioffi
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