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27 Agosto 2018Sempre più italiani a tavola si aprono all'innovazione e alla sperimentazione di nuovi cibi, pur restando la scelta tradizionale al primo posto nel gradimento generale. E' un progressivo cambiamento delle abitudini alimentari dei consumatori quello che emerge da un'indagine di Italiani Coop, curata dall'Ufficio Studi Coop che ha realizzato un sondaggio interpellando settemila persone tra i 18 e i 65 anni nel periodo maggio-giugno 2018. I ricercatori hanno chiesto agli intervistati di raccontare il loro stile alimentare attraverso risposte pronte: per esempio, tradizionale-tipico, spesso a digiuno perché fa bene, vegano.
Le risposte hanno evidenziato che uno su tre sperimenta nuove cucine, mentre quasi uno su dieci sceglie che cosa mangiare condizionato da vincoli economici. Il sondaggio ha permesso inoltre di dividere il campione delle persone intervistate in tre tribù alimentari: i tradizionalisti puri (38%), gli innovatori (31%) e i low cost (9%). Un buon 22% - sottolineano gli autori dello studio - non ha saputo attribuire a se stesso nessuno stile particolare in fatto di cibo.
Dall'indagine inoltre emerge che i tradizionalisti sono quelli che adorano le vecchie ricette di famiglia e i prodotti che ben conoscono, mentre gli innovatori preferiscono provare piatti nuovi, come vegani e vegetariani (8%). A limitare il consumo di carne è circa il 7% del campione, i senza lattosio e glutine sono il 9% e i biosalutisti il 7%.
I low cost sono invece i consumatori la cui scelta alimentare deriva da un vincolo di reddito e non proprio da una reale volontà. Dal report infine viene fuori che anche le scelte alimentari rispecchiano il modo di concepire la vita: così gli innovatori sono quelli più attenti alle mode, all'estetica, ai cambiamenti del mondo, alla comunicazione e ai social, vivono con qualche difficoltà il rapporto con i propri cari e sperimentano le discipline orientali o quelle meditative. I tradizionalisti invece amano i vecchi mezzi di comunicazione come il televisore, leggono poco, preferiscono la musica pop e non praticano molto sport. I low cost sono atipici: vorrebbero essere degli innovatori nella stragrande maggioranza ma non possono permetterselo per motivi economici.
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