attualità
11 Aprile 2023
Sibona esordisce con il gin, vetro permettendo. La difficoltà a reperire a questa fondamentale materiale ha reso problematico l’ingresso sul mercato di MaeCo’, distillato di ginepro che si aggiunge al portafoglio spirit della distilleria di Piobesi d’Alba (Cn). Sul prodotto si è comunque scelto di sollevare il sipario in occasione di questa edizione di Vinitaly che si è appena conclusa. Un’anteprima molto attesa e che purtroppo sta facendo i conti con una situazione di mercato non del tutto risolta.
«Permane una situazione di scarsità del vetro. Usiamo wild glass al 100% riciclato, molto pregiato ma con un costo di acquisto in perenne aumento (+65% nell’ultimo triennio). Sommando le criticità, siamo stati costretti a procrastinare la data di inizio della commercializzazione di questo extra dry gin. A questo punto, prevediamo possa fare la sua apparizione nei cocktail bar a partire da inizio giugno», ha dichiarato Luigi Barbero, Amministratore Delegato di Sibona, che evidenzia l’anima regionale del prodotto che si dipana tra le colline piemontesi e l’area marittima ligure, da cui scaturisce il nome che, per l’appunto, unisce le prime due lettere delle peculiarità morfologiche coinvolte, ovvero Mare E Colline.
Le botaniche scelte nascono quindi nei territori di questa fetta d’Italia. Dall’area del Piemonte provengono ginepro, lavanda di sale San Giovanni, salvia, rosmarino, foglie di vite Nebbiolo e rosa damascena. Sono invece coltivate e raccolte in Liguria le altre componenti: limone, timo, arancia pernambucco e basilico genovese dop. Un ensemble altamente aromatico, che si avvale anche di un elemento prezioso che interviene nel processo di distillazione.
«Con l’intenzione di ribadire la nostra volontà di valorizzare il territorio locale e assicurare qualità totale al prodotto – ha spiegato Barbero –, abbiamo voluto usare acqua purissima della sorgente Eva, la più alta in Europa dato che è situata a un’altezza di 2.042 metri».
Il gin entra quindi nell’offerta Sibona che, oltre alla grappa, che rimane il prodotto core, si è arricchito in questi anni con bitter, vermouth e amaro. Gin che ha un’anima regionale, con l’ambizione di trasformarsi presto in prodotto internazionale. «Una volta ufficializzato l’ingresso sul mercato italiano – ha fatto sapere il numero uno della distilleria piemontese, cominceremo a guardare al di là dei confini, puntando l’attenzione verso la Germania e la Svizzero, per poi predisporre la logistica per approdare anche negli Stati Uniti e in Giappone».
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