23 Dicembre 2014
A conclusione dell’istruttoria avviata a maggio nei confronti di Tripadvisor, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato il portale di recensioni, accertando infrazioni (pratiche commerciali scorrette) e irrogando sanzioni pecuniarie amministrative per 500.000 euro.
Il pronunciamento è stato adottato in seguito alle numerose segnalazioni pervenute da parte di consumatori e di proprietari di strutture turistiche nonché dall’Unione Nazionale Consumatori e da Federalberghi che avevano evidenziato il dilagare di recensioni farlocche o diffamatorie che il portale Tripadvisor pubblica senza adeguati controlli.
«Netto apprezzamento per la decisione dell’Antitrust, che si muove nella direzione giusta, volta ad offrire maggiore tutela ai consumatori ed alle imprese - afferma Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi -.Una persona che desidera informarsi, quando consulta un sito che afferma di pubblicare le opinioni di altre persone, abbia il diritto di conoscere le vere opinioni di vere persone che raccontano una vera esperienza». Allo stesso modo - secondo Bernabò Bocca, presidente di Fedarlberghi - il soggetto al quale si riferisce un determinato commento pubblicato in rete ha diritto ad essere tutelato contro ogni forma di diffamazione, di concorrenza sleale e di pressione indebita.
«Non è la prima volta che Tripadvisor viene richiamato all’ordine dalle autorità che sorvegliano il funzionamento del mercato - evidenzia Nucara -. Nel febbraio 2012, l'Autorità britannica per la pubblicità (Advertising Standards Authority) ha imposto a TA di eliminare dalla descrizione del proprio servizio le espressioni volte a far ritenere che tutte le recensioni pubblicate sul sito siano rilasciate da veri viaggiatori, siano oneste, reali ed attendibili. A ottobre 2011, il Tribunale di Parigi aveva condannato Expedia, TripAdvisor ed Hotels.com a pagare una multa da 430mila euro per aver messo in atto pratiche sleali e ingannevoli».
«L’azione di Federalberghi - conclude Nucara - proseguirà, in Italia e a Bruxelles, con l’obiettivo di porre ulteriori argini alle recensioni fasulle e di modificare la normativa che consente ai furbetti dell’anonimato di ledere i diritti altrui godendo di una sostanziale impunità».
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