17 Giugno 2015
Dopo lo speciale in due puntate pubblicato nei numeri scorsi di Mixer sulle opportunità di Expo Milano per le aziende italiane dell’accoglienza, l’Osservatorio ha pensato di portare lo sguardo un po’ più in là, al dopo Expo e ai prossimi anni. Come sarà l’ospitalità italiana del futuro, quali sfide la attendono e quali tendenze si confermeranno? Lo abbiamo chiesto a professionisti che nei loro campi hanno detto qualcosa di nuovo. Grandi chef, pasticceri di fama, pizzaioli gourmet, ma anche imprenditori e professionisti che hanno dato al loro locale un’impronta personale, scommettendo su una visione del futuro. Ecco cosa ci hanno raccontato, e i trend che ne abbiamo ricavato.
[caption id="attachment_78319" align="alignright" width="300"] Ciacco, tre gelaterie votate al prodotto puro senza additivi[/caption]
[caption id="attachment_78320" align="alignright" width="278"] Andrea Attanasio del Fresco Cocktail Shop di Como[/caption]
nutraceutica con ingredienti sani, sarà ricco di fibre ed antiossidanti naturali e con meno zuccheri e meno grassi” – prevede Stefano Guizzetti di Ciacco, tre gelaterie tra Parma e Milano votate al prodotto puro senza additivi ma “con una ricerca delle materie prime che danno gusto. Poi c’è l’allontanamento dal dessert con il gelato gastronomico, che però va presentato in modo diverso, come un finger food in abbinamento a vini o birre”. L’attenzione alla materia prima che incrocia il salutismo sta influenzando anche il dolce, ma senza esagerare secondo Luigi Biasetto, membro dell’associazione Relais Desserts con pasticceria a Padova e Bruxelles. “È necessaria una grande conoscenza della materia che utilizziamo e delle regole del gioco, senza però dimenticare che il dolce è ricorrenza, festa, sapori dell’infanzia. Oggi utilizziamo molto meno zucchero, ma c’è un limite sotto il quale sparisce la percezione della dolcezza. In futuro vedo l’utilizzo, mutuato dall’alta cucina, dell’uso dei cinque gusti fondamentali nella stessa preparazione in modo che non si confondano ma si distinguano, per una degustazione emozionale”.
[caption id="attachment_78321" align="alignright" width="224"] Luigi Biasetto[/caption]
[caption id="attachment_78322" align="alignright" width="300"] Il Millefili di Luigi Biasetto[/caption]
tutta Italia alla ricerca dei prodotti migliori che poi propone nel suo bar/ bottega (“che ricorda una vecchia drogheria del Novecento”), come base per i suoi cocktail e in vendita: “Anche nel bere faccio entrare gli aromi italiani. Ho liste stagionali e favorisco i produttori artigianali e gli agricoltori che seleziono nei miei viaggi: presidi slow food e piccole realtà legate al territorio. Come le mandorle di Avola, il chinotto e il basilico della Liguria, il mango della Sicilia, unico coltivato in Europa. Vedo un futuro di tante piccole nicchie che riparino gli scempi del cibo industrializzato”.
[caption id="attachment_78323" align="alignright" width="129"] Antonia Klugmann[/caption]
[caption id="attachment_78324" align="alignright" width="300"] Simone Padoan de I Tigli[/caption]
del bistrot Pisacco e della pizzeria Dry. Un prodotto popolare che ha vissuto negli ultimi cinque anni grandi cambiamenti è proprio la pizza: “C’è più riguardo alle tecniche di impasto e di lavorazione che mirano alla realizzazione di un prodotto più sano e digeribile - spiega Simone Padoan de I Tigli, tra i protagonisti della nuova pizza -. Non è un lavoro facile: se si sceglie questa via occorre puntare sull’identità della propria proposta, ma penso che rimarranno sempre locali più tradizionali e alcuni più di ricerca. Sarebbe bello però poter influenzare chi banalizza la pizza, non tanto a livello di ingredienti, quanto di prodotto, per evitare impasti e lievitazioni scorrette e cotture non idonee”.
[caption id="attachment_78325" align="alignright" width="300"] La nuova pizza di Simone Padoan[/caption]
storia di un ingrediente, un territorio, un produttore o una preparazione. “Va venduto il ricordo emozionale dell’incontro anche umano con il produttore, la ricerca dell’ingrediente migliore, la cui qualità va trasmessa anche con l’assaggio” dice Attanasio. “Nelle mie gelaterie ci sono pochi messaggi e concetti chiari, e tanti assaggi” - gli fa eco Guizzetti.
[caption id="attachment_78326" align="alignright" width="105"] Un'installazione di Arabeschi di latte, collettivo di food designer[/caption]
La Milano dell’eccellenza a convegno con Host
“Sempre Aperti”, a innovazione ed eccellenza, come vuole la tradizione di Host: così si è voluto chiamare la conferenza che HostMilano ha tenuto a Palazzo Marino a un mese dall’apertura di EXPO invitando alcuni protagonisti dell’ospitalità a 5 stelle di Milano. I quali, tutti, hanno sottolineato la necessità per il Made in Italy di fare sistema. Alessandro Rosso, Presidente di Alessandro Rosso Group “bisogna aprire locali che contengano tutto l’Italian Style: moda, arte e cucina”, l’architetto Dante O. Benini “Con il progetto EXIHS, a Host2015 valorizziamo la capacità delle aziende italiane di offrire prodotti e servizi d’eccellenza in tutte le filiere” e lo chef Davide Oldani “Siamo un Paese che fa accoglienza e ospita le persone, Expo è una grande opportunità per far capire anche quanto siamo bravi a cucinare”.
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A cura di Matteo Cioffi
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