24 Luglio 2013

Non siamo messi troppo bene in tema di fiducia noi italiani. A dirlo è l’ultima “Global Survey sull’indice di fiducia dei consumatori e sulle intenzioni di spesa” realizzata da Nielsen. Dalla ricerca emerge infatti che l’indice di fiducia nel nostro paese si attesta a quota 41, non solo un po’ meno rispetto al 1° trimestre 2013, ma ampiamente al di sotto dell’indice medio europeo (71) e global (94). In pratica l’Italia, secondo Nielsen, si posiziona in terz’ultima posizione, dopo la Croazia (45 punti) e prima del Portogallo (33).
Tra le principali preoccupazioni che ci attanagliano c’è –ovviamente- la recessione: la totalità degli italiani si dimostra ben consapevole della gravità della congiuntura, a differenza di quanto si rileva in Europa, dove un quarto degli intervistati (26%) dichiara che il proprio Paese non è investito dalla crisi economica.
E c’è di più: il 57% degli italiani non prevede, nei prossimi 12 mesi, un miglioramento della situazione economica (media Europa 64%). Pari all’11%, è, invece, la percentuale di quanti intravedono margini di superamento della crisi (nel 1° trimestre 2013 erano il 13%, nel 2° trimestre 2012 il 15%). Mentre oltre un terzo (32%) risponde di essere incerto.
Le paure più diffuse
Sulle prospettive occupazionali è il 93% del campione a vedere nero, considerandole pessime, a fronte di una media europea (72%) sempre elevata, ma non così drammatica.
E questo pessimismo spiega come mai tra le preoccupazioni più diffuse (26% contro una media europea del 17%) ci sia quella relativa alla sicurezza del posto di lavoro.
Ed proprio questa incertezza a mutare le abitudini, anche quella all’acquisto: l’89% del campione ritiene infatti che quello attuale non sia il momento giusto per fare acquisti. Mentre chi ritiene di poter affrontare oggi delle spese è solo il 10%, a fronte di una media europea è ben più alta: 27%.
Quindi l’italiano tende a risparmiare specialmente per quanto attiene l’abbigliamento, le vacanze e i pasti fuori casa (68%).
I più pessimisti
Se si analizza l’indice di fiducia assumendo come parametro l’età degli intervistati, si possono definire “pessimisti” gli appartenenti soprattutto alla fascia 35/44 anni, che fanno rilevare un valore al di sotto dell’indice medio (-0,5), e alla fascia 55/64 (-2,76). Tra i 25/34 anni l’indice rilevato è, invece, sopra media (+1).
Prendendo come discriminante il sesso, gli uomini risultano decisamente ottimisti, collocandosi a 6 punti sopra l’indice medio, a differenza delle donne (7 punti sotto la media).
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