02 Luglio 2015
Dall’1 luglio entra in vigore un emendamento alla Legge di Stabilità che si propone di rilanciare consumi e welfare aziendale in Italia. L’emendamento stabilisce l’aumento del valore esentasse del buono pasto elettronico di 1,71 euro, passando dunque da 5,29 a 7 euro. L’aumento della deducibilità ha un duplice scopo: elevare il valore medio nazionale del buono equiparandolo alla media europea, che da tempo si aggira attorno ai 7 euro, e rendere il mercato sempre più digitale.
[caption id="attachment_79628" align="alignleft" width="200"] Gregorio Fogliani[/caption]
«Questo aiuterà prima di tutto a incrementare i consumi. Le stime prevedono infatti che le aziende arriveranno a investire 500 milioni di euro per la pausa pranzo dei dipendenti, e questo si tradurrà in un’integrazione di reddito di 400 euro annui per la spesa alimentare del singolo lavoratore - commenta Gregorio Fogliani, presidente di QUI! Group, prima azienda a capitale italiano nel mercato dei buoni pasto -. È evidente che, con un nuovo sistema di defiscalizzazione, le aziende saranno più portate a investire in politiche di welfare per i propri dipendenti. Allo stesso tempo, la nuova normativa sul buono pasto elettronico aiuterà a diffondere la cultura dei servizi digitali in Italia”.
La rivoluzione digitale del mercato trova d'accordo QUI! Group, che in questi anni ha investito milioni di euro per rendere “full digital” la propria rete di accettazione (sullo standard proprietario "Passpartù"), dotata cioè degli strumenti di accettazione elettronica (PoS, Mobile App e Mobile POS, Sistema di casse integrate). QUI! Group ha promosso inoltre insieme ad altri operatori del settore l'accordo per un Pos unico, capace di leggere buoni di diversi emettitori. Proprio grazie a queste innovazioni, il Gruppo è stato di recente riconosciuto miglior offerente in 5 lotti su 7 all’ultima gara Consip per la fornitura dei buoni alla Pubblica Amministrazione e ha acquisito i lotti più grandi (1, che comprende Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, e 3, che comprende il Lazio). Merito soprattutto degli investimenti del Gruppo nel processo di digitalizzazione, inaugurati gli scorsi anni con una strategia volta a digitalizzare i buoni cartacei attraverso un progetto di smaterializzazione. Investimenti fondamentali, in altre parole, per il miglioramento dell’intero ciclo di gestione del servizio sostitutivo di mensa attualmente utilizzato da oltre 2,3 milioni di dipendenti e liberi professionisti, per i quali vengono emessi circa 500 milioni di buoni l’anno (di cui, ad oggi, gli elettronici rappresentano solo il 15% del mercato).
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A cura di Matteo Cioffi
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