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20 Aprile 2020A oltre un mese e mezzo dal lockdown del Paese, Just Eat, app leader per ordinare pranzo e cena a domicilio in tutta Italia e nel mondo, realizza un focus dell'Osservatorio annuale sul mercato del cibo a domicilio, per analizzare i consumi del food delivery tra marzo e aprile 2020 e i cambiamenti o le conferme nelle abitudini degli italiani a domicilio, ma anche preferenze, temi importanti, comportamenti e priorità in questo momento di difficoltà.
L’emergenza sanitaria ha infatti disposto necessarie misure restrittive per contenere il contagio, riducendo al massimo gli spostamenti e costringendo tutti a restare a casa, per molti anche a lavorare da casa, oltre a imporre fondamentali chiusure per aziende e mercati, tra cui quello della ristorazione. Ma come ha influito questa emergenza sui gusti degli italiani a tavola e sulle loro abitudini a domicilio?
Il food delivery, che resta consentito per ristoranti, locali e pizzerie chiuse al pubblico, rappresenta per il oltre il 90% del campione intervistato un servizio importante o essenziale in questo momento, cogliendone l’importanza soprattutto per i ristoranti, che possono continuare a fare consegne, nonostante siano chiusi al pubblico (66%) ma anche per chi ordina ed è costretto a casa (30%). Quasi il 60% del campione rivela inoltre di ordinare cibo a domicilio in questi giorni, mentre chi non lo fa dichiara come motivazione principale di dedicarsi soprattutto alla cucina, passando molto tempo in casa.
Spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia: “Stiamo affrontando un momento di grande emergenza e in continua in evoluzione per tutti i mercati. Una situazione che ha un impatto sul nostro quotidiano, sulle abitudini e sui consumi. In particolare crediamo che il consenso e il prosieguo delle consegne a domicilio per la ristorazione, sia un passo importante per il food delivery come servizio, in alcuni casi essenziale, in questo momento di crisi, e per questo stiamo facendo tutto il possibile per supportare i ristoratori che hanno deciso di cogliere questa opportunità, operando nel rispetto delle misure precauzionali”.
Si riscontra inoltre un incremento della richiesta di attivazione del servizio da parte dei ristoranti e anche da parte di realtà che non ne usufruivano in precedenza, e che vedono nel food delivery un supporto concreto al proprio business. Tra questi anche brand popolari che possono in questo modo continuare a offrire le proprie specialità ai clienti, e ai clienti stessi la possibilità di riceverli direttamente a casa. Una crescita, quella di Just Eat, che oggi ha raggiunto una presenza sul territorio in oltre 1.100 comuni e più di 105 province, in ogni regione italiana, con oltre 13.500 ristoranti partner e oltre 35 milioni di pasti consegnati dal 2014.
“Questa espansione territoriale - prosegue Contini - vuol dire per noi poter essere un supporto concreto e di sviluppo per tutto il mercato della ristorazione, non soltanto nelle grandi città, ma anche nelle province e nei centri più piccoli, coprendo ad oggi con il servizio il 64% della popolazione e il 100% dei comuni con più di 50mila abitanti”.
La pizza si conferma sempre al primo posto come il piatto più ordinato, seguita dall’hamburger, dal sushi, dal pollo e dalla cucina italiana, soprattutto in alternativa al cucinare a casa in questi giorni di isolamento. Una new entry assoluta è invece il gelato che si inserisce in classifica al quinto posto tra le cucine più ordinate nelle ultime tre settimane, a differenza dei trend dei periodi “più standard” quando sfiora ma non rientra in top 10.
Tra i principali trend di crescita si attestano poi proprio i dolci e i gelati (+133%), ma anche sushi e cibo giapponese nei formati da mangiare in famiglia e in gruppo, come le barche e i mix (+124%) e le ormai famose pokè bowl (+54%). Emergono inoltre trend specifici come la crescita dei menù dedicati al pranzo, utili per chi lavora da casa, quelli per i più piccoli (menù baby), dolci e sfiziosità, birre artigianali e qualche bottiglia di buon vino.
Questi trend di scelta spiegano anche i desideri che spingono gli italiani a ordinare food delivery e che emergono dal campione di 30.000 clienti intervistati. Se infatti, in questo momento, a ordinare sono più gli uomini delle donne (60% vs 56%), il primo motivo per farlo è regalarsi una coccola (59%), soprattutto per le donne (56%), ma anche una comoda alternativa all’andare a fare la spesa, limitando così il numero delle uscite (48%). Per chi è in smart working è pratico ordinare a pranzo o a cena non avendo tempo di cucinare (15%), soprattutto per gli uomini (56%), e per evitare le code ai supermercati e le attese per la spesa online (17%).
Esplorando poi le diverse fasce di età, emerge la voglia di staccare la spina con il food delivery ordinando qualcosa di goloso soprattutto per la fascia 18-25 anni, l’ordine a pranzo soprattutto per i giovani dai 26 ai 35 anni, l’evitare la coda ai supermercati o l’attesa per la spesa on-line per i 36-45 anni e un’alternativa all’andare a fare la spesa, limitando il numero di uscite, soprattutto per la fascia 45-54 anni.
Tra le scelte degli italiani a domicilio, al primo posto c’è la pastiera artigianale napoletana, anche in versione monoporzione, seguono i menù di Pasqua e Pasquetta, messi appositamente a disposizione nei menù dei ristoranti su Just Eat, le patate al forno, la colomba e il gelato artigianale, la lasagna anche al pesto, il misto di carne grigliata, il tiramisù, il casatiello e la torta pasqualina. Oltre a queste proposte tematiche, tra i piatti più ordinati, oltre la pizza bene il risotto nelle sue più varie varianti, la birra, gli antipasti, gli hamburger e i dolci vari, seguiti da uramaki, gelato, panini, pasta e pollo. Ed è proprio su birra e vino che si è condensata la crescita di Pasqua nel food delivery, accompagnando altri piatti che dimostrano la crescita più importanti in termini di ordini: gli arrosticini, gli antipasti di mare e di terra, le tigelle e le specialità di carne. Bene anche i cocktail a domicilio.
Nella fotografia degli italiani e il food delivery durante il lockdown il tema della salute e della sicurezza resta di grande importanza, sia per coloro che ordinano, ma anche per Just Eat, i ristoranti e i rider che effettuano le consegne. Ecco perché sono state introdotte, fin dall’inizio, una serie di misure, che si rivelano importanti anche per i rispondenti al survey, e che utilizzano le consegne a domicilio su Just Eat in questo momento.
Per il 65% è importante che il fattorino indossi mascherina e guanti (soprattutto per le donne, 53%), distribuzione che Just Eat sta svolgendo per i tutti i rider in tutta Italia. Ma non solo.
Fondamentale anche la consegna contactless, richiesta dal 60% di chi ha dichiarato di ordinare a domicilio in questo periodo e operativa su Just Eat già da alcune settimane. Altrettanto importante il pagamento elettronico (57%), in particolare per le donne (49%) così come i sacchetti del cibo ben chiusi (47%), tutte misure che l’app, anche in collaborazione con AssoDelivery e Fipe ha messo in atto sin da subito.
“Crediamo - conclude Contini - che lo sviluppo del digitale abbia ancora un enorme potenziale legato al food delivery, basti pensare che in Italia ancora solo il 18% del mercato è appunto digitale. In questo momento nuovi clienti e nuovi ristoratori si sono avvicinati al take away digitale, cambiando radicalmente le proprie abitudini di consumo e di business, e ci aspettiamo che questo trend possa persistere anche dopo questo momento di difficoltà, proprio come potenziale di grande sviluppo e digitalizzazione anche del mercato della ristorazione”.
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