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22 Giugno 2023

Bevande analcoliche in ripresa. Assobibe: “Lavoriamo alle incognite imballaggi e sugar tax”

di Matteo Cioffi


Bevande analcoliche in ripresa. Assobibe: “Lavoriamo alle incognite imballaggi e sugar tax”

Il comparto delle bevande analcoliche si è difeso stringendo forte i denti durante i momenti più difficili del Covid, dimostrando un alto tasso di resilienza. Superata tale fase critica, le cole & Co. hanno rialzato la testa e, nel 2022, è stato avviato quel percorso di ripresa per recuperare parte del terreno perso nel periodo pandemico. Ma dall’inizio del 2023 nuove perturbazioni sono riapparse e hanno ostacolato il rilancio del settore che, nella prima parte dell’anno, ha accusato una flessione delle vendite pari al 7%. Come temuto, inflazione, rincari di materie prime e trasporti si sono fatti sentire negativamente. 

Detto questo, l’intero comparto rimane un fiore all’occhiello dell’economia italiana. I numeri confermano la portata e sono stati divulgati lo scorso 22 giugno a Milano in occasione dell’Assemblea annuale di Assobibe. A renderli noti è stato Giangiacomo Pierini, presidente dell’associazione che fa capo a Confindustria (qui un video girato durante l'evento).

Complessivamente le bevande analcoliche hanno generato nel 2022 un valore di 5 miliardi di euro, pari allo 0,21% del Pil nazionale italiano. Importante anche la voce occupazionale, dato che lungo l’intera filiera si contano 84mila addetti e 100 stabilimenti produttivi dislocati in varie zone del Paese. Cifre reali che fotografano una sana e robusta attività commerciale che ora però teme ciò che potrà essere deciso da qui ai prossimi mesi. Lo stesso rappresentante di Assobibe, non ha nascosto il suo malcontento e ha espressamente parlato di minacciose ombre che stanno per oscurare il percorso di sviluppo del settore. La prima riguarda una vecchia questione che si trascina avanti da oramai più di quattro anni. “Rimaniamo molto preoccupati per la sugar tax che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio del 2024, così come lo siamo per la plastic tax sulla quale però mancano ancora i decreti attuativi. Sull’imposta determinata dalla presenza di zucchero nelle bibite, se dovesse essere confermata comporterebbe per il settore delle bevande analcoliche un taglio del 10% del fatturato. Una tassa pensata nel 2019 e che continuiamo a ritenere completamente inutile. Per questo chiediamo all’attuale esecutivo tre cose: cancellarla, sostenere la crescita del nostro settore con politiche di defiscalizzazione e adottare misure ambientali che riducano concretamente le emissioni di Co2”.

L'UE E GLI IMBALLAGGI
La seconda fonte di preoccupazione è, invece, collegata a un contesto europeo che, di fatto, renderebbe vani molti investimenti che le aziende del comparto hanno sostenuto per creare stabilimenti atti al riciclo degli imballaggi. “Il nuovo regolamento sull’imballaggio voluto dall’Unione europea, di fatto, mira a sostituire il nostro modello industriale, realizzato collettivamente dai vari player del mercato – ha spiegato quindi il numero uno dell’associazione che nel 2022 ha festeggiato i suoi primi 75 anni di attività – Il modello italiano si fonda soprattutto sul riciclo dei materiali, dato che l’Italia è povera di materie prime per il pack, imparando a riutilizzarli lungo la filiera e sulla distribuzione. Bruxelles punta invece sul riuso, ipotesi possibile per noi, ma non può essere la soluzione definita prioritaria perché questo metterebbe in dubbio tutti gli obiettivi che abbiamo raggiunto, senza poi recare reale beneficio all’ambiente. Siamo perfettamente allineati all’Europa sugli scopi sostenibili, me ne contestiamo il modo che intende usare per raggiungerli”. 

SOFT DRINK PER OLTRE IL 95% DELLA POPOLAZIONE
Una bevanda analcolica ha un forte potere evocativo. Ricorda i momenti belli dell’infanzia, in generale quelli legati a momenti rilassanti vissuti in compagnia di amici. Insomma, la bevanda del buon umore e del felice ricordo, come sostenuto dai risultati di un’indagine condotta da Euromedia Research intitolata Bevande analcoliche, immagine, valore, tradizione e significato, basata su interviste a un panel rappresentativo della popolazione italiana costituito da 4mila consumatori.

Dalle risposte è dunque emerso che a bere soft drink è più del 95% della popolazione, di cui ll'11,3% lo fa tutti i giorni. La cola è la tipologia che principalmente identifica la categoria, come sostenuto dal 23,3%, seguita dalla gazzosa (11,4%) a sua volta tallonata dal chinotto (11,4%).

Bere analcolico fa prevalere la sensazione di un momento piacevole: per il 25,9% un soft drink è sinonimo di pausa e coccola, al 24,4% rimanda a un’idea di festa e socialità, mentre per il 16,5% sollecita nella mente il ricordo dell’infanzia. Il bere è, poi, associato allo stare in compagnia e, a tale proposito, la ricerca evidenzia come, per l’85,3% degli interpellati, la soluzione analcolica accompagna i momenti di relax e convivialità. 

L'EFFETTO PREMIUM
Presente e futuro sorridono alle bevande analcoliche. Il mercato mondiale dei soft drink è in grande salute e continuerà a esserlo sul lungo periodo, con una costanza invidiabile. A sostenerlo è uno studio di settore condotto dalla società di ricerca Allied Market Research, secondo la quale il business di questa tipologia molto vasta di bevande con tasso alcolico inferiore allo 0,5% – che include principalmente acqua, energy drink, tè, caffè, succhi di frutta e carbonate – genererà oltre 2.100mila miliardi di dollari entro il 2031, con un tasso di crescita annuale medio pari al 6,8%. Un notevole balzo in avanti se si considera che, nel 2020, il comparto generava 820 miliardi di dollari. 

A dare impulso a consumi e vendite di questa tipologia di bibite (dove i soft drink sono la voce più rappresentata, generando il 45,8% del fatturato e il 51,4% dei volumi totali) intervengono molteplici fattori, tra i quali spicca l’effetto premium che garantisce di innalzare il valore economico del mercato, oltre all’aumento esponenziale di quel target di consumatori alla ricerca di bevande funzionali con basso apporto sia calorico che di zuccheri. A livello geografico, le aree con il maggiore potenziale di crescita collegato al consumo di bibite analcoliche sono la Cina e l’India, dove per i prossimi otto anni è attesa un incremento medio annuale delle vendite rispettivamente delll’8,5% e del 7,4 %. 

TAG: GIANGIACOMO PIERINI,BEVERAGE ANALCOLICO

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