vino
01 Settembre 2023Tra le incertezze legate al clima, la peronospora e una serie di dinamiche di mercato inceppate per via dell'inflazione, la vendemmia 2023 prende pian piano il via e cerca di ribaltare, o comunque ridimensionare e migliorare, stime che parlano di un calo della produzione di circa il 15/20%. Tale scenario, che si porta dietro tanto vino in giacenza e un calo delle vendite sia in Italia che all'estero, ci viene analizzato e raccontato da Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini. Tra le importanti sfide del comparto, l'adeguamento della proposta di un prodotto che ha subito forti aumenti di costo. A fine 2022, la filiera produttiva ha infatti sostenuto aumenti del +83% sui budget iniziali.
Tanto il vino in giacenza, cosa sta accadendo?
“La quantità di vino in giacenza è aumentata al 31 luglio 2023 a 49 milioni di ettolitri, in crescita del 3% rispetto all'anno precedente. Questo riguarda i vini DOP, i vini varietali e totali. È importante notare che ci sono anche diminuzioni nelle giacenze di mosti e di vino nuovo ancora in fermentazione. Va sottolineato che i dati registrati riflettono principalmente gli spostamenti delle merci e non necessariamente le vendite effettive di vino. Inoltre, il periodo dell'anno può influenzare notevolmente le variazioni percentuali, specialmente per il vino nuovo ancora in fermentazione, che è sensibile ai volumi ridotti in determinati momenti dell'anno. In sintesi, l'aumento delle giacenze di vino è una tendenza evidenziata nei dati al 31 luglio scorso, ma va considerato nel contesto delle diverse categorie di vini e delle fluttuazioni stagionali che possono influenzare le scorte”.
È tutta colpa dell'export?
“La diminuzione dell’export di vino nel primo semestre del 2023 riflette una tendenza globale che coinvolge diversi mercati di destinazione. I dati mostrano che diversi Paesi stanno affrontando una riduzione negli acquisti di vino; questo ha un impatto sui flussi commerciali. In più, dopo un anno di crescita vertiginosa, come nel caso del 2022, è normale assistere a un periodo di assestamento. È interessante notare come il mercato italiano, invece, ha dimostrato una buona dinamica durante questo periodo”.
Quali sono i mercati che, di più, stanno venendo meno?
“Nel primo semestre 2023, gli Stati Uniti hanno sperimentato una diminuzione del 6% a valore e anche i principali top market sono in flessione: la Germania al -7% a valore, il Regno Unito al -2,7%. L'Italia, come molti altri produttori vinicoli, è influenzata da queste tendenze globali di diminuzione dei consumi e sta cercando di adattarsi a questa nuova realtà del mercato. La competitività e la strategia di marketing diventano quindi ancora più cruciali per affrontare le sfide che emergono da questa situazione”.
Come sta intervenendo e può intervenire l'Europa – ma in generale il mondo istituzionale – per supportare il settore?
“L'Europa svolge un ruolo fondamentale nel promuovere e sostenere il vino europeo sui mercati internazionali. Prima di tutto, ci sono programmi di promozione ben strutturati, sostenuti dalla Commissione europea. I fondi Ocm sono uno strumento determinante per sostenere la crescita del settore. Inoltre, le istituzioni sono fondamentali per permettere l’espansione in nuovi mercati, sviluppare strategie di diversificazione e per affrontare questioni commerciali e normative che influenzano il nostro export. L'Europa deve continuare a svolgere un ruolo cruciale nell'internazionalizzazione del settore vinicolo europeo attraverso la promozione, la diplomazia commerciale, la protezione delle denominazioni. La sfida consiste nel mantenere l'appeal dei vini europei e nell'adattarsi alle mutevoli preferenze dei consumatori e alle regolamentazioni globali. Come Federvini, sosteniamo in modo proattivo le iniziative di internazionalizzazione che possano apportare benefici ai nostri membri. Lavoriamo in stretta collaborazione con le agenzie Ice e i ministeri competenti per organizzare la partecipazione a fiere, eventi e opportunità mirate a favore dei nostri comparti”.
Come possiamo definire l'avvio della vendemmia 2023?
“Per la vendemmia 2023 stimiamo una riduzione della produzione di circa il 15/20%. Gli agricoltori sono sempre restii a dare stime prima dei raccolti. Quest’anno il problema principale è stato è il clima sempre più estremo e imprevedibile che ha reso la gestione dei vigneti piuttosto complicata”.
Quali sono le attuali previsioni, considerata anche la peronospora?
“Viene fatta una stima di un calo del 15/20% in quantità ma la cosa importante è che la qualità delle uve anche alla luce delle recenti piogge e dell’abbassamento delle temperature ha un ottimo potenziale per produrre vini di alta qualità”.
Un parere sulla questione prezzi?
“Federvini monitora attentamente gli aumenti dei prezzi che però sono soggetti alla congiuntura economica attuale. Dal nostro lato, cerchiamo di lavorare a stretto contatto con le istituzioni per suggerire politiche o interventi che potrebbero sostenere il settore vinicolo in risposta agli aumenti o alle sfide del mercato”.
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A cura di Matteo Cioffi
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