pubblici esercizi

19 Settembre 2014

Slot machine: quando il gioco diventa un caso di coscienza

di Carmela Ignaccolo


Slot machine: quando il gioco diventa un caso di coscienza

«A un certo punto non ce l’ho fatta più. Ecco cosa è successo. Ero stufo di vedere persone entrare, quasi sempre senza neanche guardarsi attorno, andare spediti alle slot e iniziare a foraggiarle con 100, 200, 300 euro». Pasquale Cannella, titolare del Fantasy Cafè di Pavia, va dritto al punto, quando ci spiega cosa pensa degli apparecchi di intrattenimento.

E sa bene di cosa parla perché lui di new slot ne aveva ben tre nel suo locale, fino a qualche mese fa.

Una storia simile a quelle di tanti altri esercenti: l’accordo con un concessionario, la stipula di un contratto ed ecco che il locale comincia a popolarsi di un via vai di giocatori in cerca di fortuna. E di soldi.

Solo che Pasquale, a un certo punto, si è stufato e ha detto basta.

«All’inizio, lo ammetto, mi facevano comodo quelle centinaia di euro extra guadagnate con le slot, ma con il passare del tempo ho cominciato a pormi delle domande, vedendo gente rovinarsi, ipnotizzata dalle musichette e dalle luci».

Per questo Cannella decide di intraprendere il percorso inverso, per eliminare le slot dal suo locale.

E così si sono aperte le danze. «Un po’ caotiche, per la verità- precisa Pasquale - perché mi sono trovato alle prese con contratti che non riuscivo a interpretare, in relazione alla data di scadenza, alla modalità di revoca e alle eventuali penali cui sarei dovuto sottostare».

In effetti, prima che venisse reso obbligatorio inserire nei contratti il diritto di revoca la situazione era un po’ nebulosa. «Le slot non possono essere spente prima della scadenza del contratto – ci spiega Gabriele Mandolesi, presidente di Econo)mia:)Felicità e uno dei coordinatori di Slotmob – ma ai tempi c’erano situazioni in cui bastava che, dopo la disdetta, venissero utilizzate anche solo per una giocata per riavviare un loop infinito da cui non era semplice uscire».

Per questo Cannella ha chiesto aiuto a Simone Feder dell’associazione “Movimento No Slot” e alle associazioni territoriali di categoria. slot federEd è anche andato a Striscia la Notizia Pasquale: il suo caso, passato sotto i riflettori è giunto a conclusione positiva.

E come Pasquale sono tanti gli esercenti che oggi vivono questo problema di coscienza: accettare i guadagni aggiuntivi delle new slot (circa 500 euro al mese per apparecchio), assecondando quindi tutto il sistema del così detto azzardo di Stato, o rinunciarvi per incentivare una progressiva bonifica del territorio.

Al di là dell’apparente semplicità di questi due termini del problema, la realtà è ben più complessa «perché dietro le new slot e le vlt –sostengono i detrattori - non si annida solo il problema sanitario della ludopatia, ma anche quello della criminalità organizzata - con il riciclaggio e l’usura (su 3 giocatori 1 è costretto a chiedere un prestito)- e quello di carattere politico che vede un crescente strapotere delle multinazionali».

«D’altro canto – è il parere contrario – un gioco legale, autorizzato e controllato dallo Stato è l’unico deterrente valido per frenare il sommerso, che agisce nel sottobosco, al di fuori del circuito legale».

Di fatto sono temi ricorrenti ogni qual volta si parli di proibizionismo e del suo contrario. E il discorso rischia di diventare ozioso se le posizioni rimangono rigide.

«Per questo - spiega Mandolesi - pragmaticamente noi di Slot Mob e dei vari movimenti contro il gioco d’azzardo non chiediamo la luna, ma semplicemente che questo comparto venga regolato con la stessa severità che viene riservata ai tabacchi: nessuna pubblicità e tassazione elevata. Vorremmo che se ne riconoscesse ufficialmente la pericolosità e che si agisse di conseguenza. E contemporaneamente vorremmo diffondere gradualmente la conoscenza sull’entità del fenomeno dell’azzardo e sulle sue implicazioni. Un cammino graduale, dunque, in cui il versante normativo possa fare da sponda.

L’auspicio, quindi è che una legislazione mirata intervenga a regolamentare l’azzardo, occupandosene a 360 °, anche sotto il profilo della tracciabilità.

«Si rende conto - sbotta Feder - che nelle slot si inseriscono tranquillamente banconote del tutto “evanescenti”, senza che ci si preoccupi di renderle tracciabili, quando poi viene esteso l’obbligo del pos anche per acquisti superiori ai 30 euro? Come minimo c’è una disparità d’approccio alla questione, direi».

E quello delle leggi e dei regolamenti in materia di gioco è decisamente un mare magnum che esigerebbe di essere affrontato con prontezza ed efficacia.

Anche sul fronte delle singole realtà territoriali: attualmente comuni e regioni si muovono autonomamente come possono, regolando le aperture delle sale gioco, stabilendo la distanza dalle aree sensibili e incentivando gli esercenti che decidano di rimuove le slot dal loro locale o quelli che per motivi etici non le hanno mai installate. La Regione Lombardia, ad esempio, ha stabilito il pagamento di una tassa etica per chi le abbia e una detrazione dell’0,92% dell’Irap per chi le abbia rimosse. Mentre il sindaco di Lecco, avvalendosi di una relazione tecnica sulle ludopatie è riuscito a regolamentare l’orario di apertura delle sale gioco. Certo, una legge nazionale sarebbe di grande aiuto. Ma attualmente il ddl in materia di gioco è ancora in discussione.

slot 2Il dibattito

Proprio alla luce di questo duplice e opposto sentire (che porta molti esercenti a considerare le slot machine un ricavo aggiuntivo per il locale in un momento di grande difficoltà economica ed altri, invece, a vederle come una minaccia sociale) la Fipe lancia un’iniziativa rivolta alla categoria. Aprendo sul sito federale un sondaggio con raccolta di commenti da parte degli esercenti. Per partecipare allo scambio di vedute è necessario entrare nell’area intitolata “Bar, slot sì, slot no, lascia un commento”. Le varie riflessioni potranno essere lette in versione integrale all’interno dello spazio dededicato. Sulla home page saranno invece visibili gli ultimi tre commenti secondo l’ordine cronologico del loro arrivo in via telematica.

TAG: ECONOMIA,CAFFè DIEMME,AZZARDO

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