bevande

16 Novembre 2015

Il design dei ristoranti dell’Expo

di Consuelo Redaelli


Il design dei ristoranti dell’Expo

Quali sono gli elementi di design che caratterizzano l’identità culturale negli arredi dei ristoranti all’interno dei padiglioni? Nella grande esposizione milanese oggi in svolgimento, ogni paese è chiamato a raccontare la propria cultura del cibo, attraverso la tradizione, la tecnologia e anche attraverso il tratto creativo degli architetti e dei designer che si trasforma in volumi e superfici che restituiscono ambienti carichi di identità territoriale. Un racconto che si evolve attraverso la diversità dei territori, grazie alla biodiversità e quindi al cibo. Questo è infatti il tema principale di Expo Nutrire il pianeta, energia per la vita. le diverse culture del cibo vengono raccontate attraverso i padiglioni, che diventano luoghi per installazioni, bar e ristoranti. Forse è proprio questo che ci si aspetta da Expo 2015, un lavoro di ricerca sul tema della nutrizione e anche delle risposte sul futuro del pianeta in relazione al cibo. Cercheremo di capire le diverse culture dei differenti paesi grazie alle differenze fra i ristoranti e le caffetterie dei padiglioni. Analizzeremo come i vari architetti hanno scelto di utilizzare i materiali, i colori e le tecnologie per rappresentare la propria identità di paese.

Messico 2Il Padiglione del Messico - progetto Francisco López Guerra

Acapulco non è solo il nome della città messicana, ma anche il nome delle sedie colorate di pura ispirazione anni ’50 del padiglione messicano. Proprio le sedie sono gli elementi decorativi colorati ed eleganti che arricchiscono il ristorante sulla terrazza e il giardino urbano del padiglione. La storia narra che un turista francese in Messico immaginò questa sedia mentre era seduto su una sedia rigida tra le invitanti amache di tessuto tese tra le palme. Così, combinando le tecniche Maya di intreccio dei tessuti a una struttura di metallo è nata questa sedia moderna. Il nome del turista francese rimane ancora oggi un mistero, ma la sedia deve il nome proprio alla città di Acapulco. Acapulco Chair nasce infatti quando questa località era uno dei luoghi preferiti delle star di Hollywood e dal jet set americano. Elvis Presley, John Wayne e perfino la famiglia Kennedy la utilizzarono nei momenti di relax. Oggi questa sedia dalla forma a raggiera che invita alla siesta in stile Sudamerica continua ad essere prodotta a mano in Messico e viene realizzata oggi come cinquanta anni fa in corda plastificata tesa su una struttura di metallo nero verniciato a polvere. Il bar al piano terra invita a bere una birra Corona in un area esterna composta da mensoloni e sgabelli alti. Una griglia per poter Messicocuocere le famose tortillas troneggia, ovviamente al centro dello spazio. Le mensolone alte sono in legno e gli sgabelli bianchi in struttura metallica leggeri ed eleganti. L’immagine generale richiama i bar all’aperto del quartiere di Condesa a Città del Messico. Le sedute sono poste in forma circolare e formano un muretto in cui è fissato il logo con il nome dello stato di pertinenza posto all’ingresso del padiglione. Al centro di questo disegno spunta un grande albero autoctono.

All’ultimo piano si trova il ristorante che è formato da una lunga panca bifacciale realizzata in unico pezzo, con la struttura in legno e la finitura in imbottito grigio scuro. Gli stessi colori ed essenze vengono riprese in tutto il ristorante. I tavoli, infatti, sono con il top in legno e piantana grigio antracite, le sedie in legno chiaro. L’illuminazione è stata studiata integrata nel modulo della panca con montati tubolari metallici neri che si allungano con bracci che sorreggono le lampade. Tutta la struttura aerea è nera come le lampade che sono un chiaro richiamo alle sedie Acapulco. Il pavimento è formato da doghe di legno chiaro con la stessa essenza delle sedie e dei tavoli, con questi colori ed in questa posizione aerea si potrebbe pensare di essere seduti al porto sul mare di Acapulco. Le balaustre di vetro che delimitano la soletta, e il finale della tettoia in telo bianco ritagliano una vetta verde che è stata chiamata giardino urbano nel quale ci si può fermare per un cocktail ed accomodarsi sulle sedie messicane verde mela.

Padiglione Brasile - progetto Studio Arthur Casas

BrasileLe perline colorate degli Indiani Yawanawá diventano lampade per il ristorante. Il padiglione contiene tre punti di ristoro: la caffetteria, il bar, e il ristorante nel quale vengono serviti piatti della cucina brasiliana. Uno degli elementi che caratterizzano il Ristorante del padiglione sono le luci, che rappresentano fortemente l’identità e il pluralismo del paese. La luce è composta da una lunga barra luminosa realizzata da 170 elementi, che illumina parte del ristorante al primo piano. Queste lampade sono state realizzate a mano dagli Indiani Yawanawá, tribù dell’Amazzonia brasiliana, in collaborazione con Marcelo Rosenbaum, e lo studio Niente. La terra degli Yawanawá - parola che significa Il popolo del cinghiale - si trova nello stato di Acre, nel Brasile occidentale; qui vivono diverse tribù, di cui almeno sei incontattate. Le lampade sono prodotte in esclusiva per l’azienda di San Paolo La Lampe. Il ristorante prevede una zona di cucina a vista nella quale vengono preparati i classici piatti brasiliani. Parte dei Brasile 2tavoli sono stati scelti rotondi per enfatizzare l’aspetto sociale dello stare a tavola. Le sedie sono tutte diverse. Un secondo elemento di identità culturale è rappresentata dalla scelta del materiale del bancone della caffetteria, che è stato realizzato da un grande tronco d’albero levigato che ne lascia a vista la corteggia nel suo spessore su tutta la lunghezza del banco. Anche i tavolini le poltroncine le panche rappresentano fortemente il Brasile: sughero, legno autoctono, pelle e tessuti colorati formano la palette di colori ed essenze dell’identità brasiliana. Naturalità e colore è il filo rosso che unisce gli spazi per la ristorazione, in netto contrasto con il resto degli spazi espositivi del padiglione. Anche il bar al piano terra è una zona calda rispetto alle aree espositive neutre e bianche che lasciano all’esposizione lo spazio predominante. Il legno per il primo piano dedicato al bar e allo shop è il materiale predominante. Una grande libreria collega le due aree funzionali come un grande connettore. Una lunga seduta formata da un lungo “serpente” in vimini ne segue formalmente il percorso della libreria.

Padiglione Cile - progetto Cristián Undurraga

Cile 2Le grandi sculture degli uomini che sorreggono la tavola del Cile. Il materiale utilizzato in maniera predominante nel padiglione del Cile è il legno. Questa scelta è stata fatta per ricordare al visitatore che la superficie forestale in Cile è in aumento, in controtendenza rispetto alla deforestazione in corso sulla Terra. Al piano terra è situato un punto relax con sgabelli in legno e uno shop con ristorante. Già all’ingresso il visitatore incontra la “tavola” del Cile, che attraversa longitudinalmente tutta la superficie del padiglione. Questo lungo tavolo, nella prima area, è utilizzato come elemento di esposizione per i prodotti culinari in vendita allo shop. Nel ristorante, invece, rappresenta la convivialità dei commensali. La tavola rappresenta l’identità del Cile con i suoi sapori e i suoi colori ed è l’elemento protagonista visivo e funzionale . La particolarità della grande tavola è che viene sorretta da uomini in legno a scala naturale che rappresentano il popolo cileno. Come una grande metafora nella quale il popolo cileno sostiene al propria terra e quindi il proprio cibo, comunicando all’utente una grande consapevolezza e forte identità culturale. Il ristorante ha una natura fast ma di qualità, infatti si struttura con un banco con la porzionatura dei piatti a vista, semplici e gustosi. Le portate sono tradizionali e molte da mangiare anche senza posate, presentate in maniera coerente con l’aspetto generale molto naturale dello spazio. I piatti utilizzati, infatti, sono le tradizionali terracotte cilene con diveCilerse forme e sagome per accogliere le diverse pietanze. Si ordina e si paga, poi si ritira il cibo su vassoi di legno e ci si reca al tavolone seduti insieme ad altri proprio come nei chioschetti di strada delle vie di Santiago del Cile. Per concludere il racconto di questi tre padiglioni dell’America latina possiamo dire che ogni paese si identifica in colori materiali e forme differenti, ma che il legno è sicuramente un materiale comune a tutti. Il legno è il materiale principe che rappresenta il mondo naturale e il confort, è l’essenza primaria delle grandi foreste e giungle. In tutte le tradizioni di questi paesi è il materiale più arcaico, metafora di vita e di sostenibilità, proprio come il tema di Expo 2015.

Consuelo Redaelli, titolare dello studio Toolskit di Milano, è specializzata in progettazione d’interni per bar, ristoranti, mense aziendali, stand, allestimenti temporanei fieristici, chioschi e isole tipiche e di progetti di comunicazione a 360° e di eventi, realizzati chiavi in mano. È anche docente presso all’Istituto Europeo di Design Milano IED nel corso di tesi di interior design.

TAG: EXPO 2015,CAFFè DIEMME,ARCHITETTO

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