12 Maggio 2021
L'ultimo anno e mezzo vissuto in balia della pandemia da coronavirus ha decretato un autentico boom per le app di food delivery. Impossibilitata ad uscire da casa, la gente ha familiarizzato come non mai con gli ordini effettuati per via telematica, da computer, tablet o più spesso da smartphone, così come un tempo tratteggiavano romanzi di asimoviana memoria. Comprare cibo con un click ha convinto definitivamente, laddove qualcuno non ne fosse ancora certo, di vivere nel futuro.
Una recente ricerca della Columbia Business School però lascia pensare che il boom del food delivery sia destinato a sgonfiarsi ben presto. Nello studio sviluppato da Daniel McCarthy ed Elliot Shin Oblander, insegnanti di marketing alla citata Columbia Business School, vengono messi a confronto dati che testimoniano ampiamente che a generare il vertiginoso incremento d'affari del settore del food delivery, pari al 122% contro quello precedente che invece era meno del 40%, sia stata la pandemia. Le previsioni per i mesi a venire sono dunque tutt'altro che rosee: McCarthy ed Oblander individuano una spiccata insoddisfazione nel consumatore tipo che utilizza le app per acquistare cibo, ma soprattutto una fidelizzazione scarsa o persino nulla. Più che una libera scelta si è trattato di una necessità nata in virtù dell'emergenza sanitaria, ma con l'auspicato ritorno alla normalità si prevede che gran parte dell'utenza abbandoni le app e torni ad acquistare cibo secondo il metodo tradizionale. Negli Stati Uniti inoltre, come rimarca lo studio della Columbia Business School, si stanno diffondendo provvedimenti per tutelare i "vecchi" ristoranti contro pubblicità ingannevoli e lo sfruttamento incontrollato dei rider, sottoposti a turni di lavoro massacranti e troppo spesso non retribuiti con salari equi e congrui.
Insomma, sul futuro del food delivery incombono grandi punti interrogativi che si moltiplicherebbero ulteriormente con la tanto attesa ripartenza. Il repentino boom allora potrebbe trasformarsi, altrettanto velocemente, in sboom.
Fonte: SSRN.com
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A cura di Matteo Cioffi
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