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22 Giugno 2021
Nel 2020 sono stati scoperti 3.546 evasori totali, ossia imprenditori o lavoratori autonomi completamente sconosciuti all'Amministrazione finanziaria (molti dei quali operanti attraverso piattaforme di commercio elettronico) e 19.209 lavoratori in nero o irregolari. Denunciate inoltre 10.264 persone, di cui 308 arrestate, per aver commesso 7.303 reati fiscali. Il valore dei beni sequestrati per reati in materia di imposte dirette e Iva è di 800 milioni di euro, mentre le proposte di sequestro tuttora al vaglio dei magistrati ammontano a 4,4 miliardi di euro.
Dal bilancio operativo della Guardia di finanza nel 2020 appare dunque evidente che la pandemia non ha fermato l’attività. Diverso è invece il discorso per l’Agenzia delle entrate: l'andamento registrato nel 2020 ha portato la macchina fiscale a fermarsi causa restrizioni sia della propria attività sia delle attività economiche in senso più ampio. Nella circolare 4/21 l'amministrazione finanziaria ha indicato le proprie priorità di intervento per l’anno in corso concentrando le analisi attraverso una mappa del rischio fiscale graduato per soggetto dal grande contribuente al piccolo. Ci si concentrerà su nuove funzioni informatiche, algoritmi in gradi di raffinare la ricerca ed estrapolare, dalla mole di dati presenti nelle banche dati di diretto accesso dell'Agenzia, gli elementi più interessanti per le eventuali verifiche.
Secondo quanto anticipato a ItaliaOggi, nel 2021 gli uffici dell'Agenzia delle entrate si limiteranno agli atti in scadenza. Il calo stimato, sulla base dei piani di budget e obiettivi diramati agli uffici tra accertamenti e verifiche è tra il 75% e il 70% a seconda delle zone. Ma non sarà affatto un anno sabbatico. Infatti saranno i rimborsi e contributi a fondo perduto, una macchina già rodata se si pensa alle erogazioni del 2020 di oltre 8 miliardi di indennizzi e a tutta la gestione delle istanze dei sostegni. Oltre alla seconda tranche di sostegni automatici, ci sono da elaborare anche le istanze legate alla sospensione, ovvero le domande scartate nella prima fase di valutazione.
Insomma, sembra che le indicazioni che arrivano dalla direzione dell’Agenzia alle unità periferiche dell’apparato rispecchino le parole del premier Mario Draghi: “è questo il momento di dare, non di prendere”.
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