pubblici esercizi
17 Gennaio 2022A lanciare l’allarme è stata Assoutenti. "Stiamo ricevendo negli ultimi giorni numerose segnalazioni dei consumatori che denunciano aumenti dei prezzi dell'espresso, ma anche di cappuccini e dolci lievitati, consumati al banco o ai tavoli dei bar. I maggiori costi in capo agli esercenti per il rincaro dei prezzi dell'energia vengono inevitabilmente scaricati sui consumatori finali", è l'alert segnalato dall'associazione.
Più nel dettaglio, denuncia il presidente Furio Truzzi, nel 2021 il costo medio della tazzina nei 130mila bar italiani era di 1,04 euro, con un aumento del 2,3% sul 2019, mentre a dicembre l’Istat aveva rilevato per i pubblici esercizi un incremento dei listini del 2,8%.
Quello che sta avvenendo negli ultimi giorni è ben diverso. "L’espresso sta passando in molti bar da 1 a 1,10 euro, con un aumento del 10%. Il prezzo del cappuccino che nel 2021 era mediamente di circa 1,40 oggi è stato portato in molti esercizi a 1,50 euro (+7,1%). Non si salvano nemmeno i dolci, con cornetti, brioches e lievitati che registrano aumenti del 20% e prezzi che salgono da 1 a 1,20 euro".
A far lievitare il costo della colazione al bar – ma anche quella a casa – sarebbero gli aumenti dell’energia, con il rincaro da gennaio di luce e gas del 55% e del 41,8%. E quindi quelli delle materie prime con le quotazioni del caffè cresciute nel 202
1, secondo Coldiretti, dell’80% (arabica) e del 70% (robusta). Per burro, zucchero, cacao e grano l’incremento è attorno al 30%, circa il doppio per il latte, 44% per il mais, 25% per le uova e 65,8% per i grassi vegetali. Risultato: i prezzi delle materie prime alimentari sono ai massimi degli ultimi dieci anni, con un +27,2% sul 2020, mentre il grano tenero utilizzato per il tradizionale cornetto viene in maggior parte importato dall'estero.
Cosa succederà nei prossimi mesi? Se l'emergenza bollette e materie prime proseguirà, secondo Truzzi "la tazzina al bar potrebbe raggiungere il record di 1,50 euro con un aumento del 37,6% e la colazione costare il 41,6% in più". Una stangata considerata però eccessiva da Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe-Confcommercio, più cauto su quanto ci aspetta. "E' impossibile che ci possa essere un aumento del 50%", dice.
Anche se, in effetti, i rincari sono già partiti con listini adeguati anche del 25%.Per l’espresso, in particolare, si potrebbe arrivare a un incremento medio di 10 centesimi. Conseguenza dell’aumento del caffè torrefatto (20-25 euro al chilo con un più 10-15%), che pesa per il 16-18% sul prezzo finale sul quale incide per il 10% l’Iva. Il resto va al costo lavoro (30% circa), spese per il locale (10-15%) e, infine, bollette e tasse.
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A cura di Matteo Cioffi
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